Subito dopo la serie su Jeffrey Dahmer, nell’autunno 2022, Ryan Murphy fa di nuovo centro su Netflix con The Watcher, un’altra serie tratta da una storia vera, incentrata sull’incubo vissuto da una famiglia del New Jersey in quella che consideravano la loro casa dei sogni, al 657 Boulevard di Westfield. The Watcher può essere considerata la versione thriller (meno camp, ma con un plot che non lascia un attimo di respiro allo spettatore) della prima stagione di American Horror Story, quella Murder House che ai tempi si impose come una delle serie più innovative.
Come vi abbiamo spiegato nella nostra recensione della serie, anche in The Watcher, come in Murder House, vengono esplorate le dinamiche relazionali all’interno di una famiglia, quella di Nora e Dean Brannock (Naomi Watts e Bobby Cannavale) e dei loro due figli, Ellie e Carter. I Brannock, dopo essersi lasciati alle spalle un periodo problematico dal punto di vista finanziario, decidono di acquistare una casa molto ambita, situata in una zona esclusiva. Nora e Dean hanno investito tutti i loro soldi, ma sono certi che il futuro professionale di lui consentirà ad entrambi di recuperare il denaro investito. Purtroppo non andrà così, e in più si ritroveranno a spendere altri soldi per rinnovare parte della casa e per proteggersi dalle minacce di uno stalker che firma le sue lettere come The Watcher, l’Osservatore. Come abbiamo visto nel finale della serie, che ha diviso molto il pubblico di Netflix, i due non sapranno mai chi ha mandato quelle lettere e in che modo i loro vicini di casa (e altri personaggi) erano coinvolti nella loro assurda vicenda. Tra rivelazioni che rimettono in discussione tutte le teorie investigative, vicini inquietanti, personaggi collusi tra loro e figure misteriose che appaiono in casa dal nulla, i Brannock faranno fatica a restare uniti e le tensioni tra loro porteranno in superficie gli aspetti più oscuri delle loro personalità.
Chi è l’Osservatore?
Alla fine dell’ultimo episodio di The Watcher appare una scritta in sovraimpressione che non lascia spazio a fraintendimenti: “il caso dell’Osservatore non è mai stato risolto”. Del resto anche nel 2014 i veri proprietari della casa al 657 Boulevard non erano mai riusciti a venire a capo del mistero e così accade anche nella serie di Ryan Murphy. Ci resta però il dubbio su chi sia effettivamente lo stalker che ha tormentato i Brannock per mesi e azzardiamo che ognuno dei personaggi principali sia responsabile di atti intimidatori che hanno contribuito a rendere il mistero ancora più ingarbugliato. Ognuno di loro ha dei motivi per essere ossessionato dalla casa, anche Nora e Dean che infatti nel finale assumono gli stessi atteggiamenti del loro persecutore, come se fossero rimasti invischiati nello stesso oscuro meccanismo di cui sono stati vittime. Il mistero al centro della serie sembra risolversi nell’ultimo episodio, quando Karen (Jennifer Coolidge) prende possesso della casa, ma l’agente immobiliare viene minacciata da Nora e si ritrova a subire le stesse intimidazioni che avevano subito i Brannock. La figura incappucciata e avvolta in un mantello nero che appare a Karen sulle scale di casa potrebbe essere Nora, ma ciò non vuol dire la signora Brannock sia l’Osservatore, perché potrebbe essersi solo inserita nel “gioco” come hanno fatto altri.
Il finale di The Watcher: 657 Boulevard, dove l’Ossessione è di casa
La spiegazione del finale di The Watcher si apre a diverse interpretazioni. Dopo essere fuggita a gambe levate dalla casa, Karen l’ha venduta in fretta e adesso la villa al 657 Boulevard ha dei nuovi proprietari, Ben e sua moglie, una coppia con figli piccoli. Dal loro atteggiamento diffidente si intuisce che devono aver già iniziato a ricevere le prime lettere. La casa in cui vivono, del resto, non sarà “maledetta”, ma è in grado di catalizzare ossessioni sinistre. Prima dei titoli di coda rivediamo tutti i personaggi principali di The Watcher muoversi furtivi attorno alla 657 Boulevard, come a monitorare l’attività dei nuovi vicini: i fratelli Pearl e Jasper Winslow, Maureen, Mitch e Bill Webster (o forse dovremmo dire John Graff?). Ad osservare la villa e i suoi abitanti, c’è anche Dean Brannock (che al nuovo proprietario si presenta addirittura come John) e non escludiamo che sia stato lui a lasciare la nuova lettera dell’Osservatore che sta per essere ritirata da Ben.
Ormai quella di Dean è una vera e propria ossessione che ha contagiato anche sua moglie. Nora chiama Dean al telefono mentre lui è in macchina e gli dice che è felice che lui abbia intrapreso un percorso di psicoterapia per lasciarsi tutto alle spalle. Lui risponde a sua moglie che è bloccato nel traffico e lei sembra accettare questa giustificazione, ma pochi secondi dopo vediamo che in realtà lo sta pedinando in macchina con un sorriso che non lascia presagire niente di buono.
Quindi sono tutti colpevoli?
Dai protagonisti ai personaggi secondari, quasi tutti i personaggi di The Watcher hanno contribuito al clima di paranoia che avvelena il vicinato della Boulevard. Pearl e Jasper Winslow (Mia Farrow e Terry Kinney) e John (Joe Mantello) sanno come entrare all’interno della villa attraverso il tunnel segreto nel seminterrato che viene scoperto dagli operai dei Brannock. I tre fanno parte della Westfield Preservation Society, un’associazione costituita tra vicini per impedire che gli edifici storici nella zona vengano stravolti da ristrutturazioni che, a loro parere, potrebbero snaturarli. Dell’associazione, che non ha nessuna ufficialità, ma sembra più un gruppo di eccentrici potenzialmente pericolosi, fanno parte anche Maureen (rimasta vedova) e Mitch.
Maureen e suo marito sono i primi a scontrarsi con i Brannock proprio in merito alla ristrutturazione della casa e la loro sparizione e successiva riapparizione (con il coinvolgimento del figlio mentalmente instabile e con l’uccisione di due persone) non può essere archiviata come un episodio di poco conto. Tuttavia, ci sentiamo di escludere che facessero parte di una setta di satanisti succhiasangue come aveva raccontato l’ex proprietario Andrew Pierce (Seth Gabel). Tra l’altro quella scena sembra una chiara citazione di Rosemary’s Baby, il cult horror di Roman Polanski che vedeva Mia Farrow alle prese con dei vicini di casa ficcanaso e adoratori del diavolo.
Mitch, il professore che diede il via all’idea virale di scrivere una lettera d’amore anonima ad una casa e la affidò ai suoi studenti (che continuarono a scrivere e a mandarle negli anni) sembra respingere fermamente le accuse dei Brannock, quando i due coniugi lo mettono alle strette tra gli scaffali di un supermercato, salvo poi ripresentarsi il giorno dopo, con un atteggiamento apertamente ostile e di minaccia. Di Mitch ci viene raccontata anche la backstory, che lascia pochi fraintendimenti sulla sua ossessione per la casa dei Brannock.
Ci sarebbe anche da parlare del coinvolgimento di Karen Calhoun, anche lei ossessionata dall’abitazione (ma per ragioni molto diverse da quelle dell’associazione di vicini) e dall’uomo con cui l’agente immobiliare aveva una relazione, il detective Chamberland, che fin dall’inizio sembra voler rallentare le indagini. Karen non fa parte del gruppo di stalker (che tra l’altro criticano le sue scelte di arredo) ma “ottiene sempre tutto ciò che vuole” e la casa era nei suoi obiettivi in quanto status symbol.
La falsa rivelazione della detective Theodora Birch e alcune questioni rimaste in sospeso
Theodora Birch (Noma Dumezweni) è la detective che viene ingaggiata dai Brannock per indagare sul caso dell’Osservatore. Verso il finale della miniserie Theodora – una donna nera affascinante, arguta e caparbia, ma condannata da un tumore al fegato – confessa a Dean di essere l’Osservatore. La sua confessione che apparentemente risolve alcuni misteri della serie, verrà poi smentita dopo la sua morte, ai funerali. Theodora voleva che Dean e Nora ritrovassero la pace perduta e per questo aveva inventato una storia secondo la quale lei era l’ex proprietaria della villa ed era stata costretta a venderla per curarsi. Nel tentativo di riottenerla, aveva inviato quelle lettere.
La spiegazione di Theodora ha uno strano effetto psicologico sullo spettatore: sebbene venga smentita con chiarezza, non riusciamo a metterla del tutto da parte perché di lei ci fidiamo. Abbiamo imparato a volerle bene e a fidarci di lei e del suo intuito, perché ci sembra una delle poche persone assennate in una gabbia di matti o di personaggi destinati a perdere la ragione. Per questo motivo ci viene spontaneo considerare “risolte” alcune questioni che non troveranno risposta, come ad esempio l’identità della misteriosa ragazza con le trecce che appare accanto a Dean in uno strano video registrato dalle telecamere di sicurezza. Theodora dice che la ragazza era una performer da lei ingaggiata allo scopo, ma una volta che la sua storia viene smentita, non sapremo mai chi era davvero.
Una storia vera (anzi, due) e la serie Netflix: le differenze principali
Abbiamo detto che The Watcher è ispirato da una storia vera accaduta nel 2014 nel New Jersey. Proprio come nella serie Netflix, anche nella realtà l’Osservatore non fu mai identificato. Le differenze tra realtà e fiction sono altre: Derek e Maria Broaddus, la vera coppia al centro della storia, avevano tre figli invece che due e non abitarono sempre nella casa al 657 Boulevard di Westfield, proprio perché terrorizzati dalle lettere. Anche i Broaddus avevano dei vicini un po’ strani, e le intimidazioni dello sconosciuto che iniziò a inviare lettere erano meno violente, rispetto a quello che si vede nella serie.
Anche Derek e Maria decisero di rivolgersi a dei professionisti per scoprire chi fosse il loro persecutore e sembra che si siano rivolti ad un detective privato e ad una ex agente dell’FBI che aveva ispirato il personaggio di Clarice Starling ne Il Silenzio degli Innocenti. Alla fine i Broaddus si videro costretti ad andare via e a vendere la casa, ma a quanto pare gli attuali proprietari della vera casa di The Watcher non hanno ricevuto lettere o intimidazioni di alcun tipo.
Non tutti sanno però che in realtà nella serie di Ryan Murphy sono incluse due storie vere, quella dell’Osservatore e quella di John List, l’assassino che ha ispirato John Graff e che uccise la sua famiglia proprio a Westfield.
Bill Webster è davvero John Graff?
Sì, l’uomo che ci viene presentato come Bill Webester è John Graff. In The Watcher Dean si ritrova ad avere una conversazione surreale con John Graff un uomo sulla cinquantina che incontra in casa sua, mentre è impegnato a prepararsi un sandwich in cucina. L’uomo sostiene di essere un ispettore dei lavori di ristrutturazione e in seguito scopriamo che ha vissuto con la sua famiglia alla 657 Boulevard. Il mistero si complica quando scopriamo che Graff aveva ucciso tutta la sua famiglia proprio nella casa in cui vivono i Brannock e che prima di sparire aveva ritagliato la sua faccia da tutte le foto di famiglia. Quindi nessuno sa che faccia abbia Graff e Dean potrebbe aver parlato con qualcuno che diceva di essere Graff, ma non è detto che fosse lui. Il senso di minaccia che si percepisce durante la conversazione con Graff lo rende uno dei personaggi più intriganti e inquietanti della serie, con il suo aspetto da normale contabile di mezz’età e le vibes sinistre dei suoi discorsi.
Durante la riunione dell’associazione nel salotto di Pearl, l’uomo si presenta come Bill Webster, ma Mitch lo riconosce. “Ci siamo già visti da qualche parte?” chiede il professore. Forse in biblioteca, interviene prontamente Pearl, come a voler glissare su una domanda scomoda. Mitch annuisce e poi chiede a “Bill” della sua famiglia, come se avesse capito che si tratta proprio dell’uomo che aveva ammazzato i suoi familiari con una pistola.
L’aspetto più interessante di questo personaggio, come dicevamo nel paragrafo precedente, è che è ispirato ad un assassino realmente esistito, John List. List non abitava nella villa dei Broaddus, ma in un’altra abitazione di Westfield e uccise sua moglie, sua madre e i figli nel 1971. Fu arrestato nel 1989 dopo anni che era riuscito a far perdere le sue tracce. Morirà nel 2008, in carcere.
La storia di List, inserita in The Watcher, è una storia vera all’interno di un’altra storia vera e contribuisce a rendere la serie ancora più intrigante. Chi conosce Ryan Murphy sa bene che l’autore è solito inserire i racconti di vicende realmente accadute all’interno della storyline principale. Lo ha fatto anche in American Horror Story dove ha rievocato delitti celebri e assassini famosi.