Il film: Peter Pan & Wendy, 2023. Regia: David Lowery. Cast: Jude Law, Alexander Molony, Ever Anderson, Yara Shahidi, Joshua Pickering, Jacobi Jupe, Alyssa Wapanatahk, Jim Gaffigan, Molly Parker, Alan Tudyk.
Genere: fantastico, avventura. Durata: 103 minuti. Dove l’abbiamo visto: su Disney+ in anteprima stampa in lingua originale.
Trama: Rilettura della classica storia di Peter Pan, il ragazzo che non ne vuole sapere di crescere, e della sua rivalità con il temibile Capitan Uncino.
“Tutto questo è già accaduto, e accadrà tutto di nuovo”. Così inizia il Peter Pan disneyano del 1953, con una frase che sembra giustificare il filone dei remake live-action dei classici d’animazione dello studio, da qualche anno suddivisi in due categorie: quelli dei film del cosiddetto Rinascimento Disney (il periodo che va dal 1989 al 1999), che aderiscono abbastanza pedissequamente al canovaccio originale ed escono in sala (con ottimi risultati al box office), e gli altri, che tendenzialmente si concedono maggiori libertà (con eccezioni come il recente Pinocchio di Robert Zemeckis) e, di conseguenza, dal 2019 finiscono direttamente su Disney+. Un destino che è toccato anche al nuovo lungometraggio – e secondo remake in salsa Disney – del regista David Lowery, di cui parliamo nella nostra recensione di Peter Pan & Wendy.
La trama: si torna sull’Isola che non c’è
Londra, inizio Novecento. I coniugi Darling, in procinto di recarsi a una festa, sono un po’ esasperati dal comportamento dei tre figli Wendy, Gianni e Michele, ossessionati con le storie delle avventure di Peter Pan, il ragazzo che non vuole crescere. Ufficialmente un personaggio da fiaba, Peter si manifesta nel cuore della notte nella stanza del giovane terzetto, e li invita a venire con lui sull’Isola che non c’è. Lì, però, li aspetta il temibile Capitan Uncino, la nemesi di Peter Pan, il pirata spietato che vuole allontanare per sempre tutti i bambini e dominare incontrastato quella terra magica, dove tutti lo temono tranne, appunto, il suo principale avversario. E il coccodrillo che, dopo aver mangiato la sua mano, vorrebbe tanto assaggiare anche il resto…
Il cast: muovi a tempo il bacino, sono il Capitan Uncino!
Primo nome nei credits, per evidenti questioni di fama, è quello di Jude Law nei panni di Uncino, che qui è reinventato con lo stesso senso del decoro britannico di sempre ma senza l’eleganza estetica che contraddistingueva la sua controparte animata. Al suo fianco un ispirato Jim Gaffigan, noto principalmente come stand-up comedian (diversi suoi spettacoli sono disponibili su Netflix e Prime Video), nel ruolo di Spugna. Peter Pan, forse l’anello debole del film in termini recitativi, è l’esordiente Alexander Molony, mentre Wendy, presenza solare e carismatica, è la figlia d’arte Ever Anderson (i genitori sono l’attrice Milla Jovovich e il regista Paul W.S. Anderson). Alan Tudyk, dal 2012 voce fissa dei film d’animazione della Disney (e doppiatore di Iago nel live-action di Aladdin), appare per la prima volta fisicamente in un film della major, nei panni di George Darling.
Fedele infedeltà
Come dicevamo in apertura, i remake Disney tendono a essere divisi in due categorie: quelli dei film del Rinascimento sono molto fedeli alla fonte, a volte anche troppo (con l’eccezione di Mulan, appositamente rielaborato per conquistare il pubblico cinese che non aveva particolarmente apprezzato il prototipo animato); gli altri si prendono diverse libertà, in particolare elidendo le canzoni in parte o del tutto (qui ne rimane solo una, come leitmotiv strumentale). E non sorprende che in questa sede accada la seconda cosa, trattandosi di un lavoro di David Lowery che già nel 2016 aveva firmato il remake più libero di tutti, Il drago invisibile (probabilmente avvalendosi del fatto che l’originale non sia così amato o memorabile). In questo caso, pur rispettando a grandi linee la struttura del film del 1953 (tranne la storyline con gli indigeni, completamente eliminata e con un ruolo inedito per Giglio Tigrato), egli dà al tutto un’atmosfera quasi anarchica, esemplificata anche da un dettaglio in apparenza banale come il non voler rispettare la convenzione teatrale di Uncino e George Darling interpretati dallo stesso attore (come accaduto ad esempio nell’adattamento del 2003 targato Universal e Columbia, dove il doppio ruolo era di Jason Isaacs).
L’infanzia perduta
Come nella sua precedente incursione disneyana, Lowery si interessa al percorso dei suoi giovani protagonisti, approfondendo la questione della crescita con pathos e intelligenza (e senza temere di mettere a nudo ciò che negli altri adattamenti tende a essere edulcorato, ossia il lato un po’ psicotico di Peter Pan, qui sottolineato tramite un’interessante riscrittura del suo rapporto con Uncino). E ritrova, tramite quell’approccio, l’anima della storia che è il rapporto tra Peter e Wendy, esplicitato già nel titolo (che poi è quello usato in origine per il romanzo di J.M. Barrie) e qui al centro di una narrazione che non si perde in fiumi di effetti speciali, anzi, integra bene le macrosequenze nel meccanismo introspettivo, in bilico tra avventura e orrore (basti pensare a come è stato reinventato il coccodrillo, non più fonte di humour ma autentico mostro terrificante). Un’avventura che ripropone un classico ma al contempo lo cambia, offrendo alle nuove generazioni un’esperienza che non è esattamente la stessa di sette decenni fa. Perché tutto è già accaduto, e non era necessario farlo accadere di nuovo senza qualche modifica.
La recensione in breve
David Lowery sceglie la strada dell'introspezione per questo rifacimento del film disneyano, sottolineando il lato umano del racconto di Barrie senza cedere alla tentazione dell'effettistica che sovrasta la scrittura.
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Voto CinemaSerieTV