Jeffrey Dahmer fu arrestato quando, l’agente Rolf Mueller, perquisendo l’appartamento del serial killer, trovò quasi 80 polaroid che ritraevano cadaveri nudi in posa e corpi smembrati. Nell’abitazione inoltre, furono ritrovati i resti di undici delle diciassette vittime del Cannibale di Milwaukee. La polizia era stata portata a casa di Dahmer da Tracy Edwards, che seppur ammanettato e drogato, era riuscito a scappare da quell’appartamento, come si vede nel primo episodio della serie Netflix Mostro – la storia di Jeffrey Dahmer. Attenzione, l’articolo che segue contiene descrizioni molto crude del materiale trovato in casa dell’assassino.
Le prove raccolte durante la perquisizione furono mandate a Quantico e l’FBI le raccolse in un inquietante dossier che include i dettagli di quello che la polizia trovò nell’appartamento dell’omicida. Le 74 pagine di documenti declassificati – ottenuti da The Sun Online – rivelano anche la corrispondenza tra il capo della polizia Philip Arreola e il direttore dell’FBI William S. Sessions.
“I resti di undici vittime decapitate e smembrate sono state scoperte nell’appartamento di Jeffrey Dahmer“, scrive Arreola nel documento del 12 agosto 1991. In allegato vengono elencate le prove inviate al laboratorio dell’FBI. Alcuni degli oggetti più agghiaccianti elencati nel dossier sono le foto polaroid delle sue vittime, tra cui Jeremiah Weinberger, Ernest Miller, David Thomas.
Una foto mostra un ragazzo steso a pancia sotto sul letto con i polsi ammanettati dietro la schiena. La vittima ha il volto girato da un lato, messo così dal serial killer, quasi a volersi convincere che il ragazzo non fosse stato ucciso ma stesse riposando.
Un’altra foto, ancora più cruda, mostra un cadavere con il torace squartato: il corpo è posizionato nella vasca da bagno, una gamba è all’interno della vasca l’altra è poggiata sul bordo. Il corpo sembra decapitato.
In un’altra foto si vede una vittima collocata su un letto. Il corpo privo di testa è in posizione arcuata, e nello scatto si vede il torace, integro, e una gamba poggiata sul letto, ma all’indietro.
Un altro scatto mostra un corpo integro e nudo sul letto. Le mani sono messe dietro la testa, una gamba è poggiata in posizione innaturale sul letto, l’altra ciondola sul pavimento.
Le polaroid mostrano anche i cimeli che Jeffrey Dahmer conservava come trofei delle sue vittime. Nelle foto si vedono teste decapitate, mani tagliate ed un pene, ma gli inquirenti hanno trovato anche denti, teschi sbiancati e un barile pieno di acido per dissolvere la carne dai resti delle sue vittime.
Nel lungo elenco di oggetti trovati in casa di Jeffrey Dahmer, erano riportati gli “strumenti da lavoro” del serial killer, come alcune lame per seghe, un trapano elettrico e un ago ipodermico. Nella lista c’erano anche campioni di frammenti di cranio con fori, tutti probabilmente parte degli agghiaccianti esperimenti fatti da Dahmer per creare “zombi” o “schiavi dell’amore“. Il serial killer aveva provato a lobotomizzare alcune vittime in maniera che non lo abbandonassero. Tra le altre prove elencate nei documenti, peli pubici, ossa, fiale contenenti sangue o saliva, tamponi orali e anali, ma anche campioni di federe, moquette, lenzuola macchiati di sangue. Anni dopo l’appartamento di Dahmer fu demolito, con tutto lo stabile.
Jeffrey Dahmer fotografava le sue vittime perché: “Se non potevo tenerle con me intere, almeno sentivo che avrei potuto tenere parte dei loro corpi. Sono arrivato al punto di progettare di allestire un altare con 10 diversi teschi e scheletri“. Il disegno del progetto è tra le prove allegate agli atti. Al link che segue potete leggere il profilo psicologico di Jeffrey Dahmer scritto per noi da uno psicologo.