La morte di John Lennon è stata sicuramente uno di quegli eventi in grado di incidere sulla vita di tanti esseri umani. L’omicidio dell’artista fu vero spartiacque che ha trasformato la musica contemporanea. Era l’8 dicembre del 1980 quando una serie di colpi di pistola, esplosi da Mark David Chapman, freddarono John Lennon che stava rientrando nella sua casa di New York, assieme alla moglie Yoko Ono, per salutare il figlio Sean prima di andare a cena. Quel momento, destinato a cambiare la storia del rock per sempre, rimase impresso non solo nella memoria dei fan dei Beatles, ma di tutti quelli che amavano il pop d’autore. Da allora ogni 8 dicembre migliaia di fan si radunano davanti al Dakota Building, nell’Upper West Side, per commemorare il musicista di Liverpool, fondatore dei Fab Four assieme a Paul McCartney.
Ma cosa sappiamo di quella tragica serata? Lennon aveva da poco pubblicato il suo nuovo album da solista Double Fantasy, uscito a novembre. Alle 22.51, dopo aver trascorso una giornata al Record Plant Studio, rincasò assieme alla Ono. Gli venne incontro il venticinquenne Mark Chapman che, dicendogli «Hey, Mr. Lennon», lo ferì a morte con quattro colpi di rivoltella alle spalle. Fatale fu il proiettile che recise l’arteria succlavia, provocando un’emorragia mortale. Lennon rimase in piedi ancora qualche secondo, cercando di avvertire gli uomini della security, ma accasciandosi poco dopo. Considerata la gravità delle sue condizioni, gli agenti Herb Frauenberger e Tony Palma lo caricarono in auto. Trasportato d’urgenza al Roosevelt Hospital, Lennon perse i sensi durante il tragitto. Arrivato a destinazione, il musicista già non respirava più. Il team di medici del pronto soccorso, guidato dal dottor Lynn, provarono a rianimarlo per 15 minuti, senza successo. John Lennon morì alle 23.15. Dagli altoparlanti della radio dell’ospedale fu trasmessa All my loving dei Beatles.
La notizia si diffuse rapidamente e piano piano decine di persone raggiunsero spontaneamente l’ospedale e la casa del cantante, per una veglia improvvisata. Il primo annuncio televisivo, invece, fu dato dal telecronista sportivo della ABC Howard Cosell, durante una partita di football americano. Lo scoop fu reso possibile dalla presenza fortuita di un cronista del network in ospedale. Come si comportarono gli altri ex Beatles alla morte di Lennon? Ringo Starr volò a New York dalle Bahamas, assieme alla moglie, per stare vicino alla Ono, mentre George Harrison, temendo gesti simili verso di lui, aumentò la security. Controversa, invece, la reazione di Paul McCartney che rispose malissimo ad alcuni giornalisti, parlando di scocciatura. In seguito spiegò che intendeva dire tragedia.

Chapman, che solo qualche giorno prima incontrò Lennon per farsi autografare il disco (abbiamo una foto che immortala il momento, scattata da Paul Goresh), venne arrestato senza opporre alcuna resistenza e in visibile stato psicotico. Aveva con sé una copia di Il giovane Holden e ai poliziotti che gli misero le manette disse di essere in parte Holden Caulfield e in parte il diavolo. Fu condannato per omicidio di secondo grado e in più di un’occasione gli è stata negata la libertà condizionale. Mark Chapman oggi è in carcere a Wende. In molte interviste gli è stato chiesto perché ha ucciso John Lennon. Le risposte, da perfetto manuale del delirio psichiatrico, alludevano alla volontà di liberarsi da una depressione cosmica che lo avvolgeva da tempo. E l’unico modo per uscire dal nulla in cui era piombato era uccidere l’uomo più famoso al mondo.
Due giorni dopo la morte, il corpo di John Lennon venne cremato e le ceneri consegnate alla consorte che non volle mai celebrare alcun funerale. L’unica commemorazione patrocinata da Yoko Ono si tenne il 14 dicembre quando milioni di persone in tutto il mondo si fermarono per 10 minuti per ricordare Lennon. Le radio si ammutolirono e poi trasmisero in contemporanea Imagine. In trentamila si riunirono a Liverpool, città natale dell’artista, mentre a Central Park arrivarono circa 225 000. Nel 1985 la città di New York dedicò proprio quella zona del parco a Lennon, ribattezzandola Strawberry Fields Memorial. Ancora oggi è meta dei fan di tutto il mondo.