Da Il mago di Oz, passando per l’opera letteraria Strega – Cronache dal Regno di Oz in rivolta di Gregory Maguire, senza dimenticarsi di andare a vedere cosa c’è dietro il famoso arcobaleno di Dorothy. Questi , e molti altri, sono gli elementi che hanno definito il lungo cammino intrapreso da Wicked negli ultimi 20 anni. Un viaggio iniziato dalle suggestioni di un film del 1939 in technicolor, dove la distinzione tra bene e male è nettamente definita, esploso poi sui palcoscenici di Broadway ed ora arrivato sul grande schermo.
In tutti questi i passaggi, la narrazione si è allontanata da quel punto di partenza, fonte d’ispirazione, per intraprendere una evoluzione sicuramente più interessante all’insegna della sfaccettatura dei personaggi ed una visione d’insieme più profonda. Perché, se è vero che tutti, almeno una volta nella vita, vogliono essere Popular, non è detto che questa rappresenti necessariamente la strada dorata da percorrere. Tenendo in considerazione questa visione, dunque, proviamo a ricostruire la storia di Wicked, il musical che ha fatto impazzire Broadway e che, dal 21 novembre, arriva al cinema nella sua prima parte con Ariana Grande e Cynthia Erivo.
C’erano una volta Elphaba e Glinda
Come spesso accade, le storie migliori iniziano sempre dalla parola scritta. In questo caso si tratta di quella tracciata da Gregory Maguire che, nel 1995 pubblica Strega – Cronache dal Regno di Oz in rivolta. Il romanzo, come il titolo suggerisce immediatamente, prende spunto dalle atmosfere già create da L. Frank Baum. A differenza dell’intreccio proposto ne Il mago di oz, però, qui si cerca di portare indiretto la cronologia letteraria, puntando l’attenzione sul passato della famigerata Strega dell’Ovest e degli eventi che l’hanno trasformata dalla giovane e brillante Elphaba nel nemico per eccellenza.
In questo processo evolutivo, dunque, un ruolo importante è svolto dal rapporto non sempre privo di contrasti con Glinda, destinata a diventare la Strega buona del Sud, cui si aggiunge un regno di Oz completamente diverso da quello riportato dalla tradizione letteraria. In questo caso, infatti, ci si trova completamente immersi in un universo corrotto, governato da un tiranno e diviso da profonde disuguaglianze. Elphaba, a causa del suo aspetto diverso, viene ostracizzata e perseguitata. Ma la ragazza non si arrende e decide di lottare per la giustizia, diventando così un simbolo di ribellione e di speranza.
Il romanzo di Gregory Maguire, dunque, ha ottenuto un successo immediato grazie proprio al suo lavoro di modernizzazione di un classico. L’autore, infatti, prende solamente in prestito personaggi ed ambientazione per andare a definire una struttura ben più complessa dove la sfumatura tra bene e male non è mai definita. All’interno di questa zona, poi, crea spazio per evolvere una serie di tematiche culturalmente importanti come l’oppressione di un mondo dispotico, la segregazione, la ricerca di se stessi e il valore essenziale dell’amicizia oltre le differenze.
Wicked, l’inaspettato smash di Broadway
Nel gergo teatrale di Bradway con l’espressione “to be a smash” s’intende un successo fragoroso, incredibile ed inarrestabile. Esattamente quello che è stato il musical Wicked, adattato proprio dal romanzo di Maguire e ispirato al mondo di Oz. All’inizio, però, nulla lasciava presagiva quanto sarebbe accaduto. In effetti, dopo il suo debutto nel 2003, lo spettacolo viene stroncato e, nel migliore dei casi, non compreso dalla critica. Nonostante l’opinione di giornali particolarmente accreditati come il New York Times, però, lo show riesce a conquistare l’attenzione del pubblico che, giorno dopo giorno, lo trasforma in un incredibile successo commerciale.
Da quel lontano 2003, dunque, Wicked ha incassato oltre un miliardo di dollari e si è inserito di diritto tra i misical più longevi, vantando anche una prima incredibile nel West End di Londra. A questo si aggiungono le 10 nomination ai Tony Award del 2004, tra cui quelli vinti per la miglior scenografia, i migliori costumi e la migliore attrice protagonista Idina Menzel nel ruolo di Elphaba. Altro merito importante anche il Grammy Award per miglior album di un musical teatrale.
Ma come ha preso forma questo successo che dura da ben vent’anni e non sembra proprio accennare ad affievolirsi? Leggenda vuole che tutto sia accaduto casualmente in una location da sogno come le Hawaii. Mentre si rilassava in riva al mare durante le sue vacanze, infatti, sembra che il compositore Stephen Schwartz sia rimasto incuriosito dalle parole di un suo amico riguarda il romanzo di Maguire. Una volta acquistato, poi, gli sono bastate solo poche pagine per comprendere il potenziale e lasciarsi conquistare dalla visione moderna in cui si da dimensione emotiva e narrazione ad un villain trattato, fino a quel momento, in modo bidimensionale.
A questo, poi, si sono aggiunte le musiche ed i testi dello tesso Schwartz e il libretto Winnie Holzman. Ecco, dunque, pronta la ricetta per il musical perfetto composta dalla giusta dose di rivalità ed amicizia femminile, la disperata ricerca di un luogo cui appartenere nonostante la propria unicità e lo scontro inevitabile con un mondo non pronto ad accogliere ma ad accettare nuove nemici. Anche se fittizi.
Il potere di una canzone
Il potere di un musical si fonda essenzialmente sulla potenza dell’impianto musicale e sulla sua capacità di essere funzionale alla storia narrata. A questo, poi, si aggiunge anche l’impatto emotivo sul pubblico, che non deve mai mancare. Aspetti che sono perfettamente concretizzati in Wicked. Forte della sua esperienza nella scrittura e composizione, basti pensare alle colonne sonore di Pocahontas, de Il gobbo di Notre Dame e de Il principe d’Egitto, Stephen Schwartz ha dato vita a delle melodie indimenticabili che riassumono musicabilità ad un evidente potere evocativo.
Ovviamente il tema più conosciuto è quello di Popular, che segna la nascita dell’amicizia tra Elphaba e Galinda, o l’intensa The Wizard and I. Nonostante questo, però, poche canzoni nella storia del musical hanno raggiunto la stessa popolarità di Defying Gravity. Il suo scopo è quello di rimandare una grande potenza, chiudendo il primo atto dello spettacolo con una emozione intensa. Il brano, infatti, parla di indipendenza e autodeterminazione del personaggio di Elphaba. E, proprio per queste intenzioni è diventato, con il tempo, una sorta di inno femminista ed una canzone particolarmente amata dalla comunità queer. Non è certo un caso, infatti, che venga cantata durante le sfilate del Pride. Per non parlare, poi, dell’insospettabile NASA che ha portato Wicked anche nello spazio. Defying Gravity, infatti, è stata usata come sveglia per gli astronauti.
E, alla fine, arriva il film
Dopo un anno di attesa, un numero infinito di parole spese sull’argomento, lunghi cast ed un press tour internazionale sullo stile di Barbie, ecco che arriva la versione cinematografica di Wicked. Per molto tempo si è discusso sulla questione delle protagoniste e sulle scelte fatte ma, ad oggi, e come abbiamo analizzato nella nostra recensione, Ariana Grande e Cynthia Erivo sembrano essere le migliori opzioni. Rispettivamente, infatti, hanno vestito i panni di Glinda e Elphaba. La prima ha utilizzato le sue doti canore ed la fisicità minuta, resa ancora più sottile negli ultimi tempi, per trasformarsi in una creatura uscita da un libro di fiabe. Un effetto ottenuto anche da un look dal sapore favolistico che, da un anno a questa parte, ha caratterizzato ogni singola uscita pubblica della Grade.
Cynthia Erivo, invece, rappresenta la forza e l’indomabile passione di Elphaba con un piglio sicuramente più intenso rispetto a quello della sua collega di set ed uno stile che rimanda perfettamente alla personalità intensa della futura strega. Ma, al di là della loro scelta, com’ è nato il progetto cinematografico di Wicked e, soprattutto, quanto tempo ha richiesto la sua realizzazione? L’idea di creare un adattamento del musical è nato come conseguenza immediata del successo a Broadway. Nonostante questo, però, portare sul grande schermo un’opera così complessa si è rivelato immediatamente tutt’altro che semplice. Per questo motivo, dunque, ci sono voluti ben vent’anni prima che il progetto diventasse realtà.
Durante questo periodo sono stati coinvolti diversi registi e sceneggiatori. Nonostante questo, però, nessuno di loro ha dimostrato di poter riportare la magia creata dal musical sul grande schermo. Le difficoltà più grandi sono state rilevate nel tradurre le canzoni e le coreografie in un linguaggio cinematografico, senza snaturare l’essenza dello spettacolo. Altrettanto difficile, poi, è stato creare un mondo visivo che in grado di essere al tempo stesso fantastico e realistico, in grado di catturare l’immaginazione del pubblico.
Così, un passo alla volta, si è arrivati alla scelta di Jon M. Chucome regista, al giusto ed inevitabile coinvolgimento di Stephen Schwartz per l’adattamento delle musiche e alla scelta di un cast vocalmente capace a sostenere la sfida, oltre che a strizzare l’occhio ai gusti di un pubblico giovane o dedito al romanticismo. Tutti aspetti, dunque, che sembrano destinati a creare uno smash cinematografico.