Il film: The Hypnosis (Hypnosen), 2023. Regia: Ernst De Geer. Cast: Herbert Nordrum, Asta Kamma August, Andrea Edwards, David Fukamachi Regnfors, Moa Nilsson, Simon Rajala.
Genere: commedia. Durata: 98 minuti. Dove l’abbiamo visto: al Karlovy Vary International Film Festival, in lingua originale.
Trama: Una coppia partecipa a un incontro per startup, con conseguenze inattese.
Non capita spesso che delle commedie siano selezionate in concorso ai festival internazionali, forse per lo stesso pregiudizio che esiste nei confronti di altri generi come ad esempio l’horror, anch’esso poco considerato nelle sezioni competitive al di fuori di eventi specialistici. È stata quindi una piacevole sorpresa ritrovare in più occasioni, in tale ambito, l’esordio nel lungometraggio dello svedese Ernst De Geer, che ha debuttato a Karlovy Vary, vincendo anche il premio FIPRESCI assegnato da una giuria apposita di critici internazionali (disclaimer: chi scrive era uno dei giurati in questione), e poi partecipato ad altre kermesse come quella di Zurigo e la Festa del Cinema di Roma. Ed è di questo divertentissimo primo film del regista che parliamo nella nostra recensione di The Hypnosis.
La trama: attenti al fumo
André, norvegese, e Vera, svedese, sono una coppia nella vita e sul posto di lavoro, in quanto inventori di un’app dedicata alla salute intima femminile. Per sviluppare questa idea sono riusciti, non senza un po’ di aiuto della madre di lei, a farsi invitare a un evento, lungo un intero weekend, dedicato alle startup più promettenti sul mercato. Prima di partire, Vera si sottopone a una seduta di ipnoterapia per smettere di fumare, al fine di essere al meglio durante le varie presentazioni. E se all’inizio tutto sembra filare liscio come l’olio, presto André e gli altri si rendono conto di una cosa allarmante: l’ipnosi (di cui sono ignari) ha avuto come effetto collaterale la progressiva eliminazione di tutte le inibizioni della donna, e il rischio che lei comprometta non solo il proprio pitch ma anche quelli degli altri si fa alquanto elevato.
Il cast: la coppia che scoppia
Vera è un ottimo ruolo da protagonista per Asta Kamma August, figlia d’arte (i genitori sono l’attrice Pernilla August e il regista Bille August) che da una decina d’anni si sta facendo notare sia in Danimarca che in Svezia, avendo imparato per motivi professionali la lingua del padre esattamente come la sorella Alba, più nota sul piano internazionale grazie alla serie Netflix The Rain. Al suo controllato istrionismo si contrappone l’altro piatto della bilancia, il perfettamente misurato Herbert Nordrum, attore norvegese in ascesa (è apparso, tra le altre cose, nel bellissimo La persona peggiore del mondo di Joachim Trier) che per la parte di André, preso sottogamba da un caos che non è più in grado di contenere, ha vinto riconoscimenti a Karlovy Vary e a Roma.
L’albergo degli orrori
De Geer, anche co-autore della sceneggiatura con Mads Stegger, ha un approccio satirico in parte paragonabile a quello di Ruben Östlund, per la comicità basata sull’imbarazzo e per la scelta di una location solitamente associata al viver bene, ma sotto le trovate sottilmente surreali si cela un cuore decisamente più umanista: ogni siparietto calibrato al millimetro procede di pari passo con l’evoluzione, ben studiata sul piano psicologico e resa molto credibile dalla recitazione dei due attori, di un rapporto di coppia che in questo frangente si fa assecondare dalla critica sociale, anziché essere al servizio di essa. Una premessa per certi versi scontata dà vita a esiti minuziosamente caotici, costruiti con la precisione di un mobile IKEA (anche se Vera, nelle sue condizioni attuali, potrebbe avere problemi con le istruzioni), lungo un percorso che progressivamente riconcilia tutti – personaggi e spettatori – con qualcosa di più libero, spontaneo, quasi animalesco. Da quel punto di vista, la vera ipnosi la effettua il film stesso, ma senza che il pubblico si ritrovi come la protagonista a visione terminata. O almeno così si auspica…
La recensione in breve
Ernst De Geer esordisce nel lungometraggio con una satira precisa e al contempo libera, un bel ritratto di coppia supportato da un'analisi spassosa del mondo delle startup.
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Voto CinemaSerieTV