Tratta dal romanzo premio Pulitzer di Anthony Doerr (edito in Italia da Rizzoli) Tutta la luce che non vediamo è una miniserie Netflix in quattro episodi con Mark Ruffalo e Hugh Laurie.
Come già vi abbiamo già anticipato nella nostra recensione, la vera protagonista della storia è però l’adolescente Marie-Laure, una ragazza francese non vedente che, negli ultimi giorni della seconda guerra mondiale, utilizza quotidianamente la frequenza radio 13.10 per cercare suo padre Daniel.
Quattro anni prima, è stato proprio lui ad aiutarla a fuggire da Parigi e a nasconderla nel villaggio costiero di Saint-Malo, prima di ripartire nel disperato tentativo di depistare i suoi inseguitori.
I tedeschi, infatti, sono sulle tracce del Mare di Fiamma, un diamante dal valore inestimabile che Daniel ha sottratto al museo di storia naturale per evitare di farlo cadere nelle mani degli invasori.
Secondo un’antica leggenda popolare, il possessore della gemma potrà godere della vita eterna, a condizione però di veder soffrire tutti coloro che ama.
Divorato da un male incurabile, lo spietato ufficiale nazista Reinhold von Rumpel crede che il mito abbia un fondo di verità, ed è certo che Daniel abbia affidato la gemma a Marie prima di cadere nelle sue mani.
Nel frattempo Werner Pfenning, un giovane radiofonista della Wehrmacht, cerca in ogni modo di tenere nascosta ai suoi superiori la frequenza di Marie.
In passato, il ragazzo ha infatti ascoltato sul medesimo canale i preziosi insegnamenti proibiti di un misterioso “professore” che, nel corso delle puntate, scopre trattarsi del geniale prozio della ragazza, Etienne.
La sua ricerca lo conduce però a incontrare un uomo molto diverso dalla voce che aveva conosciuto alla radio, costretto dalle circostanze a trasformarsi in un partigiano.
Ma come va a finire? Scopriamolo in questa spiegazione del finale di Tutta la luce che non vediamo.
Dov’era nascosto il Mare di Fiamma?
Durante la loro permanenza a Parigi, Daniel aveva realizzato un modellino in legno dell’intera città per aiutare la ragazza a fare i conti con la cecità orientandosi con il tatto e memorizzando tutte le strade della capitale francese.
Fuggiti a Saint-Malo, ha replicato lo stesso lavoro anche per la piccola cittadina costiera, misurando in passi ogni singola via del centro abitato per poi riprodurli in scala con una precisione minuziosa.
Durante lo scontro finale con Reinhold von Rumpel, si scopre che il diamante era incastonato proprio all’interno del modellino: Daniel aveva voluto donarlo a sua figlia, lasciandole un’eredità dal valore inestimabile.
Da parte sua, infatti, Daniel non ha mai creduto alla maledizione del diamante, e ha scelto di donarlo alla figlia per tenerlo al sicuro. Il malvagio Reinhold von Rumpel, dopo aver distrutto il modellino nella sua colluttazione con Werner, giunge davvero a un passo dal prenderlo, ma dopo aver esaurito tutti i colpi della sua Walther PPK viene ucciso con un colpo alla testa da Marie-Louise, che dimostra di aver imparato la lezione più importante: “Ogni cosa ha una voce: la devi solo ascoltare”.
È vera la leggenda del diamante?
Anche dopo i titoli di coda, la domanda non trova una risposta univoca. Durante la battaglia finale, per un soffio Reinhold von Rumpel non è riuscito a prenderlo, e a dimostrare l’efficacia delle sue teorie.
Quel che è certo è che Daniel è stato a lungo il possessore del Mare di Fiamma, e questo è curiosamente coinciso con la cecità della figlia, l’arrivo dei nazisti, la fuga a Saint-Malo e la perdita della speranza per Etienne, accecato dagli orrori della prima guerra mondiale.
Dopo averla lasciata in custodia a Marie, Daniel è caduto nelle mani di Reinhold von Rumpel e ha perso la vita a causa delle brutali torture dell’ufficiale nazista.
Mentre la gemma è in possesso di Marie, allo stesso modo, perdono la vita prima la benevola madame Manec, poi lo stesso Etienne e tutti gli altri membri della sua banda partigiana.
La ragazza, invece, sopravvive miracolosamente a ogni assalto dello spietato Reinhold von Rumpel, anche quando le speranze sembrano svanite. Ma forse, stiamo iniziando a farci suggestionare anche noi… Nel dubbio, però, Marie decide di non seguire le orme del padre e impedisce a Werner di toccare la gemma, per poi scagliarla nelle profondità del mare del Nord.
Daniel è sempre stato un incrollabile razionalista, ma a volte esistono leggende che è bene non mettere alla prova…
La serie e il libro: un cambiamento all’insegna della speranza
L’atto finale della miniserie Netflix rivoluziona radicalmente l’epilogo del libro. Qui il prozio della protagonista Etienne LeBlanc non cade vittima di un bombardamento, ma sopravvive e torna in libertà dopo una breve prigionia.
La sorte di Werner, al contrario, è assai più tragica di quella vista sul piccolo schermo: il ragazzo non soltanto non riesce a ricontattare sua sorella Jutta in Germania, ma anzi viene fatto prigioniero degli Alleati e si ammala gravemente. Febbricitante e in preda al delirio, una notte abbandona l’ospedale da campo e calpesta una mina, perdendo la vita.
A riconsegnare i suoi effetti personali a Jutta, molti anni dopo, è il suo amico Volkheimer, che le racconta come la storia d’amore di suo fratello con Marie fosse stata soffocata sul nascere.
Nella serie Netflix, lo sceneggiatore Steven Knight sceglie invece di lanciare un messaggio di speranza: utilizzando la radio di Marie, Werner fa sapere a sua sorella Jutta di essere ancora vivo, ed è lui stesso a raccontarle di essere accanto a una bellissima ragazza. Dopo essersi separato a malincuore da Marie, le promette che continuerà ad ascoltare la radio, e un giorno tornerà in Francia a trovarla. Dopo essersi consegnato ai soldati americani, non sappiamo altro di lui: il finale è aperto, ma ci piace pensare che la sua sorte possa essere stata molto diversa da quella della sua controparte cartacea.