Il film: Wonka, 2023. Regia: Paul King. Cast: Timothée Chalamet, Hugh Grant, Olivia Colman, Keegan Michael-Key, Sally Hawkins. Genere: Fantasy, Musical. Durata: 116 minuti. Dove l’abbiamo visto: Al cinema, in anteprima stampa.
Trama: La storia del giovane Willy Wonka e precisamente il racconto dell’avventura che lo portò a fare la conoscenza degli Oompa-Loompa.
Prendete il maestro cioccolatiere più celebre della letteratura e del cinema, trasportatelo all’età della giovinezza e spruzzate tutto con un irresistibile tocco musical, tra fiaba e racconto illustrato per ragazzi. Questi sono gli ingredienti principali del successo di Wonka, film prequel diretto dal regista britannico Paul King, che dopo aver lavorato dietro la macchina da presa al tenerissimo Paddington e al suo sequel si cimenta in un liberissimo adattamento dei personaggi creati da Roald Dahl nel suo celeberrimo “La fabbrica di cioccolato”, da cui due titoli cinematografici precedenti.
Nella nostra recensione di Wonka, in uscita nelle sale italiane a partire da giovedì 14 dicembre con Warner Bros. Pictures, apriremo le porte della semplice magia di un prequel che si appresta al meritato successo commerciale grazie ad un protagonista con il volto di Timothée Chalamet, sempre più mattatore post-moderno capace di attrarre in sala un cospicuo numero di spettatori di tutte le età.
La trama: sogni di cioccolato
Il giovane cioccolataio Willy Wonka (Timothée Chalamet) arriva in una nuova città con il sogno di aprire una cioccolateria alle Galeries Gourmet. Tuttavia, i suoi primi sforzi sono vani, dato che Wonka incontra l’opposizione dei tre affermati cioccolatai del luogo, Slugworth (Paterson Joseph), Prodnose (Matt Lucas) e Fickelgruber (Matthew Baynton), che gli aizzano contro la polizia. Inoltre Willy è stato raggirato dalla sua padrona di casa, l’avida signora Scrubbit (Olivia Colman), che esige un affitto esorbitante e costringe il giovane a lavorare nella sua lavanderia quando non si può permettere di pagare. Mentre viene sfruttato dalla Scrubbit, Willy conosce Noodle (Calah Lane), Abacus (Jim Carter), Piper, Larry e Lotte, anche loro costretti a lavorare nella lavanderia, e i cinque gli raccontato che Slughworth, Prodnose e Fickelgruber gestiscono un cartello del cioccolato, con sede nelle fondamenta della parrocchia gestita da Padre Julius (Rowan Atkinson). Grazie a un sotterfugio, Willy riesce a evadere dalla lavanderia e a cominciare a vendere il cioccolato insieme a Noodle, a cui rivela che la sua passione per il dolce nasce dall’ultimo regalo fattogli dalla madre prima di morire: una barretta di cioccolato.
Ecco gli esordi di uno dei personaggi della letteratura per ragazzi più celebrati ed iconici di sempre. Dalla caustica ed intelligentissima penna di Roald Dahl al grande schermo, il maestro cioccolatiere Willy Wonka non finisce di ispirare il cinema popolare. Non solo quindi l’immortale (ed enigmatico) Gene Wilder e l’istrionico Johnny Depp, ora spetta alla superstar Timothée Chalamet regalare nuovamente al cinema contemporaneo quel mondo di pura immaginazione che nel 1971 aveva stregato generazioni intere con il primo fim cult. Tornando però indietro nel tempo, nella giovinezza dello stesso Willy Wonka.
Cinema illustrato per ragazzi sognatori
Sia chiaro: il Wonka diretto da Paul King e scritto dallo stesso assieme a Simon Farnaby non è un capolavoro, né si avvicina alla magia perversa e provocatoria non solo del romanzo originario di Roald Dahl, ma nemmeno del film di culto del 1971 diretto da Mel Stuart. A metà strada tra la colorata malinconia de La fabbrica di cioccolato di Tim Burton e un musical di tutto rispetto, Wonka è il prequel che non ti aspetti. Un po’ perché il regista britannico catapultatosi alla ribalta qualche anno fa con Paddington e Paddington 2 non tradisce se stesso e mantiene dietro la macchina da presa tutta l’innocente magia che aveva contraddistinto i suoi due lungometraggi precedenti, e poi perché sembra voler spazzare via anche i più profondi rigurgiti di cinismo dello spettatore meno smaliziato con una chiave musical semplicemente accattivante.
Più che racconto della giovinezza di Willy Wonka tout court, il film con Timothée Chalamet e Hugh Grant è omaggio e celebrazione dei migliori sentimenti che il romanzo di Dahl e le due trasposizioni cinematografiche che lo hanno preceduto hanno donato in lascito alle generazioni a venire. Lontanamente ispirato ai personaggi originali creati dalla puntuta penna dello scrittore britannico, Wonka metta in scena un racconto per grande schermo liberissimo dai legacci letterari e cinematografici, capace di camminare sulle proprie gambe senza essere antefatto diretto delle pagine del romanzo cult, né soggiogato dalle ingombranti personificazioni passate di Gene Wilder e Johnny Depp.
Il super-potere di Timothée Chalamet
Tutto questo funziona perché Paul King sa esattamente come modellare il proprio stile dietro la macchina da presa e i propri stilemi anche se gli si viene assegnato un progetto big-budget. A differenza della tenera ed accogliente saga famigliare dell’orsetto Paddington, qui King si cimenta in un libero adattamento che sembra letteralmente uscito da un vivace racconto illustrato per ragazzi; dall’assetto visivo (la CGI c’è, ma poca e forse anche troppo squilibrata quando fa capolino sul grande schermo) alla ricostruzione suggestiva ed immaginifica della grande città immaginaria in cui si svolge il film (la metropoli possiede alcune delle caratteristiche architettoniche delle maggiori capitali europee di fine Ottocento), Wonka è coloratissima e stravagante celebrazione del potere dei sogni e della magia del cioccolato. Retrogusto dolcissimo per un lungometraggio orgogliosamente imperfetto, pop e dalle note musicali orecchiabilissime.
Ciliegina sulla torta è Timothée Chalamet, protagonista di un prequel che ne esalta tutte le imprevedibili qualità recitative. Da nuova icona queer nel premiatissimo Chiamami col tuo nome a volto epico e scultoreo nelle mani di Denis Villeneuve nella saga Dune, il giovane attore statunitense qui stupisce per verve e senso del scene-stealing, cimentandosi anche in più di qualche canzone originale che lo impongono come volto versatilissimo di un nuovo cinema giovanile capace di rapire frotte di spettatori grandi e piccini al solo richiamo della sua voce. Una carta vincente che suggella il successo generale di un blockbuster natalizio semplicemente perfetto, pur con qualche difettuccio.
Un prequel di tutto rispetto
Certo, non tutto torna nel racconto della gioventù di Willy Wonka. Il lavoro di CGI sul volto dell’inedito (e a tratti, inquietante) Oompa-Loompa di Hugh Grant è spesso fastidiosamente posticcio rispetto alla magica artigianalità di scenografie e costumi, eppure Wonka sa stupire ed avvinghiare con la sua irresisitibile nonchalance un vastissimo pubblico trasversale. Saranno le canzoni, il gran cast che accerchia con divertimento e simpatia il grande Chalamet (su tutti, una gigionesca ed esilarante Olivia Colman che pare uscita da una grossolana parodia de I Miserabili di Victor Hugo), ma il prequel diretto dal regista britannico convince e centra il suo bersaglio con precisione chirurgica.
In definitiva, il prequel dedicato al cioccolataio più famoso del cinema e della letteratura per l’infanzia è senza mezzi termini, una delizia per gli occhi e per il cuore. Un trionfante musical fantasy diretto e scritto da Paul King che, dopo i primi due capitoli di Paddington, si impone una volta per tutte come uno dei maggiori autori di cinema per ragazzi, mentre Timothée Chalamet si (ri)conferma giovane mattatore d’altri tempi. A volte, bastano questi pochi ingredienti per preparare la ricetta del film per le festività natalizie perfetto.
La recensione in breve
Il prequel dedicato al cioccolataio più famoso del cinema e della letteratura per l'infanzia è una delizia per gli occhi e per il cuore. Musical fantasy diretto e scritto da Paul King, che dopo i primi due capitoli di Paddington si impone come uno dei maggiori autori di cinema per ragazzi, mentre Chalamet si conferma giovane mattatore d'altri tempi.
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