Sabrina Impacciatore è diventata una delle presenze inaspettate ma particolarmente apprezzata nel mondo di Hollywood, per questo motivo, dunque, è stato naturale, per lei, fare un confronto tra la situazione americana ed italiana, soprattutto riguardo le condizioni sul set e, soprattutto l’eventualità di molestie sessuali.
In una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera in occasione del lancio della seconda stagione della serie Call my Agent, in onda su Sky dal 22 marzo, Sabrina ha dichiarato di apprezzare particolarmente l’intimacy coordinator sul set, entrato in atto soprattutto in seguito agli scandali sessuali e al Me Too. Una soluzione che, almeno all’inizio, le sembrava esagerata ma che, a lungo andare, l’ha fatta sentire più rispettata e tutelata rispetto alla condizione cinematografica italiana. L’attrice, infatti, ha ammesso di essere stata più di una volta “vittima” di approcci intimi non richiesti.
All’inizio mi sembrava surreale e esagerato, invece benedico che ci sia. In White Lotus ho una scena saffica, mi hanno chiesto dove volevo essere toccata spiegandomi inquadratura dopo inquadratura. Figurati, venivo dall’Italia dove tanti colleghi mi mettevano le mani dappertutto, fuori set ne ho contati almeno quattro, e due con i professori a scuola. Confesso di aver sempre subìto in silenzio. Una volta però gli occhi mi si riempirono di lacrime e quello la smise.
In America, dunque, l’impacciatore sembra aver trovato una seconda casa ed un habitat lavorativo in grado di apprezzare le sue potenzialità. Qui, infatti, ha appena finito di girare un thriller action con Viola Davis, G 20, dove la presidente del Fondo monetario internazionale. Oltre a questo, però, è d’obbligo ricordare anche la candidatura agli Emmy per The White Lotus. Non solo, ma negli USA è anche celebrata come nuova icona gay.
“Ma sono stata la prima attrice italiana candidata agli Emmy, a 55 anni e non a 20, nel mezzo del cammin della mia vita, che è tutta strana. Il capo della mia agenzia in USA mi ha detto: ci farai fare un sacco di soldi. Mi sono sentita insostituibile, vogliono me e non un’altra. E ho gridato dentro di me: Yes!”