Venerdì 9 dicembre ha debuttato su Netflix per tutti gli abbonati il Pinocchio scritto e diretto da Guillermo del Toro, un progetto realizzato in animazione stop motion che rivisita la classica fiaba di Carlo Collodi infondendola di uno spirito dark estremamente politico che non sfigura nella poetica e nella filmografia del cineasta messicano vincitore dell’Oscar. Un film che che abbiamo amato e di cui vi abbiamo parlato con grande entusiasmo nella nostra recensione.
Per questo motivo, quale momento migliore per celebrare l’uscita sulla piattaforma di streaming del primo film d’animazione diretto dal regista latinoamericano con la classifica di tutti i film di Guillermo del Toro dal peggiore al migliore? Nonostante alcune posizioni in classifica senza dubbio discutibili per chi la leggerà, siamo sicuri di interpretare l’affetto incontrastato verso questo straordinario autore dietro la macchina da presa, che nella sua carriera ha cambiato e continua a cambiare le regole del cinema fantastico.
12. Blade II (2002)
Nel 2002 Guillermo del Toro accoglie il testimone di Scott Derrickson e firma la regia del sequel di Blade, personaggio appartenente alla Marvel Comics che nel 1998 aveva avuto il suo battesimo del fuoco sul grande schermo, con protagonista un azzeccato Wesley Snipes. Scritto da David S. Goyer, il seguito arriva nelle sale di tutto il mondo quattro anni dopo il primo capitolo e convince più del precedente, aprendo la strada a del Toro nella realizzazione del primo film dedicato al suo supereroe preferito, Hellboy.
In Blade il nostro protagonista supereroe, per metà uomo e per metà vampiro, è costretto a fare squadra con un team di vampiri potentissimi per sconfiggere un nuovo super-vampiro mai affrontato prima dalla loro specie; quest’ultimo deve essere necessariamente sconfitto per evitare la cancellazione sia della razza umana che di quella dei vampiri.
11. Pacific Rim (2013)
Che Guillermo del Toro fosse un nerd e un fanboy di prim’ordine è facilmente intuibile se si va a scandagliare la sua filmografia dietro la macchina da presa e la tipologia di film che ha diretto e che continua a realizzare con passione. La stessa passione e senso dell’entertainment che ha profuso dietro la macchina da presa di Pacific Rim, film originale scritto dallo stesso assieme a Travis Beacham e che omaggia con grande senso dell’azione i mostriciattoli giganti che hanno reso celebre il cinema giapponese del passato e i cosiddetti “mecha”, ovvero dei robot che fanno parte della letteratura del paese orientale, specialmente nei manga e negli anime.
Il risultato è un blockbuster divertentissimo ma senza grandi pretese, che racconta di mostri pericolosissimi chiamati Kaiju che emergono dalle profondità del mare, minacciando di distruggere l’umanità stessa; per contrastare questa minaccia, vengono realizzati dei robot chiamati Jaeger, controllati da due o più piloti collegati da un ponte neurale. Basteranno per frenare l’avanzata sulla Terra dei temibili Kaiju, oppure l’umanità dovrà ricorrere ad armi ancora più potenti?
10. Crimson Peak (2015)
Due anni dopo l’uscita nelle sale di Pacific Rim, Guillermo del Toro firma la regia di Crimson Peak, film dell’orrore che omaggia nella struttura narrativa e nelle ambientazioni evocative il grande cinema del brivido degli anni ’50 e ’60 e che si rifà ai titoli cult di genere che il regista ha da sempre adorato, a partire dai classici Gli invasati di Robert Wise e Suspense di Jack Clayton.
Nel film con protagonisti nel cast interpreti del calibro di Tom Hiddleston, Jessica Chastain e Mia Wasikowska, all’indomani di una tragedia familiare, l’aspirante scrittrice Edith Cushing è combattuta tra l’amore per il suo amico di infanzia e un misterioso baronetto che vorrebbe sposarla e portarla con sé nella sua sinistra magione in Inghilterra. Una casa che però sembra vivere delle tragedie a essa legate, tra veri e propri fantasmi del passato che la tormentano e una minaccia nel sottosuolo che attende di essere liberata….
9. Mimic (1997)
Secondo lungometraggio dietro la macchina da presa per Guillermo del Toro e il primo in assoluto girato fuori dal Messico e in lingua inglese, Mimic è l’adattamento liberamente ispirato a un racconto breve omonimo di Donald A. Wolheim e che ha debuttato nelle sale di tutto il mondo a partire dal 1997. Un film tra l’horror e la fantascienza che già sottolinea quanto il genere fantastico in tutte le sue declinazioni sia la materia di maggiore interesse per il cineasta latinoamericano.
Nella metropolitana di New York compaiono degli insetti giganteschi, frutto di un esperimento genetico andato male la cui responsabile è una scienziata (interpretata da Mira Sorvino) che, aiutata da un team di colleghi e altre conoscenze, dovrà affrontare e debellare questi animali che stanno sempre più prendendo piede a New York e il cui potere principale è quello del mimetismo dei movimenti dell’essere umano.
8. Cronos (1993)
Primo lungometraggio cinematografico per Guillermo del Toro e anche la prima di tre pellicole realizzate in lingua spagnola. Cronos segna il debutto sul grande schermo per il regista e sceneggiatore latinoamericano, qui alle prese con un film horror che mescola elementi tipicamente fantasy e vampirici. Nel cast del film presentato con grande successo alla Settima della Critica del 46° Festival di Cannes, l’attore argentino Federico Luppi e il feticcio di del Toro Ron Perlman.
Un alchimista sfuggito all’Inquisizione nel XVI secolo si rifugia in Messico portando con sé la sua straordinaria scoperta: un meccanismo capace di fermare il tempo, ma che induce chi lo usa a doversi cibare di sangue umano per l’eternità, diventando così un vero e proprio vampiro. Negli anni Trenta il meccanismo dell’alchimista viene scoperto per caso da un anziano antiquario; peccato che alla macchina che dona la vita eterna è interessato anche il miliardario Dieter De La Guardia.
7. Hellboy (2004)
Uno dei sogni nel cassetto di Guillermo del Toro è sempre stato quello di dirigere un adattamento cinematografico del suo supereroe preferito, ovvero Hellboy, creatura a fumetti creata dalla fantasia di Mike Mignola per la Dark Horse Comics. Un sogno che diventa realtà per ben due volte: prima con il film uscito nelle sale di tutto il mondo a partire dal 2004, poi con un sequel ancor più bello quattro anni dopo. Nei panni dello scontroso supereroe Ron Perlman, affiancato da un casto eterogeneo formato anche da John Hurt, Selma Blair, Doug Jones e Jeffrey Tambor.
1944: un rituale magico generato da un gruppo di nazisti porta alla creazione di un bambino dall’aspetto demoniaco. Salvata dal dottor Broom, questa creatura inizia a lavorare presso il Broom’s Bureau, un istituto per la difesa del paranormale; con il tempo, Hellboy si rende conto di quanti poteri possiede e diventa un celebrato detective dal carattere ruvido e burbero, ma dal cuore d’oro.
6. La fiera delle illusioni – Nightmare Alley (2021)
Primo e unico lungometraggio (almeno per il momento) diretto da Guillermo del Toro in cui non è presente l’elemento sovrannaturale. Ispirato al romanzo omonimo di William Lindsay Gresham, il film uscito lo scorso anno ha avuto un ottimo successo durante la stagione dei premi, ottenendo ben quattro candidature all’Oscar tra cui quelle al miglior film, fotografia, scenografia e costumi. Il cast corale, poi, è formbidabile: non vi bastano Bradley Cooper, Cate Blanchett, Rooney Mara, Richard Jenkins, Willem Dafoe, Toni Collette, Ron Perlman e David Strathairn?
Ci troviamo nell’America della Grande Depressione, quando l’ambizioso Stanton ‘Stan’ Carlisle fa esperienza in un circo e con il tempo riesce a manipolare le persone ricorrendo all’uso delle sue doti di imbonitore. La sua vita cambierà inaspettatamente quando incontrerà la psichiatra Lilith Ritter, una donna molto più pericolosa e subdola di lui, allo stesso tempo affamata di soldi.
5. Hellboy: The Golden Army (2008)
Quattro anni dopo il successo nelle sale del primo Hellboy, Universal Pictures affida nuovamente a Guillermo del Toro la regia del sequel, The Golden Army. Un secondo capitolo ancor più personale e sentito rispetto al lungometraggio del 2004, una vera e propria fiaba dark che deve moltissimo ai film precedentemente diretti da del Toro (su tutti, Il labirinto del fauno), alla sua poetica e all’assetto visivo dei personaggi, dei costumi e delle ambientazioni.
Quando avviene la rottura di un’antichissima tregua fra la razza umana e il cosiddetto “regno fantastico”, per la Terra sembra mettersi male, minacciata da una guerra totale che sta per scatenarsi e guidata da un leader spietato che vuole appropriarsi del dominio di entrambi i mondi. A sfidarlo, sarà Hellboy con la sua fedele squadra del Broom’s Bureau, in una delle missioni più pericolose e avvincenti della sua carriera di detective del paranormale.
4. La spina del diavolo (2001)
Secondo lungometraggio in lingua spagnola per Guillermo del Toro e primo di un’ideale trilogia cinematografica dedicata al legame tra fascismo nell’Europa del Novecento ed elementi sovrannaturali. Uscito nel 2001 con ottimo riscontro di critica e pubblico, La spina del diavolo è senza dubbio tra i film più riusciti del regista messicano, quello che forse più degli altri ha messo in chiaro quali sono gli elementi e le ossessioni artistiche di del Toro che lo hanno reso celebre in tutto il mondo.
Ma di cosa parla La spina del diavolo? Il film si svolge nella Spagna della fine degli anni ’30; il dodicenne Carlos viene abbandonato dal suo tutore in un decadente e minaccioso orfanotrofio nell’entroterra. All’interno di questa struttura fa amicizia con Jaime, un adolescente molto irrequieto che con le sue scorribande funge da leader di tutti gli altri ragazzi dell’orfanotrofio di Santa Lucia. Qualcosa però non va come dovrebbe nell’istituto, visto che la direttrice, un professore, una maestra e il portiere sembrano nascondere tutti un segreto terribile…
3. La forma dell’acqua (2017)
Medaglia di bronzo per il film più premiato nella carriera dietro la macchina da presa di Guillermo del Toro; nel 2017 viene presentato in concorso alla 74° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia La forma dell’acqua – The Shape of Water, basato su una sceneggiatura originale curata dallo stesso regista assieme a Vanessa Taylor. Una fiaba che mescola con grande equilibrio elementi dell’horror degli albori, fantascienza e romanticismo, senza dimenticare di affrescare un dipinto cinematografico sull’inclusività e sul valore della diversità. Leone d’Oro a Venezia e quattro premi Oscar, tra cui miglior film e miglior regia.
Nel 1963 nell’America segnata dalla guerra fredda, in un laboratorio governativo segreto ad alta sicurezza lavora la solitaria Elisa, muta dalla nascita e intrappolata in un’esistenza di silenzio e isolamento. La sua vita cambia però in maniera inevitabile quando con la collaboratrice Zelda scopre un esperimento classificato come segreto, una creatura della quale si innamorerà perdutamente.
2. Pinocchio (2022)
Medaglia d’argento per il primo lungometraggio d’animazione diretto dal cineasta messicano, un vero e proprio miracolo cinematografico in stop motion che si aggiudica la seconda posizione dei migliori film mai realizzati da Guillermo del Toro. Sono centinaia le riduzioni per il grande e piccolo schermo dedicate alla fiaba di Carlo Collodi, ma mai nessuna è stata come quella partorita dalla mente geniale del regista latinoamericano, qui coadiuvato dalla co-regia di Mark Gustafson e dalla sceneggiatura a cui ha collaborato anche Patrick McHale; il risultato è quello che pare mirabilmente chiudere un’ideale trilogia antifascsita iniziata con La spina del diavolo, continuata con Il labirinto del fauno e terminata con questo indimenticabile Pinocchio.
Nel film d’animazione targato Netflix, Pinocchio è un burattino di legno che nell’Italia fascista degli anni ’30 prende vita e sogna di diventare un bambino vero: un bambino che fa di tutto per vivere secondo le aspettative del padre e si strugge, in conflitto tra amore e disobbedienza. Una rilettura audace, dark e matura di una delle fiabe europee più amate e trasposte di sempre che qui prende nuova vita grazie alla straordinaria animazione in stop motion.
1. Il labirinto del fauno (2006)
Il miglior film di Guillermo del Toro? Per noi è senza dubbio Il labirinto del fauno, immaginifica e commovente fiaba dark che è stata presentata con grande successo di pubblico e critica al Festival di Cannes 2006 e che da lì in poi ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti in tutto il mondo, incluse sei candidature all’Oscar e tre statuette vinte per il miglior trucco, la fotografia e la scenografia. Un distillato semplicemente perfetto di tutte le ossessioni cinematografiche e le ispirazioni storico-artistiche che lo hanno reso un autore dietro la macchina da presa celebre in tutto il mondo. Da quando questo film ha debuttato nelle sale di tutto il mondo nel 2006, del Toro è diventato a tutti gli effetti un marchio artistico riconoscibile a livello globale.
Il film è ambientato nel 1944 , quando un’adolescente viaggia con la madre e il padre adottivo nelle zone rurali della Spagna del Nord, dopo la vittoria di Francisco Franco. Lì la giovane incontra un fauno che le promette un regno fantastico, a patto però che superi tre prove pericolosissime: realtà oppure tutto frutto della sua fervida immaginazione?