Franco Di Mare nato a Napoli nel 1955, è stato un giornalista e inviato Rai molto amato, oltre che scrittore. Prima di essere colpito da una grave malattia, un mesotelioma che non gli ha lasciato scampo, Di Mare ha avuto una vita molto interessante, segnata da viaggi, inchieste, donne, scenari di guerra. Vogliamo raccontare alcuni aspetti della sua vita e della sua famiglia, attraverso 9 curiosità
Le tre mogli: Antonia, Alessandra e Giulia
Franco Di Mare è stato sposato tre volte, le prime due con Antonia e Alessandra e l’ultima con Giulia Berdini, la sua ultima compagna, che ha sposato due giorni prima di morire. Un matrimonio che Franco desiderava, ingentilito da una corona di rose bianche. Delle prime mogli del giornalista si sa poco, ma con Alessandra, classe 1955, ha condiviso l’adozione della figlia Stella. Il matrimonio tra Franco e Alessandra è terminato nel 2012 e, cinque anni, dopo il giornalista ha conosciuto nel bar della sede Rai quella che sarebbe diventata la sua compagna negli ultimi anni della sua vita. Come abbiamo spiegato al link che segue, Giulia Berdini lavora nel settore della ristorazione ed è molto più giovane di Franco.
L’adozione di Stella, raccontata in un romanzo e una fiction
Nel 1992 Franco Di Mare si trovava a Sarajevo come inviato di guerra e fu in questa occasione che incontrò quella che sarebbe diventata sua figlia adottiva, Stella. Il giornalista ha raccontato che si trovava in un orfanotrofio parzialmente colpito dalle bombe e tra tanti bimbi con i capelli biondi, rimase colpito da da una bambina di dieci mesi con i capelli scuri. Di Mare ha raccontato questa storia nel libro Non chiedere perché, disponibile su Amazon. Successivamente, dal libro è stata tratta una fiction con Beppe Fiorello, dal titolo L’angelo di Sarajevo, attualmente in streaming.
Addio alle armi di Hemingway, il libro che lo spinse a voler diventare giornalista
Di Mare ha spiegato che se è diventato un giornalista e inviato di guerra, è merito del libro Addio alle armi, che lesse a dieci anni. In un’intervista a Il Mattino raccontò di aver commentato il libro di Hemingway in un tema assegnatogli dalla maestra, e prese dieci, anche sulle prime l’insegnante pensò che non fosse farina del suo sacco. Da adulto, Franco Di Mare ha spiegato che Hemingway era lo scrittore preferito di suo padre e che gli ha permesso di accendere un sogno che sarebbe diventato realtà.
“Mi innamorai dell’idea di diventare un inviato di guerra e lo sono diventato, quindi sono un uomo felice”
Quattro fratelli, di cui due giornalisti
Franco Di Mare era il primo di quattro fratelli, tra i quali c’è Lucia e poi Gino, che è giornalista come lui. Lo stesso Gino Di Mare ha raccontato a Repubblica che tra loro c’era una somiglianza fisica e caratteriale, segnata da poche differenze.
“Ci differenziano due aspetti. Lui beve vino rosso e io bianco, lui acqua frizzante e io naturale. Ridevamo di questo”
L’infanzia a Posillipo
Franco ha raccontato di essere cresciuto a Napoli, a Villa Guercia, dove abitavano i suoi nonni, a pochi passi dal Circolo Posillipo, con un panorama straordinario. In inverno giocava con gli altri bambini al Bagno Elena, che era chiuso, completamente a loro disposizione per giochi di fantasia, ma ha ricordato anche le uscite in barca con il nonno.
Poco prima di morire, Di Mare aveva chiesto di tornare a Posillipo e di fatto sarà accontentato. Se sarà possibile, la famiglia spargerà le sue ceneri in mare.
Il nonno di Franco era un ostricaro fisico: ecco cosa significa
Il nonno di Franco Di Mare, Francesco, era un ostricaio fisico, che al giorno d’oggi, soprattutto ai millennial, può suonare come una definizione opposta a “digitale”, ma in realtà era uno speciale riconoscimento che il Re Ferdinando II di Borbone, da amante dei frutti di mare quale era, attribuì ai migliori pescatori e venditori di ostriche, per premiare la loro esperienza. Oggi può far sorridere, ma allora era considerato un privilegio. Anche il bisnonno di Franco Di Mare faceva lo stesso lavoro, mentre suo padre, che lavorava al monopolio, arrotondava le entrate come pescatore. E Franco Di Mare probabilmente avrebbe intrapreso un percorso lavorativo simile, se non avesse fatto il giornalista. Suo nonno gli insegnò ad immergersi e pescare i ricci. Sfortunatamente, con l’epidemia di colera a Napoli, nel 1973, fu costretto a chiudere il suo chiosco e morì poco tempo dopo, di dispiacere.
Una piccola curiosità: il personaggio di Sophia Loren nel film Pane, amore e… del ’55 è una pescivendola che lavora presso un ostricaro fisico (con tanto di insegna).
Gli inizi come giornalista, mentre lavorava nel suo bar
Franco Di Mare ha raccontato che mentre sognava di lavorare come giornalista, aprì una caffetteria a Napoli e in quel periodo fu contattato da un giornalista de L’Unità che gli chiese delle informazioni sui divertimenti notturni dei giovani, a Napoli. Scrisse un pezzo di due cartelle che piacque molto e diede il via alla sua carriera, e al successivo trasferimento a Roma, dove poi fu assunto in Rai.
L’ultima guerra, contro il mesotelioma
Di Mare è conosciuto soprattutto per il suo lavoro come inviato nelle zone di guerra: è stato in zone colpite da conflitti come Bosnia, Kosovo, Somalia, Albania, Ruanda Afghanistan, Medio Oriente ed tante altre. L’ultima guerra l’ha combattuta contro un tumore ai polmoni, un mesotelioma causato dall’esposisione a particelle di amianto, quasi sicuramente in alcune aree di conflitto. In una delle ultime interviste concesse qualche settimana prima di morire, sottolineò che anche gli uffici della Rai sono contaminati dall’amianto. Pochi giorni prima della morte di Franco, si è spento un altro ex dipendente Rai, Mariusz Marian Sodkiewicz, a causa della stessa malattia.
Le ultime parole e quel viaggio sognato e mai realizzato
Il fratello di Franco Di Mare ha raccontato che gli ultimi giorni di vita del giornalista sono stati sereni e se n’è andato senza soffrire, lucido fino all’ultimo, dopo aver sposato la sua compagna Giulia, e con un ultimo desiderio irrealizzato, quello di fare un viaggio in Antartide. Le sue ultime parole, a Gino sono state:
“Mi porti ancora al mare?”