La serie: The Witcher 3 parte prima, del 2023 Creata da: Lauren Schmidt Hissrich Cast: Henry Cavill, Anya Chalotra, Freya Allan Genere: Fantasy. Durata: 60 minuti/5 episodi Dove l’abbiamo visto: Su Netflix.
Trama: In tutto il Continente imperversa la caccia a Ciri, la mitica bambina dal Sangue Antico, e Geralt, Yennefer e Ranuncolo devono unire le forze per proteggerla dagli assalti del mago del fuoco Rience, dagli elfi e da forze ancora più oscure. Il loro viaggio li condurrà all’accademia magica di Aretuza.
Dopo il brutto spin-off autoconclusivo The Witcher: Blood Origins di fine 2022, su Netflix è finalmente arrivato il terzo capitolo della saga fantasy dedicata alle avventure del cacciatore di mostri Geralt di Rivia, nata dalla penna dello scrittore polacco Andrzej Sapkowski e resa celebre dalla trilogia di videogiochi creata da CD Projekt RED.
Le aspettative erano molto alte: dopo un primo ciclo molto ispirato e alquanto fedele ai romanzi, anche se caratterizzato da un intreccio narrativo non sempre così accessibile al pubblico generalista, il secondo arco narrativo aveva fatto registrare una brutta battuta d’arresto, con un drastico allontanamento dal materiale di partenza e una significativa involuzione delle storyline dei nostri eroi.
Di recente, ad aggravare lo scenario si sono aggiunti il clamoroso flop di Blood Origins e la notizia che, al termine del terzo capitolo, la carismatica star inglese Henry Cavill consegnerà i panni del Lupo Bianco a Liam Hemsworth.
Un enorme cumulo di responsabilità, in definitiva, per una stagione che, proprio come Stranger Things 4, approda sui nostri schermi con due atti distinti: oggi debuttano le prime cinque puntate, mentre il 27 luglio arriveranno le ultime tre. In attesa di emettere un verdetto definitivo tra un mese, ecco la nostra recensione di The Witcher 3.
La trama: il tempo della guerra sta arrivando
Venti di guerra spirano sul Continente: l’ombra dell’imperatore di Nilfgaard, la Fiamma Bianca Emhyr var Emreis, incombe sui deboli regni del Nord, mentre le milizie degli Scoia’tael continuano a condurre le proprie implacabili scorrerie dopo la morte del figlio dell’elfa Francesca Findabair.
Nel frattempo, alla corte di Redania, il maestro delle spie Dijkstra e la maga Philippa tramano per mettere le mani sulla giovane Ciri, erede al trono di Cintra, e farla sposare con l’inetto re Demawend.
I due astuti cospiratori, tuttavia, non sono gli unici ad essere sulle tracce della giovane protetta del witcher Geralt di Rivia: orde di sicari e mercenari ingaggiati dal folle mago del fuoco Rience le danno la caccia in tutto il Continente, e anche gli elfi di Francesca sperano di catturarla e di portarla dalla propria parte per avverare le arcane profezie legate al Sangue Antico.
Un’eredità mistica che, come se non bastasse, ha attirato anche l’attenzione della soprannaturale Caccia Selvaggia, sempre pronta ad avventarsi sulla ragazza.
Per proteggerla da tutti questi nemici, Geralt e Yennefer si trovano costretti a mettere da parte i litigi e vagabondare senza sosta, fino alle rovine dell’antica città di Shaerrawedd: qui i tre tenderanno un agguato a Rience, nel tentativo di sventare la sua minaccia una volta per tutte.
Ma chi è il misterioso mandante che ha ingaggiato il sinistro mago del fuoco? Per scoprire la sua identità, i nostri eroi dovranno dirigersi alla volta dell’isola di Thanedd, dove sorge l’accademia magica di Aretuza di Tissaia de Vries.
Una volta giunti alla Torre delle Rondini, Yennefer spera di far intraprendere a Ciri la via delle arti magiche per tenerla al sicuro, ma la giovane non è affatto dello stesso avviso.
Intanto, ripercorrendo le orme di Rience, Geralt si imbatterà in una rete di complotti sempre più fitta…
Correzione di rotta
Gli amanti dei romanzi di Andrzej Sapkowski possono tirare un sospiro di sollievo: dopo la grossolana deviazione di percorso a cui abbiamo assistito nel corso della seconda stagione, The Witcher sembra essere finalmente sui binari e, seppur al netto di alcuni fisiologici cambiamenti e aggiustamenti cronologico-situazionali, la narrazione torna ora ad allinearsi al magistrale percorso tracciato dal pluripremiato scrittore polacco.
Non è questione di precisione filologica o di “integralismo letterario” fine a se stesso, bensì di qualità complessiva del racconto, anche per chi i libri non li ha mai letti: come abbiamo potuto constatare nel 2021, gli sceneggiatori della serie non sono affatto a loro agio nell’inserire tasselli originali, e questi ultimi finiscono sistematicamente per rivelarsi assai più deboli e meno convincenti del materiale di partenza, tradendo una mano assai più incerta e vacillante di quella del buon Sapkowski.
E così, dopo gli sconfortanti pasticci di Kaer Morhen, la serie tv targata Netflix riprende quota con un drastico cambio di passo, proprio alla vigilia di uno snodo cruciale qual è la resa dei conti sull’isola di Thanedd.
L’impatto sul disegno narrativo è tangibile: il cammino dei protagonisti torna a farsi solido e ben focalizzato, e la posta in gioco si innalza sempre di più. Ne siamo davvero certi: il meglio si vedrà a fine luglio!
Quanta carne al fuoco!
Il cammino televisivo del nostro strigo, però, è tutt’altro che in discesa: dopo Il Guardiano degli Innocenti, La Spada del Destino e Il Sangue degli Elfi, al nuovo ciclo di episodi di The Witcher spettava il difficile compito di adattare Il Tempo della Guerra, una dei romanzi più densi del ciclo di Geralt.
Il tutto – come già si è detto – a partire da basi assai poco solide, che poggiavano sulla recente introduzione di una pletora nuovi personaggi, concetti e fazioni non propriamente memorabili.
Vi invitiamo, pertanto, a ripassare a fondo le scorse stagioni prima di intraprendere la visione, perché non sarà facile rimediare in corso d’opera: ansioso di recuperare il tempo perso, The Witcher 3 non perde tempo a riannodare i fili del racconto e ci scaraventa in una fitta girandola di nuovi nomi, intrecci e complotti che potrebbero disorientare vari spettatori.
Vi serve una prova? Nel nostro riassunto siamo stati costretti a tralasciare l’ex comandante nilfgaardiano Cahir, lo Scoia’tael Gallatin, il ritorno del mago Istredd, il principe Radowid di Redania, i bruti di Houvenaghel, la leale Triss Merigold, il licantropo Otto Dussart e tanti, tanti altri ancora!
La proverbiale carne al fuoco è davvero tanta, e per una volta Rience non c’entra: il rischio di perdere la bussola è molto elevato, anche perché, a differenza del ben più solido Game of Thrones, la serie è giunta alla sua terza stagione senza aver debitamente introdotto e contestualizzato molti personaggi principali.
L’inevitabile risultato è una sceneggiatura troppo densa e soffocante, che nelle prime puntate non lascia respirare adeguatamente il racconto e i personaggi, proponendoci un’eccessiva frammentazione dei punti di vista. Per fortuna, però, con il trascorrere degli episodi le cose migliorano nettamente, e il fascino del Lupo Bianco torna a farsi sentire sempre più forte…
Un solido comparto tecnico
A funzionare davvero molto bene è invece l’ottimo comparto tecnico della serie, che continua a stupirci con scene d’azione mozzafiato, combattimenti e coreografie ispirate al videogioco e mostri fantasy magistralmente animati che conferiscono alla serie una grande forza visiva.
Oltre alla temibile Caccia Selvaggia e alla consueta quota di creature soprannaturali da affrontare – nel primo episodio, in particolare, ne incontriamo una davvero degna di nota! – la maggiore novità di questa stagione è rappresentata dal terribile “mostro di carne” che affronterà si batterà con Geralt nel corso della seconda puntata.
Senza anticiparvi in dettaglio di che si tratta, possiamo soltanto assicurarvi che anche questa volta le emozioni e gli effetti speciali non mancheranno!
Henry, ripensaci…
A fare davvero la differenza e conferire il giusto peso ai primi cinque episodi è però ancora una volta l’ottima prova attoriale di un monumentale Henry Cavill, che malgrado le perplessità della prima ora ha saputo calarsi nei panni di Geralt di Rivia con carisma e intensità.
Se The Witcher funziona e intrattiene, al netto di una sceneggiatura asimmetrica e imperfetta (per quanto in ripresa) è anche e soprattutto grazie all’ex Superman di casa DC Comics che, purtroppo, al termine della stagione abbandonerà pure i panni di Geralt e consegnerà le due spade e l’amuleto dello strigo a Liam Hemsworth.
Il cambio arriva nel peggior momento possibile: secondo i piani di Netflix e i ritmi dell’adattamento dei romanzi di Sapkowski, la serie tv dovrebbe durare sei stagioni, e i due attori sono destinati ad avvicendarsi proprio al giro di boa della saga.
La storia, però, sta iniziando solo ora a decollare, le nubi cominciano a diradarsi e non siamo così certi che il cast possa permettersi di fare a meno proprio ora del fascino naturale e delle solide performance di Cavill.
Se poi fossero vere le voci di corridoio che vedevano nell’attore britannico un intransigente baluardo della fedeltà alle atmosfere dei romanzi, e attribuiscono alla showrunner Lauren Schmidt Hissrich una forte spinta divergente, il problema per la già annunciata quarta stagione potrebbe andare molto al di là del mero cambio di un interprete…
Certo, Liam Hemsworth non è affatto un cattivo attore, e ci rimarranno le gradite conferme di Anya Chalotra (Yennefer), Freya Allan (Ciri), Joey Batey (Ranuncolo) e del sempre ottimo Graham McTavish alias Sigismung Dijkstra (già star di Preacher, Outlander, Lucifer e tanto altro). Ma saranno davvero sufficienti?
La recensione in breve
The Witcher 3 parte in salita e sconta gli errori della scorsa stagione, proponendoci una narrazione fin troppo densa e convoluta. Quando però la serie riesce finalmente a ingranare, le cose migliorano sempre di più. Non abbiamo dubbi: a luglio ci sarà davvero da divertirsi!
- Voto CinemaSerieTv