Rosario Porto e Alfonso Basterra erano i genitori adottivi della piccola Asunta Basterra, entrambi condannati per l’omicidio della dodicenne di origini cinesi, uccisa in Spagna nel 2013. Una storia realmente accaduta di cui si torna a parlare grazie a una nuova miniserie Netflix. Rosario, nata nel 1969 e morta suicida in carcere nel 2020, era un avvocato, erede di una famiglia influente e facoltosa; il suo ex marito invece, classe 1964, era un giornalista e attualmente sta scontando la sua pena a 18 anni di reclusione per l’omicidio di sua figlia.
Il loro matrimonio, durato 17 anni, terminò con la scoperta di un tradimento, da parte di lui, ma Alfonso continuò ad occuparsi di sua figlia e sua moglie, affetta da problemi di salute, anche dopo la separazione. Rosario soffriva di depressione e aveva tentato il suicidio già a 28 anni, in più le era stato diagnosticato il lupus. Riguardo la morte di Asunta, entrambi si sono sempre dichiarati innocenti ma il loro coinvolgimento nel caso presenta tuttora dei tasselli mancanti. Fu anche per questo motivo che il loro privato finì nel tritacarne mediatico, e questo contribuì a creare molta confusione.
Rosario Porto Ortega, detta Charo, nasce il 18 dicembre 1969 a Santiago di Compostela, è la figlia di un avvocato, Francisco Porto Mella, e di una docente universitaria di Storia dell’Arte, Socorro Ortega Romero. Grazie alla posizione sociale ed economica dei suoi genitori, ha la possibilità di affermarsi e gettare le basi per una vita e una carriera di grande prestigio. Frequenta scuole rinomate, si laurea in legge a Santiago e dopo un periodo di praticantato nello studio del padre, nel 1997 eredita dal genitore la carica di console onorario di Francia, che manterrà fino al 2006.
Nel 1990 Rosario incontra Alfonso Basterra, un giornalista esperto in questioni finanziarie, che non ha un lavoro stabile. Nel 1996 i due si sposano in regime di separazione di beni e vanno a vivere in un grande appartamento acquistato dai genitori di lei. A seguire, più per le pressioni dei genitori di Rosario che per un reale desiderio di diventare genitori, la coppia decide di avviare le procedure per l’adozione di un bambino. A Rosario, che soffre di lupus, i medici sconsigliano di intraprendere una gravidanza, quindi l’adozione sembra la strada ideale da seguire, considerata anche la buona disponibilità economica della famiglia della donna. Va specificato che Charo non ha solo problemi di natura fisica, ma anche psicologica. È una persona emotivamente instabile, già a 20 anni inizia a soffrire di depressione. A 28 anni, tenta il suicidio per la prima volta, assumendo una dose elevata di farmaci.
Nel luglio del 2001, la piccola Fang Yong, una bambina cinese di appena nove mesi, entra nella vita della coppia. Le viene imposto il nome di Asunta e a Santiago si parla di lei perché è la prima bambina cinese adottata nel capoluogo della Galizia. Crescendo, Asunta si rivela una bambina molto dotata: è brava a scuola e segue con profitto le lezioni di danza, pianoforte e pittura.
La strana morte dei genitori di Rosario Porto
La situazione inizia a precipitare a partire da dicembre 2011, quando i genitori di Rosario muoiono nel sonno a nove mesi di distanza l’uno dall’altro. Avevano rispettivamente 78 e 88 anni, non erano malati e vivevano nel loro appartamento situato in uno degli edifici più esclusivi di Santiago. I corpi di Francisco e Socorro non vengono sottoposti ad autopsia, perché si suppone che i due anziani siano morti per cause naturali, e vengono cremati in tempi rapidi. Queste circostanze, dopo la morte di Assunta, e alla luce delle modalità con le quali fu uccisa la ragazzina, susciteranno ulteriori sospetti negli inquirenti, ma nessuno poté indagare e verificare se Rosario aveva ucciso anche i suoi genitori, perché dei due anziani erano rimaste solo le ceneri.
Il tradimento e il divorzio
Nel 2013, poco prima dell’Epifania, Alfonso scopre che sua moglie ha un amante, un imprenditore, con il quale intrattiene una fitta corrispondenza e un’appagante relazione fisica. Nel giro di due mesi, i due divorziano. Con molta fatica, i due raggiungono un equilibrio. Alfonso va a vivere in una casa poco distante e si prende cura di Asunta e della ex moglie, soprattutto per quanto riguarda i suoi problemi di salute. Rosario vive con la bambina, e a sua volta sostiene economicamente l’ex marito. Nel giugno nello stesso anno, Rosario viene ricoverata in ospedale, in neurologia, per una serie di problemi di salute. Quando viene dimessa, i due ex coniugi stringono un nuovo accordo: Alfonso si occuperà di Rosario e di Asunta, a patto che lei smetta di frequentare l’amante. Charo accetta, ma in seguito verrà dimostrato che lei ha incontrato l’amante il giorno prima della morte di Asunta, come viene spiegato anche nella serie Netflix.
L’aggressione in casa (mai denunciata)
La notte tra il 4 e il 5 luglio 2013 accade un episodio molto strano. Uno sconosciuto si introduce in casa mentre Rosario e sua figlia dormono e tenta di strangolare Asunta. Secondo la versione di Rosario, l’uomo aveva dei guanti di lattice e stringeva le mani attorno al collo della bambina, e quando lei lo ha afferrato, lui le ha dato uo spintone ed è fuggito. Sorprendentemente, Rosario non sporge denuncia per questo episodio.
La versione di Asunta invece, viene ricostruita attraverso le testimonianze di due amiche. Alla sua migliore amica, su Whatsapp, la piccola dice che qualcuno ha tentato di ucciderla, la notte precedente, ma non aggiunge altro. Ad un’altra amica racconta la stessa storia di persona, tanto che la madre della ragazzina chiama Rosario per esortarla a denunciare.
Una vicina di casa, in sede processuale, dirà che era impossibile che nel palazzo fosse salito uno sconosciuto, quel giorno, perché i suoi cani se ne sarebbero accorti e avrebbero abbaiato. Resta il dubbio su chi fosse questo misterioso “uomo in nero”, basso e di corporatura robusta.
Non basta una pillola: Assunta sedata da mesi con il Lorazepam?
Nello stesso periodo inoltre, Asunta si presenta alle lezioni in condizioni tali che suscitano preoccupazione: è pervasa da uno strano e invincibile torpore, tanto che fa fatica a muoversi. Il padre spiega che la figlia prende un antistaminico, che causa sonnolenza. La situazione si ripete un’altra volta, e quando la preside chiede spiegazioni alla bambina lei risponde che sua madre le dà una “polvere bianca” dal sapore sgradevole, che la lascia mezza addormentata. L’ipotesi è che ad Asunta, già alcuni mesi prima della morte, siano state somministrate forti dosi di un sedativo, il Lorazepam, che infatti verrà riscontrato anche negli esami tossicologici post-mortem.
Ad agosto Rosario soffre di crisi depressive e suo marito le sta accanto per assisterla. Asunta viene mandata fino al 22 a casa della sua madrina, mentre dal 28 si reca nella casa di campagna di famiglia, a Teo, con una collaboratrice di Rosario. La ragazzina sente i genitori tutti i giorni e al telefono sembra serena e spensierata. A metà settembre però verrà trovata morta in un bosco vicino alla casa di campagna.
L’omicidio di Asunta e le speculazioni mediatiche
La sera del 21 settembre 2013 Asunta Basterra scompare da casa di sua madre a Santiago e il suo corpo privo di vita viene ritrovato in un terreno a Teo, una località a venti minuti di macchina da Santiago, nei pressi della casa di campagna di Rosario. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la ragazzina viene uccisa nelle prime ore della serata a Teo e il suo corpo viene abbandonato in strada. Numerosi elementi e contraddizioni nelle versioni dei fatti indicano un possibile coinvolgimento da parte dei genitori, nell’omicidio. Rosario viene arrestata il 24 settembre, e il giorno successivo tocca a suo marito.
Le indagini sono molto complicate e ad esse si sovrappongono numerose speculazioni mediatiche, a cominciare dalle registrazioni delle loro conversazioni in carcere, che verranno riproposte illecitamente da un canale televisivo, con passaggi inventati e interpretati da due attori, che però continueranno ad essere ad essere spacciati per veritieri e riproposti incessamente dai media. Si era parlato anche dei contenuti hard trovati nel pc di Alfonso, che riguardavano ragazze asiatiche, e di foto di Asunta in pose discinte e con abbigliamento da ballerina, ma è stato dimostrato che Alfonso aveva visitato siti hard di tutti i generi e che le foto di Asunta in realtà erano sul telefono della ragazza, in precedenza appartenuto a sua madre. Nelle foto Asunta era vestita come per un saggio di danza, con un make up simile a quello reso celebre dal film Il Cigno Nero, e con indosso calze a rete e corpetto (che era stato scelto dall’insegnante di danza per tutti gli allievi).
La condanna e il suicidio di Rosario
Dopo un processo durato quattro settimane, la giuria stabilisce che Rosario Porto e Alfonso Basterra sono entrambi colpevoli dell’omicidio di Asunta e li condanna a 18 anni di carcere. Secondo i giudici, la bambina avrebbe pranzato con entrambi i genitori a casa di Alfonso e in quell’occasione le sarebbe stata somministrata una massiccia dose di Lorazepam, allo scopo di asfissiarla con facilità, una volta che il farmaco avesse fatto effetto. Successivamente il giudice Vasquez Tain, che seguì il processo, ha spiegato a 20 minutes che “i due avevano un piano predefinito per uccidere Asunta, in cui ognuno avrebbe svolto esattamente il ruolo che gli era stato assegnato. Chi ha pianificato il tutto, chi è stato l’esecutore, chi il mandante? Ognuno di noi ha le proprie teorie e questa è una sorta di valutazione soggettiva. Poiché si tratta di qualcosa che non può essere dimostrato, vorrei metterlo a tacere. Ma. sostanzialmente, la teoria che abbiamo quasi tutti noi che ci siamo occupati del caso, è la stessa, con piccole variazioni”
Rosario sarà trasferita in tre diverse strutture carcerarie, proprio a causa delle sue condizioni psicologiche e di due tentativi di suicidio. La terza volta riesce ad eludere la sorveglianza e muore nel 2020, nella sua cella. Alfonso Basterra continua a scontare la sua condanna in carcere, e di recente ha inviato una lettera all’autore della serie Asunta spiegando che quando tornerà libero, ha intenzione di sparire e ricongiungersi con sua figlia.