Questa settimana il Principe Harry, in occasione dell’uscita del suo libro Spare – il minore, ha fatto una chiacchierata con Anderson Cooper per il programma 60 Minutes. Nell’intervista, andata in onda in Italia su Real Time il Duca di Sussex affronta argomenti scottanti come la morte di Lady Diana, l’impatto psicologico che l’incidente ha avuto sulla sua vita, l’abuso di droghe e alcool, ma parla anche dei contrasti con suo fratello, il Principe William – sfociati in una lite fisica. Con Cooper la pecora nera della Famiglia Reale ha parlato anche di suo padre Carlo e di Camilla (che ha definito “pericolosa”) e ovviamente del suo matrimonio con Meghan Markle, che ha cambiato tutta la sua vita. Nel racconto trova spazio anche qualche aneddoto sulla morte della Regina Elisabetta II. Ecco cosa ha detto, parola per parola.
In apertura, Anderson Cooper ricorda ad Harry di un incontro con William, nel 2021, descritto nel libro “in modo tagliente”:
“Ho guardato Willy, l’ho guardato davvero per la prima volta da quando eravamo ragazzi. Il suo cipiglio (…) la sua calvizie allarmante, più avanzata della mia, la sua celebre somiglianza con mia mamma che stava scomparendo con il tempo, con l’età”.
Per Harry non si tratta di una descrizione “tagliente”. “Io e mio fratello ci amiamo. Lo amo profondamente. C’è stato molto dolore tra noi due, specialmente negli ultimi sei anni. Niente di ciò che ho scritto, niente di ciò che ho incluso nel libro è stato scritto per ferire la mia famiglia. Però offre un quadro completo della situazione che abbiamo affrontato crescendo e al tempo stesso ridimensione l’idea secondo la quale mia moglie abbia distrutto il rapporto tra noi fratelli”
Il duca di Sussex ha spiegato anche che quando si ritrovarono a frequentare la stessa scuola, alle superiori, William gli intimò di far finta di non conoscerlo. Harry ne rimase molto ferito e giudicò questa pretesa senza senso. “Non riuscivo a capirlo. Pensavo, che significa? Siamo nella stessa scuola adesso, non ci vediamo da anni, ora possiamo stare insieme. Però lui rispose: “No, no, no. Quando siamo a scuola, noi non ci conosciamo.” E questa cosa l’ho presa sul personale (…) mi rendo conto che abbiamo avuto esperienze traumatiche simili e poi… le abbiamo affrontate in modo diverso”
Riguardo le esperienze traumatiche, Harry si riferisce ovviamente alla morte di Lady Diana. Nell’agosto del 1997 Harry e William erano in vacanza in Scozia, nel Castello di Balmoral, con il padre. Harry aveva dodici anni e William quindici. Il 31 agosto, mentre dormiva, Harry fu svegliato da Carlo, il quale gli comunicò che sua madre era rimasta coinvolta in un incidente d’auto a Parigi. Nel libro Harry racconta che suo padre gli disse “Ci hanno provato (a salvarla) figliolo. Ma temo che non ce l’hanno fatta. Questa frase mi è rimasta conficcata nella mente come una freccia.” Quando l’intervistatore gli chiede se ha pianto, Harry risponde: “No, no. Neanche una lacrima, in quel momento. Ero in stato di shock. Avevo dodici anni, erano le sette, sette e mezza del mattino. Mio padre entrò in camera, si sedetta sul letto, mi mise una mano sul ginocchio e disse: “C’è stato un incidente”. Io… non riuscivo a crederci.” E in quell’occasione, Harry non ricevette neanche un abbraccio dal padre, che gli disse solo “Andrà tutto bene”. Ma, come conferma Harry, da quel momento, niente è andato bene per molto tempo.
A proposito dei giorni immediatamente successivi alla morte di sua mamma Harry ricorda di averli vissuti con una sorta di distacco (probabilmente dovuto al fatto che lui e William non si erano ancora resi conto di ciò che era successo). Oggi, quando riguarda i video girati prima dei funerali di Lady Diana, Harry pensa che sia “bizzarro”. “Nei filmati vedo me e William che sorridiamo, ricordo il senso di colpa che provai. La gente che incontrammo mostrava molte più emozioni di noi e probabilmente provava più emozioni rispetto a noi. Ricordo che la gente aveva le mani bagnate. E sulle prime non riuscivo a capire. Avevano le mani bagnate, perché si asciugavano il viso dalle lacrime. Uno degli aspetti più strani di quei momenti” – spiega Harry ad Anderson Cooper – “era prendere i fiori dalla gente e poi collocarli insieme agli altri. Mi sembrava di essere un tramite per il loro dolore.”
“Pensavo che la morte di mia madre fosse una sorta di piano, che avesse deciso di sparire per un po’ e che poi ci avrebbe chiamati per chiederci di raggiungerla. Ho pensato a questa cosa per anni”
La prima volta che Harry ha pianto, è stata dopo i funerali, ad Althorp, “Quando la bara di mia madre è stata calata nella fossa per la sepoltura. E non c’è stata un’alta volta.” Harry ammette che quella è stata l’unica volta che ha pianto, anche negli anni successivi, non gli è mai capitato di piangere. Il motivo è che per anni non riusciva ad accettare che sua madre fosse davvero morta e che – come molti – ha pensato e sperato che la sua morte fosse un piano e che sarebbe tornata, prima o poi. “Per molto, molto tempo mi rifiutavo di accettare che lei… non ci fosse più. Lei non ci avrebbe mai fatto questo. Pensavo fosse una sorta di piano, che avesse deciso di sparire per un po’ e che poi ci avrebbe chiamati per chiederci di raggiungerla. Ho pensato a questa cosa per anni. Tanti, tanti anni. Io e William ne parlammo e lui, più o meno, aveva pensato le stesse cose”. Nel suo libro, a tale proposito, Harry scrive che a volte la mattina si svegliava dicendo “Forse questo è il giorno. Forse questo è il giorno che riappare”.
All’età di 20 anni Harry ha chiesto di vedere i report della polizia sull’incidente nel quale rimasero uccisi sua madre, il suo fidanzato Dodi Al-Fayed e il loro autista, Henri Paul, mentre venivano inseguiti dai paparazzi nella galleria dell’Alma, a Parigi. Cooper ha chiesto ad Harry perché ha voluto i report, che contengono foto scattate sulla scena dell’incidente. “Per avere delle prove, prevalentemente” – risponde il duca di Sussex – “La prova che lei era nell’auto, che era ferita. La prova che effettivamente i paparazzi che la inseguirono fin dentro la galleria erano quelli che stavano scattando foto in quel momento. Foto di lei agonizzante sul sedile postetiore dell’auto.”
A tale proposito, Henry scrive nel libro: “Non mi ero mai reso conto, fino ad ora, che l’ultima cosa che mia mamma aveva visto, prima di morire, era stata il flash di un fotografo.” E in effetti, conferma durante l’intervista, “le foto mostravano il riflesso di un gruppo di fotografi che scattavano foto attraverso i finestrini dell’auto.”
Riguardo le foto dell’incidente, Harry dice di non averle viste tutte, perché il suo segretario personale e consulente glielo hanno sconsigliato, ma ne ha descritta una, in particolare: “Tutto ciò che ho visto era il retro della testa di mia mamma, sprofondata sul sedile. C’erano altre foto più forti, ma sarò eternamente grato al mio segretario per avermi impedito di vederle e di infliggermi altro dolore. Perché questo è il genere di cose che ti segna per sempre”.
All’età di 23 anni Harry decise di andare a Parigi per la prima volta e di rivivere le stesse circostanze dell’incidente di Diana. “Volevo verificare se era possibile guidare alla stessa velocità alla quale stava guidando Henri Paul, al punto da perdere il controllo dell’auto e andare a finire contro un pilastro, uccidendo quasi tutti i passeggeri. Avevo la necessità di fare questo percorso, lo stesso tragitto. Stessa velocità, stesso tunnel”.
A proposito dell’incidente, Harry nel libro Spare scrive che lui e suo fratello, nel 2006, rimasero insoddisfatti da un’indagine aperta dalla polizia metropolitana di Londra, la quale concluse che l’autista di Diana, Henri Paul, era ubriaco e che lo scontro era stato un tragico incidente. “Io e William avevamo considerato l’eventualità di riaprire l’indagine. Perché c’erano così tanti buchi e incongruenze che non avevano senso”. Quando Anderson gli ha chiesto se oggi sente di avere le risposte alle domande su ciò che è accaduto a sua madre, Harry risponde: “No, non penso. E neanche mio fratello e nessun altro. Se ho bisogno di sapere più di quanto già sappia? No. Non credo che cambierebbe molto.”
Nella stessa intervista Harry spiega che il servizio militare con l’Esercito Britannico in Afghanistan è riuscito a dargli finalmente un senso di normalità. “La mia carriera militare mi ha salvato, in molti sensi. Mi ha tolto dai riflettori e dalle attenzioni della stampa britannica. Mi ha dato la possibilità di concentrarmi su obiettivi più ampi rispetto a me stesso, indossando la stessa uniforme che avevano tutti, sentirmi normale per la prima volta nella mia vita. E affrontare una delle più grandi sfide che abbia mai affrontato. Sai, ho dovuto imparare a diventare un pilota di elicotteri. Non ti danno una patente solo perché sei un principe.”
Il principe nel suo libro scrive: “Per me la guerra non è iniziata in Afghanistan, ma è iniziata nell’agosto del 1997” e ha confermato queste parole anche durante l’intervista con Anderson Cooper: “La guerra per me è iniziata con la morte di mia madre. Ero in conflitto con me stesso. Avevo un enorme quantità di rabbia nei confronti della stampa britannica per aver avuto il suo ruolo in tutto questo.” Harry conferma che questo sentimento nei confronti dei media britannici era chiaro sin da quando aveva 12 anni. “Per noi era chiaro sin da quando eravamo piccolo che la stampa britannica aveva la sua responsabilità nei problemi di nostra madre e avevo un sacco di rabbia dentro di me che per fortuna non ho mai espresso a nessuno”.
Il principe Harry confessa di aver fatto uso di alcol e stupefacenti per veicolare questa rabbia così profonda e “anestetizzarla”. Nello specifico, Harry fumava marjuana e faceva uso di cocaina e ha ammesso che a vent’anni si è sentito “perso e senza speranze”. A proposito di stupefacenti, nel libro Spare – il minore, il secondogenito di Carlo e Diana d’Inghilterra spiega di aver fatto uso di funghi allucinogeni, ayahuasca (un decotto di piante amazzoniche dalle proprietà allucinogene) e che questi, al contrario di alcol e cocaina, lo hanno aiutato. “Non raccomanderei alla gente di assumere queste sostanze a scopo ricreativo” – ha spiegato il Principe – “Ma se lo fate con le persone giuste, se state affrontando una grave perdita o un trauma, nella vostra vita, queste cose possono funzionare come una medicina. Nel mio caso è come se avessero ripulito il “parabrezza” che avevo davanti a me. Hanno spazzato via questa idea che avevo nella testa, secondo la quale… dovevo piangere per dimostrare a mia madre che sentivo la sua mancanza. Quando di fatto lei voleva solo che fossi felice.”
“Avevo un peso sul petto e per tanti anni non sono mai riuscito a piangere. Cercavo sempre un modo per per piangere, ma… anche se mi sedevo sul divano e ripensavo a mia mamma e ai ricordi che mi legavano a lei, non ci riuscivo. A volte ho anche guardato dei video di mia madre online, sperando di piangere, ma non ci sono riuscito”.
A quel punto ha chiesto aiuto ad un terapista e lo ha fatto solo nel 2016.
L’intervista di Anderson Cooper tocca altri argomenti scottanti, stavolta in ambito familiare. Il libro si sofferma anche sulla figura dell’attuale Regina Consorte Camilla. Camilla Shand – ex Parker Bowles – ha sposato Carlo nel 2005, anche se erano sentimentalmente legati da decenni. Quando Diana, in una celebre intervista, si riferì a Camilla come la “terza persona” coinvolta nel suo matrimonio, i tabloid andarono in ebollizione. Harry conferma che lui e William chiesero al padre di non sposare Camilla. “Credevamo che non fosse necessario. Pensavamo che avrebbe fatto più male che bene e che comunque non fosse necessario fare un ulteriore passo avanti in quel senso”. Ribadisce che volevano che il padre fosse felice e nel libro sottolinea che voleva che anche Camilla lo fosse: “Volevo che persino Camilla fosse felice. Magari sarebbe stata meno pericolosa se fosse stata felice”. La pericolosità di Camilla Shand, per Harry è veicolata ai suoi rapporti con i media britannici che lei cercò di ingraziarsi per rinnovare la sua immagine “da villain”. “Da parte della stampa e di Camilla c’era la volontà di scambiare informazioni. E con una famiglia costruita su gerarchie, e con lei sulla strada di diventare Regina Consorte, ci sarebbero state delle vittime, per questo motivo”
Una di queste vittime, suggerisce Harry è proprio lui. Per spianare la strada al suo matrimonio, Camilla e Carlo si sarebbero assicurati una miglior copertura sui tabloid a dispetto di Harry. “Avere dei titoli positivi in prima pagina, articoli positivi scritti su di te, accresce la tua reputazione o aumenta le possibilità di essere accettato come monarca dal pubblico britannico.”
Nell’intervista si parla ovviamente anche di Meghan Markle. Nel suo libro Harry spiega che quando presentò Meghan alla sua famiglia, nel 2016, inizialmente a suo padre piacque, ma William si dimostrò scettico e si riferiva a lei come “un’attrice americana”. Altri membri della famiglia – Harry non specifica chi – erano a disagio con la sua nuova fidanzata “perché è americana, divorziata, nera, birazziale con una madre nera. Questi stereotipi fecero impazzire la stampa britannica”
Secondo Harry i titoli dei tabloid che accompagnarono la sua frequentazione con Meghan, ebbero un’impatto negativo anche sulla sua famiglia. “Loro leggono i tabloid, a colazione, sapete? Questo lascia un imprint nella tua mente. Se hai un pregiudizio basato su uno stereotipo, è molto, molto difficile superarlo. E per gran parte della mia famiglia, dei media e di altra gente, io ero cambiato e quindi di conseguenza “lei deve essere una strega”. Sì, sono cambiato. Sono felice di essere cambiato, perché invece di ubriacarmi, di drogarmi, di crollare fuori dai locali, ho trovato l’amore della mia vita e adesso ho l’opportunità di formare una famiglia con lei”
Subito dopo che il fidanzamento tra Harry e Meghan divenne pubblico, lui pretese di divulgare un comunicato che condannasse l’atteggiamento velatamente razzista di alcuni tabloid in merito a Meghan. Questo fece arrabbiare William e Carlo “perché li faceva sentire in difetto, perché non avevano fatto lo stesso per le loro compagne” – spiega Harry – “Quello che ho dovuto affrontare con i media, per certi aspetti lo hanno dovuto affrontare anche loro, con Kate e Camilla, anche se in circostanze molto diverse. Però quando c’è l’elemento razziale… sono stato ingenuo, non pensavo che i media britannici fossero così bigotti. Probabilmente ero bigotto anche io, prima della storia con Meghan. Di sicuro prima vedevo le cose in modo diverso.”
(Noi abbiamo provato a tracciare un profilo psicologico di Harry e Meghan, con l’aiuto di uno psicologo e ne viene fuori un quadro differente)
Con il matrimonio di Harry e Meghan, celebrato nel maggio del 2018, ai due ragazzi fu attribuito il titolo di Duchi di Sussex. La cerimonia anticipava un nuovo corso per la famiglia reale, all’insegna della modernità e dell’inclusività. Dietro le quinte però, le cose andarono diversamente, spiega il Principe. Vi fu un tentativo di stemperare la tensione con William e Kate, ma l’incontro “non andò molto bene”. Le cose precipitarono qualche mese dopo, nel 2019, quando esplose una lite tra William e Harry, al cottage di Harry situato a Kensington Palace. William, svela Harry, alzò le mani su suo fratello minore. “Era un crescendo di frustrazione, da parte sua. Era un periodo che gli venivano dette certe cose da gente a lui vicina, del suo staff. Allo stesso tempo, lui leggeva tanti tabloid, tutte quelle storie – e alla fine si ritrovò con dei problemi (nei nostri confronti) che non erano basati sulla realtà. E io stavo difendendo mia moglie, che in quel momento non era presente. Ci siamo spostati in cucina e la sua frustrazione era arrivata ad un livello tale che mi urlava contro e lo stesso stavo facendo con lui. Non era bello. Ad un certo punto è scattato e mi ha buttato per terra. Mi ha colpito e sono finito sulla ciotola del cane. Mi sono anche tagliato la schiena. In seguito lui si è scusato e mi ha chiesto di non dire nulla a Meghan. Non l’avrei fatto, ma poi lei ha visto il taglio sulla schiena. Non sapevo neanche di essermi fatto male, lo ha notato lei e mi sono guardato allo specchio.”
L’intervista andata in onda anche su Real Time tocca un altro tema molto delicato, quello di Meghan Markle che nell’inverno del 2019 arriva a pensare al suicidio a causa dell’eccessiva pressione mediatica. “La cosa che più mi terrorizza è la storia che si ripete” – ha commentato Harry – “Ho temuto che dopo aver perso mia mamma all’età di 12 anni, avrei perso anche mia moglie”
A gennaio 2020, alla vigilia dello scoppio della pandemia di Covid-19, il Principe Harry e Meghan Markle annunciano pubblicamente che hanno deciso di rinunciare ai loro ruoli di membri senior della famiglia reale. Tre mesi dopo si trasferiscono in California. Seguirà una chiacchieratissima intervista con Oprah Winfrey e un accordo con Netflix (si vocifera per 100 milioni di dollari). I detrattori sostengono che i duchi di Sussex intendono sfruttare economicamente i loro titoli finché possono.
Cooper chiede ad Harry come mai queste scelte sono state fatte con grande risonanza mediatica e clamore pubblico e perché ha deciso di divulgare le conversazioni avute con suo padre Carlo e suo fratello. “Ogni volta che ho cercato di gestire le cose in privato, saltavano fuori leaking di cose su di noi, venivano divulgate storie su me e mia moglie. Sai, il motto di famiglia è “Non lamentarti mai, non spiegare mai”. Ma è solo un motto e non poteva reggere a lungo.”
Harry insiste che non avrebbe mai divulgato pubblicamente storie sulla sua famiglia, ma preferisce sedersi con un giornalista come Cooper e dire la sua verità “piuttosto che tacere alimentando bugie che arrivano da una fonte anonima o da un tabloid. Bugie che possono sollevare sentimenti estremi in chi le legge e procurare danni alla mia famiglia, a mia moglie, ai miei bambini”
Con Cooper si parla anche del conduttore televisivo che in un articolo sul The Sun aveva detto di voler vedere Meghan Markle come Cersei ne Il Trono di Spade, denudata e messa alla gogna per strada, con gente che le lancia escrementi addosso. “Se mi ha sorpreso? No. Ma resta scioccante. E dal Palazzo non è arrivata nessuna risposta a queste dichiarazioni, un silenzio che equivale a tradimento”.
Harry racconta poi le circostanze della morte della Regina Elisabetta II. In quei giorni il Principe si trovava a Londra per per un evento benefico, quando Buckingham Palace annunciò che sua nonna paterna era sotto osservazione medica al Castello di Balmoral, in Scozia. “Chiesi a mio fratello come volesse organizzarsi, cosa avrebbero fatto lui e Kate. E un paio d’ore dopo, tutti i membri della famiglia che vivono nell’area di Windsor e Ascot si trovavano su un aereo. Un volo con 12, 14, forse 16 posti. Non mi invitarono.” Quando Harry riuscì a raggiungere Balmoral per conto suo, sua nonna era già spirata.
“Entrai nella hall” – ricorda Harry a proposito di quel momento – “E mia zia era lì per salutarmi. Mi chiese se volessi vedere la nonna. Ci ho pensato per circa cinque secondi, poi sono salito di sopra, mi sono tolto il giubbino, sono entrato nella sua stanza e ho trascorso un po’ di tempo con lei da sola. La nonna era nella sua stanza da letto. Io ero… felice per lei. Perché aveva concluso la sua vita. Aveva completato la sua vita e suo marito… la stava aspettando. Loro due sono sepolti insieme”
Così come era successo 25 anni prima, per la morte di Diana, Harry e William si ritrovano a camminare insieme anche per i funerali di Elisabetta II, ma divisi. “Non ho più parlato con William, spero di farlo presto. Spero che si riesca a far pace.” Harry confessa che non parla neanche con suo padre, da tempo.
Per quanto riguarda la frattura tra lui e la Famiglia Reale, Harry dice che potrebbe essere sanata, ma dipende dai suoi familiari. Non riesce ad immaginare un futuro in cui riprenderà il suo ruolo di membro della Famiglia Reale, ma spiega: “Ho detto più volte che io e Meghan continueremo a scusarci per i nostri sbagli. Ma ogni volta che chiediamo nello specifico, dove abbiamo sbagliato, nessuno ce lo dice. C’è bisogno di costruire una conversazione costruttiva e privata, che non sia divulgata ai media”
L’intervista si conclude con un appello, da parte del Principe Harry: “Senza l’intervento della stampa britannica probabilmente saremmo una famiglia disfunzionale come tante altre. Ma resta una famiglia, senza ombra di dubbio. Spero di tornare ad avere una famiglia, di avere un rapporto con mio fratello, mio padre e gli altri membri della famiglia. E’ tutto ciò che ho sempre chiesto.”