Dopo il debutto in anteprima al Torino Film Festival, su Prime Video si è appena conclusa la prima stagione di The Bad Guy, esuberante serie tv creata da Giancarlo Fontana e Giuseppe G. Stasi, con Luigi Lo Cascio e Claudia Pandolfi.
La storia è quella di Nino Scotellaro, un pubblico ministero in prima linea nella lotta alla mafia, che, dopo un’ingiusta condanna per collusione con Cosa Nostra, viene creduto morto e si ritrova costretto ad assumere una nuova identità, trasformandosi nel famigerato “cattivo” che dà il titolo al telefilm: Balduccio Remora.
La sua, però, non è l’unica vita che viene drasticamente sconvolta dalla vicenda: la presunta morte di Nino e l’ascesa di Balduccio rivoluzionano anche l’esistenza di sua moglie Luvi, avvocato di spicco caduta in disgrazia per non essere riuscita a farlo assolvere, e quella di sua sorella Leo, poliziotta impulsiva e molto determinata.
Messa così, potrebbe sembrare l’ennesima serie crime italiana, tra mafia, magistratura e indagini di polizia. Mai come in questo caso, però, le apparenze possono ingannare: in realtà, come vi abbiamo già spiegato nella nostra recensione, The Bad Guy è un prodotto decisamente originale, che sancisce una piccola rivoluzione del linguaggio televisivo nostrano.
Al di là delle sue indubbie qualità tecniche e del geniale uso della colonna sonora, il telefilm ha il grande merito di far incontrare dramma e commedia, crimine e satira in un mix esplosivo e irriverente.
Ora, però, dopo un’ottima prima stagione diventa quanto mai necessario un secondo ciclo di episodi.
Nella speranza che Amazon Prime esaudisca al più presto il nostro desiderio, in questo articolo, rigorosamente spoiler (chi non ha visto il finale del sesto e ultimo episodio prosegua la lettura a proprio rischio e pericolo!), vi proponiamo cinque motivi per cui abbiamo davvero bisogno di The Bad Guy 2.
1. Come farà Nino Scotellaro/Balduccio Remora a sopravvivere?
La domanda in sospeso più impellente riguarda ovviamente le sorti del protagonista: dopo il fallimento del suo agguato contro Mariano Suro, ci ritroviamo finalmente al cospetto del fantomatico villain interpretato da Antonio Catania (ovvero l’irresistibile Diego Lopez di Boris!).
Nino/Balduccio si risveglia prigioniero del boss mafioso che per anni ha rappresentato per lui un’autentica ossessione, e Suro estrae la pistola, preparandosi a giustiziarlo.
Le ultime parole della sequenza finale sono già memorabili: “Porti il nome di un morto, e morto ti faccio. Ma prima mi devi dire una cosa: Balduccio Remora, cugino dell’America del Sud… Ma tu, chi minchia sei?“.
Il protagonista ricorrerà a qualche trovata stravagante, o rivelerà seriamente di essere Nino Scotellaro, come sembra suggerire la scena della fanta-fiction “Paolo Bray – Magistrato Buono” che va in scena poco dopo?
E in che modo questo potrebbe contribuire a salvargli la vita, anziché sancire – come parrebbe ovvio – la sua definitiva condanna a morte?
Non riusciamo davvero a immaginare come il nostro Nino possa uscire indenne da quel vicolo cieco, e siamo davvero ansiosi di scoprire quale colpo di scena abbiano in serbo gli autori della serie.
2. Perchè Luvi ha ostacolato il primo blitz contro Mariano Suro?
“Non è la prima volta che fai saltare un blitz, dico bene?“. Le parole del mafioso Palamita e il drastico voltafaccia finale di Luvi ci rivelano che è stata proprio la moglie di Nino a far naufragare il primo tentativo del protagonista di arrestare il boss mafioso che aveva causato la morte di suo padre.
Resta in bilico il mistero del cellulare ritrovato in casa del protagonista, ma a questo punto è molto probabile che il dispositivo appartenesse alla stessa Luvi, dal momento che quella falsa prova non è stata collocata nell’abitazione dagli scagnozzi di Suro.
Evidentemente negli archivi del villain si cela di molto compromettente per la moglie di Nino, che ha permesso a Cosa Nostra di ricattarla per anni, ma di che si tratta? Cosa può aver spinto (o, più verosimilmente, costretto) Luvi a tradire la fiducia di Nino, e a rinnegare la memoria di suo padre?
E come la prenderà il protagonista, se dovesse scoprirlo?
Resta anche da capire come la donna riuscirà a gestire il sequestro improvvisato del povero Palamita, e come pensa di utilizzarlo per arrivare a Mariano Suro.
È innegabile: il personaggio di Claudia Pandolfi cela ancora molti segreti, tutti da esplorare.
3. Cosa farà Leo, ora che ha scoperto che il vero Balduccio è morto?
Anche le sorti della spregiudicata e adorabile Leonarda ci spingono a scalpitare per una nuova stagione di The Bad Guy.
Attualmente la sorella di Nino rischia di perdere il lavoro e finire sotto accusa per aver messo in libertà un mafioso, ma ha finalmente scoperto che il presunto Balduccio Remora non è chi dice di essere, perché il “cugino d’America del Sud” è morto da alcuni anni.
Come farà a utilizzare questa informazione a proprio vantaggio, e a scansare l’imminente condanna? Ma soprattutto, come farà a scoprire di più, ora che non ha più un informatore nei ranghi di Cosa Nostra?
4. Alla fine della serie, Nino verrà davvero arrestato da Leonarda?
The Bad Guy, è bene ricordarlo, si apre sulle note di “Bandiera Bianca” di Franco Battiato, a pochi minuti da quello che, con ogni probabilità, sarà l’atto finale della serie.
Leonarda e gli altri agenti dei Ros, in tenuta pesante, cingono d’assedio il superlatitante Balduccio Remora, e la sua ultima difesa è un campo minato che circonda il suo rifugio.
Invitiamo tutti gli spettatori a rivedere i primi due minuti del primo episodio, che ora assumono un significato completamente nuovo: Leo fa capire a Nino che ha scoperto la sua identità, e fa leva sulla sua umanità annunciando la sua intenzione di gettarsi a capofitto attraverso il campo minato.
Il Nino che conosciamo sarebbe pronto a salvare la sua amata sorella minore, anche a costo di consegnarsi e finire in manette.
Ma quel Balduccio sembra ben più “cattivo” della sua controparte vista nella prima stagione: un autentico “Bad Guy” a tutti gli effetti, pronto a sacrificare persino la vita di Leo pur di non arrendersi.
Cosa lo ha portato a diventare così crudele e risoluto? Ma soprattutto, la situazione è davvero così disperata come sembra, o il protagonista ha ancora in serbo qualche asso nella manica? E siamo davvero certi che non si tratti di una messinscena?
L’assenza di una chiusura del cerchio rende davvero necessaria una prosecuzione del racconto fino al gran finale, dal momento che allo stato attuale questa bella sequenza risulta davvero incompleta, e persino frustrante.
5. The Bad Guy può segnare un nuovo corso per la serialità italiana
Concludiamo la nostra rassegna dei motivi per cui abbiamo davvero bisogno di The Bad Guy 2 con uno spunto che non ha nulla a che fare con la trama del telefilm e le molte domande rimaste in sospeso sul piano narrativo.
Allo stato attuale The Bad Guy è ancora un cantiere aperto, ma rappresenta l’inizio di un nuovo sentiero che potrebbe portare a profondi cambiamenti per il linguaggio televisivo italiano.
Osando profanare un “argomento sacro” come quello della lotta alla mafia con l’irriverenza tipica della black comedy, e al tempo stesso proporre un’architettura narrativa ben più seria e incalzante di qualsiasi altra commedia vista sui piccoli schermi del Bel Paese, la serie di Stasi e Fontana sembra essere davvero riuscita a regalarci una sorta di “Fargo italiano”.
Non si tratta, però, di una semplice copia sbiadita della “formula magica” creata da Noah Hawley (come invece accade nel caso della serie tv The Tourist), bensì di un prodotto genuino e autenticamente nostrano, che sfrutta i camei di figure pop come Enrico Mentana e il duo Colapesce-Dimartino, nonché una provocatoria colonna sonora che spazia da Mina ad Achille Lauro, e da Battiato a “I’m in love”, per dare vita a un racconto che spicca per originalità, freschezza e toni completamente inediti.
Sperando di non essere smentiti, per ora possiamo affermare che The Bad Guy ha tutte le carte in regola per fare scuola, e rivoluzionare per davvero l’intero filone.
Le sorti di questo “nuovo corso” a tinte dramedy, però, poggiano inevitabilmente sull’annuncio di una seconda stagione del telefilm da parte di Prime Video: solo così The Bad Guy potrà cercare di fare il grande passo, e passare dallo status di “coraggioso esperimento” a quello di nuova pietra miliare della serialità tricolore.