Il film: Vincent deve morire (Vincent doit mourir), 2023. Regia: Stéphan Castang. Cast: Karim Leklou, Vimala Pons, François Chattot.
Genere: commedia, thriller. Durata: 108 minuti. Dove l’abbiamo visto: al Festival di Cannes, in lingua originale.
Trama: Un uomo scopre che tutte le persone con cui entra in contatto sono inspiegabilmente assalite dalla voglia di ucciderlo.
A chi è consigliato? Ai fan di storie di genere con declinazioni originali, in particolare quelle di matrice francese.
È stata una delle più belle sorprese dell’edizione 2023 del Festival di Cannes, dove è stato presentato come uno degli eventi speciali della Semaine de la Critique, la sezione parallela indipendente dedicata alle opere prime e seconde. Tra queste, appunto, l’esordio nel lungometraggio di Stéphan Castang, che dopo il debutto sulla Croisette ha fatto il giro dei festival importanti in giro per il mondo prima di iniziare a uscire nelle sale, pronto a conquistare il pubblico con il suo misto perfettamente calibrato di satira e violenza. Un misto di cui parliamo anche in questa nostra recensione di Vincent deve morire.
Coraggio, fatti ammazzare!
Vincent Borel lavora come grafico a Lione, e la sua vita è dettata da una banale routine quotidiana. Poi, un giorno, dal nulla, i suoi colleghi sono colti da una misteriosa furia omicida con un unico bersaglio: Vincent. Fuggendo dall’ufficio, egli scopre che la cosa non riguarda solo il suo ristretto ambiente lavorativo: quasi tutti quelli che entrano in contatto visivo con lui hanno improvvisamente voglia di ammazzarlo a tutti i costi, senza alcuna spiegazione logica. Scappando in giro per la Francia, viene a sapere di altri individui perseguitati da vittime del misterioso raptus, e scopre che è utile procurarsi un cane, poiché l’amico a quattro zampe è in grado di identificare in anticipo chi avrà intenzioni ostili. A parte il quadrupede, l’unico altro elemento positivo nelle vicinanze è una cameriera, Margaux Lamy, che sembra non essere affetta dal bislacco morbo che trasforma tutti in pazzi furiosi…
Lui, lei e il cane
A livello recitativo è quasi tutto incentrato sul volto e sugli occhi disperati di Karim Leklou, la cui energia stoica è perfetta per la parte di Vincent, braccato da tutti e raramente in grado di prendersi una pausa per rilassarsi. Al suo fianco l’altrettanto grintosa Vimala Pons, una delle poche presenze secondarie che non ha bisogno di essere costantemente in modalità pazzoide, e quindi contribuisce in maniera vitale ai momenti più calmi del film, quando la componente cruenta lascia un po’ di spazio all’introspezione e alla sintonia tra due grandi interpreti. Menzione doverosa per il cane, che ovviamente a Cannes era uno dei favoriti per il mitico Palm Dog, premio speciale assegnato al miglior attore canide nei film delle varie sezioni del festival.
Gli ultimi giorni dell’umanità?
Grande cinema apocalittico a piccolo budget, il film di Castang è l’ennesimo bell’esempio di come sia possibile costruire un mondo intero, dalle implicazioni potenzialmente globali, con mezzi limitati. Dagli spazi claustrofobici dell’ufficio alle solo apparentemente più espansive situazioni all’aria aperta, per poi tornare a contesti ristretti con scene ambientate nella macchina di Vincent, è un microcosmo molto francese che però si fa simbolo di un’intera comunità mondiale destinata, forse, a morire per via di questo morbo inspiegabile (i parallelismi con i recenti scenari pandemici, soprattutto quando il protagonista deve isolarsi dal resto della società, sono abbastanza palesi ma non per questo meno suggestivi). E in questa piccola apocalisse dove c’è appena un filo di speranza si cela sin dall’inizio qualcosa di più grande, cioè la promessa di un nuovo, intrigante talento di genere nel cinema europeo odierno. Vincent dovrà forse morire, ma la carriera di Castang sembra destinata a crescere egregiamente.
La recensione in breve
Stéphan Castang esordisce nel lungometraggio con tocco sicuro, firmando una piccola ma molto efficace apocalisse in contesto francese.
Pro
- La premessa è geniale nella sua semplicità
- Gli attori sono fenomenali
- L'apocalisse realizzata con pochi mezzi ha il suo fascino
Contro
- Il film finisce sul più bello
- Voto CinemaSerieTV