La serie: Liaison, del 2023. Creata da: Virginie Brac. Cast: Eva Green, Vincent Cassel. Genere: Thriller, spionaggio. Durata: 55 minuti/6 episodi. Dove l’abbiamo visto: Su Apple Tv Plus.
Trama: Due hacker siriani entrano in contatto con un pericoloso segreto e Gabriel, un mercenario sotto copertura, viene incaricato di portarli al sicuro in Francia. La missione fallisce, e per rintracciarli dovrà recarsi a Londra, dove incrocerà il cammino della sua ex, Allison. Nel frattempo, un gruppo di anonimi cyberterroristi mette sotto scacco l’intera città…
Tra thriller, spionaggio e love story, la miniserie anglo-francese Liaison è la prima coproduzione internazionale di Apple Plus.
Diretto da Stephen Hopkins (Predator 2) e scritto da Virginie Brac, il telefilm vanta come protagonisti due star di alto profilo come Vincent Cassel (Irréversible, Il Cigno Nero) ed Eva Green (007: Casino Royale, Penny Dreadful), e affronta tematiche di grande attualità come il cyberterrorismo, i flussi migratori provenienti dalla Siria, le debolezze dell’Unione Europea e soprattutto le conseguenze a lungo termine della Brexit.
Come recita la stessa sinossi pubblicata dalla piattaforma streaming, l’obiettivo delle sei puntate è però soprattutto quello di esplorare “l’impatto devastante degli errori del passato sul futuro”, facendo incontrare spionaggio e intrighi politici con “una lunga e appassionata storia d’amore”.
Un progetto molto ambizioso, ma non privo di zone d’ombra: ecco la nostra recensione di Liaison.
L’amore ai tempi del cyberterrorismo: la trama di Liaison
I giovani hacker siriani Samir e Walid violano i server governativi di Damasco e finiscono nel mirino del regime a causa di un segreto che avrebbe dovuto rimanere nascosto.
L’ambizioso e spregiudicato responsabile dei servizio di sicurezza francese Didier Taraud, deciso a provare al presidente la propria bravura, utilizza i propri canali sotterranei per offrire loro asilo politico a Parigi in cambio delle informazioni, e incarica della missione il mercenario Gabriel Delange.
Qualcosa, però, va davvero storto, e Gabriel si trova costretto a seguire le loro tracce fino a Londra, in una corsa contro il tempo per evitare che il segreto cada nelle mani degli inglesi.
I servizi segreti britannici, intanto, sono messi a dura prova dal cyberterrorismo: qualcuno è riuscito a introdursi nel sistema di sicurezza nazionale, e sta scatenando una serie di attacchi contro la capitale.
Una mano misteriosa disattiva le barriere anti-alluvione di Tower Bridge, sabota i canali della metropolitana e lascia senza luce l’intera Londra: i segnali sono sempre più preoccupanti, e una minaccia ancora peggiore sembra essere sul punto di abbattersi sulla città.
Da qualche anno la Gran Bretagna non fa più parte dell’Unione Europea, e dopo una lunga trattativa è venuto meno anche il sistema informatico comune: ora Londra è davvero sola di fronte al pericolo, e deve stipulare al più presto un nuovo trattato con Bruxelles se vuole superare la crisi.
Nel frattempo, per completare la propria missione e recuperare le informazioni sull’attacco, Gabriel è costretto a rivolgersi alla sua ex, Allison, che lavora per i servizi segreti britannici.
In passato i due erano amanti, ma la donna ha ormai spezzato ogni rapporto ed è sul punto di sposarsi con Albert, un avvocato e attivista dei diritti civili.
Soltanto unendo le forze Gabriel e Allison potranno provare a salvare le proprie nazioni…
L’ombra lunga della Brexit: un thriller quanto mai attuale
Nel corso delle sue sei puntate, Liaison getta un lucido sguardo sull’attualità, giocando sia sul piano letterale che su quello metaforico: così come Allison e Gabriel si sono allontanati e si trovano ora sulle sponde opposte della Manica, anche il Regno Unito ha drasticamente spezzato i suoi legami con l’Europa.
Entrambe le parti ne sono uscite vulnerabili e indebolite, e si trovano ora in ginocchio di fronte all’ombra lunga di una nuova forma di terrorismo.
La minaccia non è più rappresentata da esplosivi e attentati suicidi, bensì dalla mano di misteriosi hacker senza volto, capaci di violare i sistemi informatici britannici e gettare nel caos l’intera città di Londra.
Su tutto, significativamente, aleggia una regia che sembra raccontare le vicende attraverso l’occhio elettronico di una telecamera di sicurezza o un altro dispositivo di registrazione.
Il problema – come afferma un personaggio nel corso del terzo episodio – è che “l’Unione Europea non è certo un self service“: ripristinare una rete informatica di sicurezza comune non è certo un processo immediato, e tra Francia e Regno Unito sembra ormai essere venuta meno ogni fiducia.
A tratti la serie sembra persino delineare alcune dinamiche da guerra fredda, tra estradizioni forzate, segreti e minacce: al momento attuale è fantascienza, ma chi può dire che non sia proprio questo il futuro della politica sulle sponde della Manica?
E se “l’impatto devastante degli errori del passato sul futuro” di cui parla la sinossi fosse proprio quello della Brexit?
Le vicende della liaison romantica di Allison e Gabriel, per quanto autentiche e genuine, finiscono così per diventare anche un emblema di un problema molto più vasto, riflesso anche nel dualismo linguistico tra inglese e francese che permea l’intera serie.
Una sceneggiatura troppo piatta
Non c’è niente da fare: se state cercando su Apple Plus un’ottima serie di spionaggio, emozionante e mozzafiato, tocca continuare a rimandarvi all’eccellente Slow Horses (qui la nostra recensione), dal momento che Liaison non è affatto in grado di reggere il paragone con le avventure di Jackson Lamb e soci.
È un vero peccato, dal momento che il presupposto di cui vi abbiamo parlato poco fa è decisamente affascinante, e l’avventura spazia tra Damasco, Parigi, Londra e Bruxelles.
A tradire le attese è però soprattutto la sceneggiatura di Virginie Brac, che fa continuo affidamento su un gran numero di cliché, forzature e passaggi illogici: la sua scrittura, decisamente poco incisiva, appiattisce le vicende e rende davvero troppo bidimensionali i personaggi secondari.
I ritmi sono quelli veloci e intensi di un thriller, e non certo quelli compassati di una spy story alla Homeland e The Americans. Ciò nonostante, il telefilm non riesce neppure a trasmettere fino in fondo il senso di minaccia e di mistero che vorrebbe comunicare, né a rendere davvero interessanti gli intrecci politici tra Londra, Parigi e Bruxelles.
I colpi di scena ci sono, i fatti si dipanano con la giusta gradualità e la backstory dei due protagonisti viene sapientemente dosata di episodio in episodio, ma manca quella scintilla di originalità capace di animare la narrazione e connotarla in maniera univoca rispetto agli altri titoli del genere.
Non a caso, la storyline più riuscita è quella dedicata alla storia del rapporto tra Gabriel e Allison, che resta avvolta dal mistero fino alle ultime puntate: paradossalmente, a discapito del tono adottato dal regista, Liaison funziona decisamente molto meglio come love story che come thriller!
Vincent salva tutto
Vietato, però, parlare di flop o di occasione mancata: Liaison riesce comunque a offrirci un piacevole intrattenimento grazie soprattutto al contributo di un inossidabile Vincent Cassel, che ancora una volta si trova a dar vita a un mascalzone cinico, affascinante e sensibile, colmando con il proprio carisma naturale e la propria formidabile presenza scenica le pecche di una sceneggiatura non sempre all’altezza.
Nei panni del contractor francese Gabriel Delange, Cassel domina l’intera serie e magnetizza la nostra attenzione, facendoci subito capire senza alcuna ombra di dubbio come quel mercenario tuttofare sia il personaggio con cui dobbiamo immedesimarci.
A conti fatti, la trama di Liaison finisce per risultare molto più avvincente e memorabile di quanto non meriterebbe la mera somma delle sue battute e delle sue scelte registiche grazie proprio alla maestosa performance della star francese, che in questo caso sostiene davvero sulle sue spalle il peso dell’intero telefilm.
Buona è anche la prova di Eva Green, che risulta però decisamente meno incisiva della sua controparte maschile: la sua espressività è come sempre intensa e impeccabile, ma queste capacità risultano decisamente sottoutilizzate dalla narrazione, che finisce per limitare parecchio le enormi potenzialità dell’interprete di Allison.
La recensione in breve
Grazie al carisma naturale di Vincent Cassel e a una premessa narrativa molto avvincente, Liaison getta uno sguardo lucido sull'attualità ed esplora le conseguenze a lungo termine della Brexit. Purtroppo la sceneggiatura non sorregge adeguatamente la storia, che resta comunque godibile.
- Voto CinemaSerieTv