Uno degli aspetti più interessanti di Supersex, miniserie di Netflix dedicata all’attore hard Rocco Siffredi (Alessandro Borghi), è il racconto della grande amicizia con Franco Caracciolo. Il nome di Caracciolo potrà non essere noto, ma il volto è assolutamente familiare. Visto che è stato uno dei caratteristi più amati della commedia sexy italiana degli anni ’80, dove interpretava sempre la parte di un omosessuale molto effeminato.
Vera icona della cultura gay, apprezzato tanto da Federico Fellini quanto dai fratelli Corbucci, di origini aristocratiche e molisano di nascita, Caracciolo è stato anche una delle Ragazza Coccodè del programma Indietro Tutta! di Renzo Arbore. Un ruolo di ballerina, travestita da “gallinella sexy”, che ha sempre interpretato con grande umorismo. Ebbene, Siffredi e Caracciolo, interpretato dall’attore torinese Mario Pirrello, erano legatissimi.
Come scopriamo dalla serie – di cui abbiamo parlato nella recensione di Supersex – i due si sarebbero conosciuti a un party privato negli anni ’80, nel pieno boom di Indietro tutta!. Non a caso Caracciolo indossava il costume di scena. Tuttavia, la prima reazione di Rocco all’approccio di Caracciolo non è entusiasta. Siffredi, infatti, chiede quasi con disgusto a Riccardo Schicchi (Vincenzo Nemolato) se non sia “fr*ocio“. All’epoca, infatti, Rocco stava per sbocciare come stella del cinema a luci rosse, ma aveva ancora una mentalità molto ristretta. Soprattutto per quello che riguardava i rapporti con la comunità queer.
“Siffredi lo ha definito uno dei suoi più grandi amici. Probabilmente perché dopo un iniziale rifiuto, data la sua omosessualità, si era reso conto che lo stava giudicando in maniera analoga a chi giudicava lui“, ha raccontato Pirrello in un’intervista rilasciata al dorso torinese del Corriere della Sera. L’amicizia tra loro, almeno secondo quanto si vede nella serie, scocca quando Siffredi difende Caracciolo da un’aggressione omofoba.
Caracciolo sarà sempre un buon confidente di Siffredi. E grazie alla loro amicizia, durata fino alla morte dell’attore molisano, avvenuta nel 1992 in seguito a complicazioni dell’AIDS, Siffredi aprirà i suoi orizzonti. Fu talmente legato a Franco Caracciolo da scegliere come nome d’arte per la moglie Rózsa Tassi, proprio il cognome del suo grande sodale.