Il film: Trap, 2024. Regia: M. Night Shyamalan. Cast: Josh Hartnett, Ariel Donoghue, Saleka Night Shyamalan, Alison Pill, Hayley Mills, Jonathan Langdon. Genere: thriller. Durata: 105 minuti. Dove l’abbiamo visto: al cinema, in lingua originale.
Trama: Un uomo scopre che il concerto a cui sta assistendo con la figlia non è quello che sembra.
A chi è consigliato? Agli appassionati di thriller dall’impostazione classica, ai fan di M. Night Shyamalan e a quelli dell’attore protagonista Josh Hartnett.
Da quasi dieci anni M. Night Shyamalan si è reinventato tornando alle origini, lasciandosi alle spalle le produzioni mastodontiche per concentrarsi su thriller dalle dimensioni contenute, che produce in proprio in collaborazione con partner come Blumhouse. Uno stratagemma che gli ha consentito di portare a termine il suo nuovo lungometraggio senza interruzioni durante il duplice sciopero di sceneggiatori e attori nel 2023, poiché la Warner Bros., che distribuisce la pellicola, ha acquistato il progetto solo una volta che è stato completato. Ed eccolo, quindi, pronto a stupire il pubblico in sala nelle ultime settimane dell’estate, con questo nuovo film di tensione di cui parliamo nella nostra recensione di Trap.
Le canzoni del pericolo
Cooper, di professione vigile del fuoco, accompagna la figlia adolescente a un concerto della celebre cantante Lady Raven. Ma qualcosa non lo convince: anche tenuto conto della fama dell’artista, la sicurezza sembra decisamente eccessiva. Difatti, gli svela inavvertitamente uno dello staff, il concerto fa parte di un’operazione delle forze dell’ordine per catturare un feroce serial killer locale noto come il Macellaio. Ironia della sorte, il killer è proprio Cooper, che sta monitorando a distanza la sua vittima più recente, ancora viva (per ora). Col passare dei minuti, e con la figlia allegramente ignara di tutto, egli si fa due domande: come hanno fatto a capire che lui sarebbe stato lì quel giorno? E con tutte le uscite bloccate, sarà possibile lasciare il concerto senza finire in galera?
Il sorriso del killer
A circa vent’anni dal loro primo incontro (come svelato in una recente intervista), Josh Hartnett è finalmente nel cast di un progetto di Shyamalan, e sfrutta l’occasione per esibire tutta la sua versatilità, alternando il sorriso che lo rese un idolo adolescenziale due decenni fa a un lato più oscuro della sua personalità recitativa, dando al killer tutte le sfaccettature necessarie per alimentare il mistero e l’imprevedibilità dell’intreccio (a questo ha contribuito anche il marketing, limitandosi essenzialmente ai primi venti minuti del film in sede di trailer e spot). Al suo fianco varie presenze di un certo spessore, tra cui la simbolica partecipazione di Hayley Mills, che anni addietro fu la giovane protagonista del disneyano Il cow-boy col velo da sposa, il cui titolo originale era The Parent Trap. Come sempre, il regista si ritaglia un cameo, questa volta nei panni di un membro dello staff di Lady Raven. E a tal proposito…
Musica in famiglia
Di non poco conto la questione della famiglia, con il coinvolgimento di due delle tre figlie di Shyamalan: Ishana è evocata tramite la locandina del suo esordio registico The Watchers – Loro ti guardano, uscito in sala due mesi prima di Trap, mentre Saleka, cantante nella vita, interpreta Lady Raven e ha scritto tutte le canzoni usate per il concerto diegetico, assicurandosi che i testi avessero un legame con la progressione narrativa del film. Una collaborazione a dir poco impegnativa (il concerto, a livello puramente tecnico e logistico, è autentico), che va a nutrire quella che è la vera anima della pellicola, riflessione stratificata sulla difficoltà di conciliare il professionale e il privato e sulle varie evoluzioni dei rapporti tra genitori e figli, il vero impianto teorico del progetto insieme a quello più tradizionale della suspense come esperienza puramente ludica.
Trappola cinematografica
Cooper è l’alter ego di Shyamalan? Per certi versi sì perché, come un regista, aveva pianificato tutto e poi deve fare i conti con mille imprevisti, sperando di riuscire a portare a casa il progetto che aveva in mente dall’inizio. Esercizio di tensione molto classico che si trasforma in metafora del controllo creativo che a volte sfugge di mano (ma in questo caso Shyamalan è pienamente al comando dall’inizio alla fine), arrivando persino a spiazzare – ma senza il classico escamotage del finale a sorpresa, o almeno non nella forma a cui ci aveva abituati il regista vent’anni or sono – nella sua volontà di essere calcolato con precisione geometrica e allo stesso tempo libero di uscire dai percorsi predeterminati. Puro e “sporcato” insieme, con un grande regista che ribadisce la semplice, spudorata gioia che prova nel raccontare storie.
La recensione in breve
M. Night Shyamalan si serve del thriller per riflettere sulla famiglia, e sul proprio ruolo di padre, divertendosi a sfidare le aspettative da un momento all'altro.
PRO
- Josh Hartnett è magnetico e inquietante
- La trama è un buon misto di cliché e sorprese
- Il cast di contorno è ottimo
- L'apparato musicale è sopraffino
CONTRO
- Chi non è fan dello stile di Shyamalan difficilmente si ricrederà con questo film
- Voto CinemaSerieTV