Riguardo l’omicidio di Melania Rea, la criminologa Roberta Bruzzone ha spiegato che Salvatore Parolisi ha ucciso la moglie, perché voleva salvare il loro matrimonio e intralciava i suoi piani, stressato dai continui messaggi dell’amante, Ludovica Perrone. Questa in sintesi la verità dietro al delitto, avvenuto il 18 aprile del 2011 a Ripe di Civitella in provincia di Teramo, per il quale Parolisi è stato condannato in Cassazione a 20 anni di reclusione. In primo grado la pena comminata era l’ergastolo, in secondo 30 anni.
L’ex caporalmaggiore dell’Esercito ha assassinato la Rea con 35 coltellate al culmine dell’ennesimo litigio causato dall’ennesimo tradimento consumato con una sua allieva, Perrone appunto. Secondo Roberta Bruzzone, consulente della famiglia Rea, la particolare violenza dell’azione, allude a una vera e propria premeditazione, originata in qualche modo dalle continue pressioni della Perrone su Parolisi, affinché l’uomo ponesse fine al matrimonio. “La mole di messaggi e di telefonate parla chiaro”, ha spiegato Roberta Bruzzone.
In fase processuale si era anche paventata l’idea che Parolisi avesse agito a causa di un rifiuto della moglie ad avere un rapporto sessuale. Ipotesi confutata, però, dalla Bruzzone. “Non credo che l’interesse sessuale per la moglie fosse prioritario in Parolisi. E che invece lui fosse sotto pressione per l’amante. Trovo molto opinabile che Salvatore, a causa di un banale rifiuto, scatenasse un omicidio di quella portata con il vilipendio”, ha spiegato.
Aveva quasi 29 anni la napoletana Carmela Rea, detta Melania, quando sparì da un parco di Ascoli Piceno, mentre il marito giocava con la figlia. Due giorni dopo, il ritrovamento del corpo senza vita della donna, in un luogo molto distante da quello in cui sarebbe stata avvistata l’ultima volta. Aveva i pantaloni abbassati e una svastica incisa sulla coscia.
Secondo quanto rivelato dalla Bruzzone, allora, Melania Rea era solo una donna che cercava di salvare il suo matrimonio, mentre Parolisi aveva interesse ad eliminarla per sempre. “Melania non ha responsabilità di quanto accaduto. Intralciava i piani di Salvatore che non la prevedevano più”.
Salvatore Parolisi oggi continua a professarsi innocente e lo scorso luglio, in occasione della sua prima uscita premio per 12 ore dal carcere di Bollate, lo ha ribadito in un’intervista concessa al programma di Rai 3, Chi l’ha visto. “Non ho ucciso io Melania. L’ho tradita mille volte, ma tradire qualcuno non significa essere un assassino”.