Il film: The Holdovers – Lezioni di vita, 2023. Regia: Alexander Payne. Cast: Paul Giamatti, Dominic Sessa, Da’Vine Joy Randolph, Carrie Preston, Tate Donovan. Genere: Commedia. Durata: 133 minuti. Dove l’abbiamo visto: Al cinema, in anteprima stampa.
Trama: Paul Hunham è un insegnante particolarmente detestato nella facoltà, sia dagli studenti che dai colleghi. Non avendo famiglia né impegni di alcun genere, per le vacanze di Natale del 1970 decide di rimanere in facoltà a seguire gli studenti che non tornano a casa. Tra questi c’è Angus, ragazzo bravo ma indisciplinato; con loro rimarrà anche Mary, la capocuoca.
Alexander Payne torna dietro la macchina da presa a ben sei anni di distanza dal suo ultimo, discusso lungometraggio, Downsizing – Vivere alla grande. Accolto con tepore da critica e pubblico, il film con Matt Damon e Christoph Waltz non convinse particolarmente, costringendo il regista/sceneggiatore premio Oscar a prendersi un periodo sabbatico in cerca di un progetto degno della sua raffinatezza artistica. Basato su una sceneggiatura originale curata da David Hemingson, Payne firma la regia di The Holdovers – Lezioni di vita, che lo riunisce con il mattatore Paul Giamatti dai tempi gloriosi di Sideways – In viaggio con Jack, del 2004.
Nella nostra recensione di The Holdovers – Lezioni di vita, vi racconteremo perché questo film, ingiustamente promosso come “lungometraggio natalizio” sia molto di più di una comoda seppur legittima etichetta cinematografica e commerciale, nascondendo dietro alla pur geniale e sensibile stratificazione di Christmas Movie una commovente disamina della solitudine umana, del peso del passato, del valore dei traumi e dell’America in crisi di valori agli inizi degli anni ’70.
Metti una notte di Natale in facoltà
New England, 1970. Paul Hunham (Paul Giamatti) è un impopolare insegnante di lettere classiche alla Barton Academy a cui viene affidato il compito di supervisionare i quattro studenti che rimarranno nel collegio durante le vacanze di Natale. A loro si aggiunge anche Angus Tully (Dominic Sessa), un ragazzo intelligente ma ribelle costretto all’ultimo minuto a rimanere a scuola dopo che la madre ha deciso di andare in luna di miele con il nuovo marito. Rimasto solo con i cinque adolescenti e Mary Lamb (Da’Vine Joy Randolph), la cuoca che ha recentemente perso il figlio in Vietnam, Paul regola severamente le giornate degli studenti, rendendosi ancora più impopolare. Pochi giorni dopo l’inizio delle vacanze, i genitori di uno dei cinque trattenuti vengono a riprendersi il figlio e si offrono di portare anche gli altri studenti in vacanza con loro, ma dato che la madre di Angus è irraggiungibile l’adolescente è costretto a rimanere da solo alla Barton con Paul e Mary. Impareranno tutti e tre a legare, in un modo o nell’altro.
The Holdovers – Lezioni di vita è un oggetto venuto direttamente dal passato. E lo si intende sin dai primissimi secondi, quando sui titoli di testa campeggia il vecchio logo anni ’70 della Universal Pictures, accompagnato da rumori e stridii di pellicola cinematografica nel proiettore e dalle note sdolcinate di una canzone natalizia del periodo. Sottofondo perfetto per una innevata e sonnolenta facoltà poco fuori Boston, popolata da bambini ed adolescenti di ricca famiglia in procinto di trascorrere dieci giorni di vacanza fuori dalle mura scolastiche. Un ricongiungimento famigliare che però non sarà previsto per la triangolazione di personaggi che danno vita al caloroso ritorno dietro la macchina da presa per Alexander Payne. Che dopo il semi-flop di Downsizing firma forse uno dei suoi migliori prodotti dietro la macchina da presa.
Gli spiriti del Natale passato
Partiamo dall’annosa questione legata al nuovo film di Alexander Payne: The Holdovers – Lezioni di vita è un film di Natale? Sì e no. Lo è perché la sceneggiatura originale curata dal caustico David Hemingson immerge i suoi tre protagonisti in un clima natalizio d’antan e rarefatto, costringendo le sue pedine narrative non solo a trascorrere le vacanze innevate di fine anno assieme, ma a fare i conti con i propri passati traumatici e con il tempo presente, con le proprie asperità e le speranze verso il futuro. Una triangolazione contenutistica che racchiude tutte il senso (e la forza prorompente) di The Holdovers, tripartita in altrettanti personaggi di celluloide straordinariamente complicati.
Al contempo, il nuovo film diretto del premio Oscar Alexander Payne ribalta con grande intelligenza il cliché narrativo del Christmas Movie, adottando soluzioni narratologiche di grande efficacia nelle quali gli elementi fondativi del sotto-genere festivo (la colonna sonora squisitamente impostata su classici e cover stranianti del periodo natalizio di ieri e di oggi, alberi addobbati, regali e tavole imbandite) vengono tramutati dalla penna di Hemingson e dall’occhio registico di Payne in escamotage per raccontare ben altro. Come vi avevamo anticipato precedentemente, The Holdovers – Lezioni di vita è soltanto apparentemente una scintillante e nostalgica confezione natalizia dai buoni sentimenti, a cui preferisce un genuino e commovente scavo psicologico della sua “trinità” di protagonisti, tra spiritelli del passato (quelli, solamente avallati da una lettura più analitica del film) e profonda solitudine.
L’attimo fuggente? No, grazie!
E allora, quale festività meglio del Natale riesce ogni anno nella sua tradizione secolare a celebrare ed elevare il concetto ed i valori di unità famigliare, empatia e compassione verso l’altro? Tutti parametri vitali pericolosamente latitanti nelle vite dei tre protagonisti: a partire dal burbero e cinico professore interpretato da Paul Giamatti, passando per il problematico adolescente “abbandonato” dalla madre dell’esordiente Dominic Sessa, fino alla silenziosa e dolente capocuoca dell’accademia in lutto per il figlio, con il volto di Da’Vine Joy Randolph. Tutti e tre in straziante fuga da un passato di grande sofferenza, da un tempo presente di dolorosa configurazione (quello dei libertini anni ’70 in America) e da un orizzonte futuro di cinica incertezza.
The Holdovers – Lezioni di vita è stato inoltre spesso paragonato (o quantomeno, inserito come nuovo paradigma) al grande cinema del passato incentrato sul rapporto complesso e conflittuale tra insegnanti e nuove generazioni; ma non chiamatelo L’attimo fuggente. Perché la nuova pellicola di Alexander Payne è stata capace anche di scardinare tale pressappochismo narrativo, regalando al pubblico contemporaneo un racconto cinematografico di anime stanche ed anchilosate alla disperata ricerca di amore e comprensione. Lezioni (di vita) che impareranno presto i protagonisti del film, tra convivenze forzate ed improvvisi slanci di vitalistica compassione umana.
Date un Oscar a Paul Giamatti!
Elementi in sceneggiatura che non sarebbe stato di certo possibile portare sul grande schermo con tale e onesta efficacia se Payne ed Hemingson non avessero scelto un trittico di attori d’eccezione. E quindi, The Holdovers è cinema imperdibile non solo per il vulcanico talento in divenire del giovane Dominic Sessa o per le straordinarie doti drammatiche di Da’Vine Joy Randolph, ma anche e soprattutto per il ritorno davanti la macchina da presa di Paul Giamatti alle prese forse con il miglior ruolo cinematografico della sua pur eccezionalmente variegata carriera di attore caratterista.
Dopo ben 19 anni dal successo di pubblico e critica di Sideways – In viaggio con Jack, Giamatti si riunisce con Alexander Payne per dare vita infine ad uno dei migliori prodotti cinematografici americani del 2023, giustamente super-candidato nel corso dell’attuale stagione dei premi e già vincitore di 2 Golden Globe prestigiosissimi, assegnati rispettivamente all’attore statunitense e alla supporting Randolph. Vittoria che Paul Giamatti ha festeggiato un po’ a modo suo, con una cena al fast food, statuetta sul tavolo; in attesa, forse, di un primo, meritatissimo Oscar.
La recensione in breve
Il nuovo film diretto da Alexander Payne spazza via il cinismo che aveva contraddistinto i film e i personaggi della sua carriera di regista confezionando un inedito Christmas Movie capace di scaldare i cuori più duri. Riflettendo su temi quali la solitudine, i traumi del passato, e l'America in trasformazione degli anni '70. Un gioiellino imperdibile.
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