Il film: Volare, 2024. Regia: Margherita Buy. Genere: Commedia. Cast: Anna Bonaiuto, Giulia Michelini, Euridice Axen, Francesco Colella, Roberto De Francesco, Maurizio Donadoni, Pietro Ragusa, Massimo DeFrancovich, Elena Sofia Ricci. Durata: 100 minuti. Dove l’abbiamo visto: Anteprima Festa del Cinema di Roma.Trama: La paura di volare, così irrazionale e umana, attanaglia AnnaBì, un’attrice di talento che potrebbe aspirare al successo internazionale se salisse su quel maledetto aereo per la Korea. Anche la sua vita privata è appesa a un aereo. Riuscirà a vincere la sua paura?
Margherita Buy è un’interprete versatile e talentosa, che passa senza soluzione di continuità da ruoli leggeri, se non addirittura leggerissimi, a maiuscole prove drammatiche. Che poi la cifra comica sia quella che la rispecchia di più, è una nota a margine e come tale ve la presentiamo. Non cambia il senso delle nostre parole quando la definiamo unica. Era solo questione di tempo, quindi, il suo debutto come regista. Il suo Volare è una commedia piacevole e bizzarra, dedicata a una delle paure più difficili da superare: quella del volo. Tanto più grande quanto si mescola a un desiderio altrettanto umano e vitale, ossia viaggiare, conoscere, andare oltre i propri confini. Icaro docet. Come vedremo nella nostra recensione di Volare, Margherita Buy confeziona un film divertente, dimostrando di aver appreso la lezione dei suoi grandi maestri. Non tutto è perfetto, ma gli inizi servono anche a delinerare ciò che in futuro potrà svilupparsi e crescere.
La trama: paura di cadere o voglia di volare?
AnnaBì è un’attrice di successo che ha un solo grande problema: il terrore di prendere l’aereo. Una paura irrazionale che però blocca la sua vita con conseguenze terribili. La prima è quella di dover rinunciare a partecipare a un film d’autore in Corea. La seconda, ancora più delicata, è l’impossibilità ad accompagnare la figlia, neo studentessa di Stanford, nel suo viaggio a Los Angeles. Tra una scena e l’altra della fiction Eroi della finanza, litiga furiosamente con l’agente che le preferisce Elena Sofia Ricci e decide di prendere il toro per le corna. Frequenta così una due giorni di un seminario per superare l’angoscia del volo, organizzato da una psicologa e da un pilota.
Assieme ad altri sventurati, tra cui una sua fan estremista, AnnaBì si sottopone a un trattamento d’urto. Seguendo il più classico percorso terapeutico comportamentale, il gruppo deve salire su un aereo, in una piccola tratta nazionale. Quando si ha paura di qualcosa, qualsiasi cosa, la prima reazione è scappare a gambe levate (e lo fanno). Ma non è sempre possibile. Soprattutto non è consigliabile vivere una vita in cui le fobie impediscono di compiere anche il più piccolo passo. Così, come i pugili che nonostante le ferite si lanciano contro i colpi degli avversari, i protagonisti del film fanno il loro meglio per diventare adulti.
Memorie di AnnaBì
Immaginate la Camilla di Maledetto il giorno che t’ho incontrato, cresciuta e con giusto un po’ meno frenesie. È diventata un’attrice di successo in fiction atroci e apparentemente senza fine come Eroi della finanza. Fa la spesa al mercato dai fruttivendoli di fiducia, conserva la crema idratante in frigo, si concede il lusso di respingere al mittente l’offerta di un regista coreano famosissimo. Ha un matrimonio naufragato alle spalle, una figlia che sta per andare a Stanford e un padre che fa le parole crociate quando lei prova a coinvolgerlo nelle sue disavventure. Dulcis in fundo, ha una paura terribile di prendere l’aereo. Eccovi l’AnnaBì di Volare. Un personaggio singolare, con tante buone qualità nascoste sotto una coltre di idiosincrasie di ogni genere. Anna è un’eroina con cui si empatizza facilmente e anche se alle volte può apparire davvero troppo sopra le righe, le sue sono stranezze che vediamo con tenerezza.
Nel blu
Non possiamo parlare di sorpresa. Volare è esattamente quello che ci si aspetta da un’attrice/autrice che negli anni ha costruito (anche) un’immagine (artistica) di adorabile nevrotica. Al servizio di autori che hanno sostenuto come meglio non potevano questa indole dolcemente complicata. C’è da dire poco su questo: Margherita a Buy è una delle più brave interpreti umoristiche di casa nostra, che nei suoi lunghi anni di frequentazione dei set è stata una spugna impeccabile. Per questo suo debutto dietro alla macchina da presa, Margherita Buy compie un’operazione intelligente. Gioca cioè sul sicuro descrivendo un mondo che conosce benissimo (che poi è una delle prime regole della scrittura) con un tono a lei estremamente familiare, a metà tra sarcasmo e disillusione.
In Volare risuonano echi morettiani nella descrizione dell’ambiente/cinema (Gli eroi della finanza somigliano ai film di serie B come Mocassini assassini citati ne Il caimano) e di un’alta borghesia intellettuale che prova a oltrepassare i confini dorati in cui è rinchiusa. E c’è un pizzico di Verdone, come detto, nel racconto di certe fragilità psicologiche in cui ci rispecchiamo senza vergogna. Non a caso i due film in cui brillava la premiata ditta Buy-Verdone erano in qualche modo legati alla psicanalisi. Diciamo questo non per sminuire il lavoro della Buy, anzi. Vogliamo lodare questa sua capacità di attingere a temi e poetiche che le sono connaturali.
È nata un’autrice?
La domanda più che lecita è allora cosa apporti di suo Margherita Buy in Volare. Indubbiamente c’è una mano felice nella direzione degli attori che al suo comando diventano un’orchestra ben armonica. C’è anche talento nella scrittura, intessuta di un umorismo mai banale o triviale. La sceneggiatura composta assieme a Doriana Leondeff e Antonio Leotti immortala benissimo il carattere della protagonista. E riesce bene anche a mostrare le caratteristiche degli altri personaggi, soprattutto quelli che con Anna B. affrontano il percorso “terapeutico”, anche se restano solamente abbozzati. Peccato per qualche lungaggine di troppo e per un ritmo che non resta sempre elevato. Il racconto procede a strappi, alcuni molto divertenti (se non esilaranti, come il cameo di Giuseppe Piccioni nei panni dell’hair stylist delle dive), altri più pacati, come la parentesi dedicata al rapporto col padre, non sufficientemente sviluppata.
Bellissimo invece, come detto, il blocco sulla “terapia di gruppo” dove ci sono le parti più riuscite. Grazie anche a una Giulia Michelini adrenalinica che ruba la scena agli altri. Altrettanto graffianti le prove di due attrici di razza, Anna Bonaiuto ed Elena Sofia Ricci. Nel complesso quindi vediamo con favore l’esordio dietro alla macchina da presa della Buy, che al pari di un’altra brava esordiente come Paola Cortellesi regista di C’è ancora domani, può giocarsela benissimo. Certo, su quale sia la sua idea di mondo della Buy regista, fatichiamo al momento a dare una risposta netta. Perché Volare ci è sembrata sì un’opera piacevole, ma un po’ fine a sé stessa. Frutto di un desiderio di raccontare qualcosa di importante, in maniera buffa, ma che non risponde, non ancora almeno, a un sistema di idee e stile. Ma abbiamo totale fiducia in lei.
La recensione in breve
Margherita Buy attinge a piene mani dai suoi autori del cuore e ci consegna un esordio registico acerbo. Alla fine il succo della storia, ovvero che le paure ce le teniamo ma proviamo a superarle grazie alle persone che hanno un reale interesse umano per noi, è un messaggio condivisibile.
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