La serie: The Continental: Dal mondo di John Wick, del 2023 Creata da: Greg Coolidge, Kirk Ward, Shawn Simmons. Cast: Colin Woodel, Mel Gibson, Jessica Allain. Genere: Azione. Durata: 80 minuti/3 episodi. Dove l’abbiamo visto: Su Prime Video.
Trama: New York, anni Settanta. Frankie Scott sfida il Continental, leggendario hotel degli assassini su cui regna incontrastato il crudele Cormac O’Connor. Nel conflitto rimane coinvolto suo fratello Winston, che finirà per formare una squadra letale in grado di cambiare una volta per tutte le sotterranee dinamiche di potere della città…
Nel catalogo dei grandi film dedicati al tema della vendetta, la recente saga di John Wick occupa un posto di primo piano, grazie al carisma naturale di Keanu Reeves, ma anche al suggestivo abbinamento di atmosfere neo-noir, strabilianti sequenze d’azione e un universo narrativo di sorprendente profondità.
Già nel 2017, quanto le avventure cinematografiche di John Wick contavano soltanto due capitoli e il terzo film – Parabellum – era ancora in fase di scrittura, nacque l’idea di espandere le frontiere della saga anche oltre il sentiero tracciato dalle avventure del protagonista, e raccontare con una serie tv le origini di vari personaggi secondari.
Prese così forma l’idea della serie tv The Continental, originariamente concepita per l’emittente Starz e coordinata dallo stesso regista Chad Stahelski, che avrebbe persino dovuto dirigerne l’episodio pilota.
Dopo un cambio di emittente, numerose vicissitudini dietro le quinte, e l’uscita di altri due capitoli per il grande schermo, The Continental ha finalmente visto la luce sotto forma di miniserie dedicata alle origini di Winston Scott, il carismatico leader dell’hotel Continental (interpretato sul grande schermo da Ian McShane).
Nella nostra recensione di The Continental: Dal mondo di John Wick vi offriamo un primo sguardo a questo “capitolo zero” delle avventure di John Wick ambientato nella New York degli anni Settanta: la lunga attesa sarà stata ripagata?
La trama: una guerra sotterranea
Orfani fin dalla più tenera età, i fratelli Frankie e Winston Scott sono cresciuti insieme nelle strade di New York, fino al tragico incontro con l’assassino senza scrupoli Cormac O’Connor, a cui ha fatto seguito un tragico evento che ha stravolto il corso delle loro vite.
Circa vent’anni dopo, Winston vive a Londra, e sta cercando di rifarsi una vita navigando con astuzia nel mondo dell’alta società.
Dall’altra parte dell’Atlantico, Frankie invece è rimasto al servizio del dispotico Cormac, che nel frattempo è diventato il nuovo leader della leggendaria base operativa degli assassini di New York, l’hotel Continental.
Un giorno, Frankie fa una mossa azzardata contro il suo mentore, e ruba un antico artefatto dalla cassaforte del Continental prima di darsi alla macchia: la matrice delle monete d’oro utilizzate come valuta dai sicari di tutto il mondo.
La mossa scatena contro di lui la furia distruttiva di Cormac e di tutti gli assassini di New York, mentre sullo stesso Continental inizia a sua volta a incombere l’ombra dell’Alta Tavola, la sinistra organizzazione mondiale dei sicari, che ordina di recuperare al più presto l’artefatto smarrito.
Ben presto, Winston finirà trascinato nel conflitto, e si troverà costretto a dar vita a una squadra formidabile per intraprendere una missione quasi suicida: espugnare il Continental e porre fine al tirannico dominio di Cormac O’ Connor.
L’impresa lo porterà a esplorare a fondo i quartieri di Chinatown e Bowery, e a cercare l’alleanza di ogni tipo di bizzarro personaggio.
Nel frattempo, sulle losche attività di Frankie e del Continental indaga anche la giovane detective KD, ignara di trovarsi al cospetto di una guerra sotterranea tra i più letali assassini del mondo.
Un prequel privo di identità
Anche senza leggere il sottotitolo che campeggia in bella vista su Prime Video, non c’è dubbio: The Continental appartiene a pieno titolo all’universo narrativo di John Wick.
Nel corso dei tre episodi della miniserie seguiamo le avventure dei giovani Winston Scott (Ian Mc Shane) e Charon (Lance Reddick), ci ritroviamo al cospetto della “regina della Bowery” che ha preceduto il memorabile personaggio interpretato da Lawrence Fishburne, e scopriamo come mai il Continental ha assunto l’identità attuale, dopo essere stato governato in maniera radicalmente opposta dal volgare, brutale e dispotico Cormac O’Connor.
Affiorano citazioni iconiche (da “excomunicado” alla frase cult “mi servono armi, tantissime armi” di Matrix e John Wick 3: Parabellum) e ritroviamo la misteriosa Alta Tavola, incontrando persino un’altra Giudicatrice, letale e temibile quanto quella vista nel terzo capitolo.
Ogni cosa, insomma, è narrativamente al posto giusto e si ricollega alla saga cinematografica che vede protagonista Keanu Reeves.
Purtroppo, però, non si tratta di un pregio: The Continental è un titolo che purtroppo vive di luce riflessa, e risulta del tutto privo di un’identità propria.
Al netto del piacevole senso di familiarità che proviene dall’incontro con frasi, luoghi, e personaggi iconici, le tre puntate della miniserie risultano troppo imprigionate nell’ombra della saga per narrare la propria storia, o affermare la propria identità.
L’impressione è quella di una copia scialba, che rievoca i tratti salienti dei film senza aggiungere nulla di originale e, soprattutto, senza approfondirne i retroscena e la ricca mitologia.
Purtroppo, l’impressione è la serie soffra per i rigidi paletti impostile dalla produzione cinematografica – che evidentemente intende riservare l’esplorazione del misterioso mondo della Gran Tavola al futuro quinto capitolo della saga – ma, da parte sua non faccia nulla per scampare alla trappola del “già visto”, o, quantomeno, per raccontare una buona storia.
Occasione mancata
Purtroppo The Continental rappresenta una clamorosa occasione mancata, sia sul fronte registico-visivo che su quello della narrazione.
Malgrado la miniserie abbia scelto di concentrare il budget a sua disposizione su tre sole macro-puntate da 80 minuti l’una, la messa in scena e le coreografie non risultano per nulla all’altezza del franchise, e le sequenze d’azione – vero marchio di fabbrica del franchise – finiscono per risultare decisamente anonime e poco ispirate.
Non brilla neppure la fotografia, da cui invece sarebbe stato lecito aspettarsi un suggestivo ritratto retrò a tinte noir della New York degli anni Settanta.
Le cose non vanno meglio neppure sul versante narrativo, che risulta eccessivamente frammentario e disomogeneo, e soffre per la scelta di affidare due focus del racconto (quello dei fratelli Miles e Lou Burton, e soprattutto quello della detective KD) a personaggi troppo poco interessanti e tridimensionali per riuscire a competere con il filone principale, rappresentato invece dal convincente Winston Scott di Colin Woodel.
Ogni volta che l’occhio della serie lascia le vicende del protagonista per spostarsi sugli altri comprimari, la sensazione è quella di una brusca e fastidiosa frenata: quella The Continental è una storia a due velocità, che risulta ulteriormente penalizzata da una scrittura scialba e prevedibile, del tutto incapace di compensare queste vistose disomogeneità, o quantomeno di lasciare il segno nello spettatore.
Come sprecare il talento di una star
Eppure, sulla carta, The Continental aveva fatto la mossa vincente per ovviare alla pesante assenza di Keanu Reeves: tra i nomi che compongono il cast della serie svetta infatti quello di un mostro sacro del cinema d’azione del calibro di Mel Gibson, chiamato qui a vestire i panni del villain Cormac O’Connor.
Brutale, grezzo e spietato, l’irlandese ‘O Connor è pure un fervente cattolico: un ruolo davvero cucito ad arte per Gibson, che nelle aspettative di tutti gli appassionati avrebbe dovuto rappresentare la colonna portante della serie tv.
Eppure, malgrado la consueta, eccellente performance della star di Mad Max, Braveheart e Arma Letale, qualcosa finisce per andare storto pure qui: la sceneggiatura lascia davvero troppo poco spazio al Cormac di Gibson e, tutto sommato, non spinge a sufficienza l’acceleratore sulla follia e sugli eccessi del personaggio, che finisce per risultare derivativo, opaco e poco incisivo rispetto agli altri formidabili villain della saga cinematografica.
Nelle intenzioni degli autori, Cormac vuol essere un anti-Winston, e la sua gestione del Continental rappresenta la perfetta antitesi di tutto ciò che il futuro leader dell’hotel plasmerà attorno al leggendario newyorkese.
La connotazione del personaggio, però, risulta fin troppo pedestre e derivativa per risultare originale: al Cormac di Mel Gibson manca quel guizzo di originalità e pura pazzia che avrebbe potuto renderlo davvero iconico, malgrado gli evidenti sforzi del suo interprete di utilizzare al meglio tutto ciò che la sceneggiatura gli concede.
Il rammarico è forte, anche perché sul fronte opposto incontriamo un ottimo Colin Woodel, che riesce invece in quella che probabilmente era la sfida più ardua della serie: raccogliere il pesantissimo testimone dell’eccellente Ian McShane cinematografico.
Purtroppo il talento di Mel Gibson risulta qui sostanzialmente sprecato, e ad aggravare ulteriormente lo scenario contribuisce una galleria di comprimari trascurabili e decisamente non all’altezza.
La recensione in breve
L'attesa miniserie prequel della saga cinematografica di John Wick è un buco nell'acqua: una regia poco ispirata e una narrazione troppo derivativa e disomogenea affondano il progetto, sprecando persino il talento di Mel Gibson e del convincente Colin Woodel.
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Voto CinemaSerieTv