Il Festival di Sanremo è quella cosa a cui i bioritmi si abituano quando ormai sta per finire. E ancora non siamo al traguardo. La seconda serata, quindi, non è altro che una prima serata con meno intoppi, ma sempre dai tempi dilatati. Ieri sera sono stati presentati gli ultimi 14 cantanti in gara, votati ancora una volta dai giornalisti. Limitatamente alla serata, al primo posto troviamo Colapesce-Dimartino, seguiti da Madame, Tananai, Lazza e Giorgia. Per quanto riguarda la classifica generale, considerate le somme dei voti di prima e seconda serata, in testa troviamo Marco Mengoni e a ruota Colapesce-Dimartino e Madame.
Con Amadeus e Gianni Morandi (ancora scopa munito, non si sa mai dopo l’affaire Blanco) abbiamo visto la “belva” Francesca Fagnani. Tra gli ospiti musicali, Al Bano e Massimo Ranieri e i Black Eyed Peas, prime stelle internazionali. Poi è stata la volta dei dimenticabili Francesco Arca (peggior presentazione di fiction di sempre, per la cronaca Resta con me da domenica 19 febbraio su Rai 1) e Angelo Duro.
Menzione speciale per l’esibizione di Fedez dalla nave Costa. Pochi minuti in cui il rapper ha preso di mira le polemiche sulla partecipazione di Rosa Chemical, attaccando «il viceministro vestito da Hitler», riferendosi a Galeazzo Bignami viceministro alle Infrastrutture, fotografato in divisa da nazista. Fedez si è poi preso la responsabilità di quanto detto. Ecco allora le pagelle della seconda serata del Festival di Sanremo 2023.
Amadeus, voto: 6,5
Allenatore, anzi, Commissario Tecnico, Ama gestisce con oculatezza anche la seconda serata, quasi innestando il pilota automatico. Buon per lui che sembra quasi non sforzarsi. Anche in situazioni in potenza pericolose come l’esibizione freestyle di Fedez. O quella di Angelo Duro, introdotta da una piccola sfida agli spettatori da casa (“Cambiate canale subito“. Per la cronaca, sarebbe stato meglio). Alla fine ha dovuto cedere all’intervista con Francesca Fagnani. Tranquilli, l’imbarazzo dura solo pochi minuti.
Gianni Morandi, voto: 8
Torna sul palco dell’Ariston con una bella scopa in mano, memore della catastrofe scatenata dalla rabbia di Blanco nella prima serata del Festival di Sanremo 2023. E intona subito Grazie dei fior, pezzo iconico della storia sanremese. Continua, così, il suo show inesorabile, un panzer sorridente che travolge tutto e tutti con un’irrefrenabile joie de vivre. Perfino quando racconta le sue disavventure digestive durante i suoi tour.
Francesca Fagnani, voto: 6,5
“Vengo in pace” ha detto la giornalista scendendo le scale. E se l’è cavata molto bene, pur senza strafare. Elegantissima in Armani, brava, spigliata, brillante, una vera sorpresa. Anche durante il temuto monologo, in realtà una raccolta di dichiarazioni di ragazzi detenuti nel carcere minorile di Nisida.
“Vogliamo che la gente sappia che non siamo animali, non siamo bestie“. Tema importante, anzi importantissimo. Ma la domanda è sempre la stessa: funziona questa formula che finisce per banalizzare anche argomenti così seri? Meglio, molto meglio l’intervista a Morandi e Amadeus (arrivata, per sfinimento, all’una inoltrata).
Al Bano, Massimo Ranieri, Gianni Morandi voto: 8
I vecchi leoni non mollano mai. Al netto di qualche stecca, dell’intonazione che arriva tardi e dei limiti fisici. Al Bano e Ranieri dimostrano che l’arte non è questione d’età, ma di atteggiamento. Immaginate, poi, la loro potenza moltiplicata dalla presenza di Morandi. Insomma, un’esibizione da karaoke immediato. Del resto, se Bong Joon-ho ha scelto In ginocchio da te per la colonna sonora di Parasite, un motivo ci deve essere.
Magari non il momento di spettacolo più alto della televisione italiana, ma di sicuro un distillato nazionalpopolare nella sua accezione più positiva. Con un finale, la meravigliosa Il nostro concerto di Umberto Bindi, da standing ovation.
Will, voto: 5
È una canzone semplice, Stupido, a dire dello stesso autore William Busetti. Un pezzo che parla di tutte le volte che ci si sente degli idioti per amore. Ne apprezziamo il candore, ma il brano di Will, anche se accattivante, è troppo sobrio (leggasi moscio). E sorvoliamo sulla mancata intonazione iniziale.
Modà, voto: 6
Portano un tema grave come la depressione i Modà per il loro ritorno al festival dopo 10 anni. Lasciami è un pezzo con indubbie potenzialità e una bella linea melodica. Sembra però indirizzato solo ai fan più scalmanati del gruppo guidato da Kekko. Sarà comunque apprezzatissima.
Sethu, voto: 6,5
Con un passato punk rock che si sente eccome, il savonese Sethu presenta Cause perse, un pezzo brillante, scritto assieme al gemello Giorgio. Lui lo definisce un incrocio fra una quella sana voglia di tisana e la propensione a spaccare tutto (vedi alla voce Blanco). Pensiamo che sia una canzone gradevole (e avrebbe meritato sorte migliore in gara).
Articolo 31, voto: 6,5
Abbiamo un pregiudizio positivo nei loro confronti. Sarà per la candida saggezza di J-AX o per l’enigmaticità di DJ Lad. Fatto sta che Un bel viaggio si lascia ascoltare, con la potente semplicità del motivetto che ti frega (e ti frega sempre). Anche troppo sobri, se vogliamo. Più nostalgici che scalmanati. Sono cresciuti, forse (anche se dicono di no).
Lazza, voto: 7
Pseudonimo di Jacopo Lazzarini, questo rapper dai mille talenti e dal grande impatto commerciale, presenta Cenere, un pezzo che coniuga ritmo e melodia in maniera accattivante. Avrà successo.
Giorgia, voto: 6
La Queen del pop italiano torna a Sanremo con Parole dette male. Il look è sbarazzino e azzeccato. La sua voce è potente ma non precisa, il pezzo dichiaratamente nostalgico, con un mood anni ’80 à la Whitney Houston che avrebbe potuto e dovuto funzionare meglio. Sulle qualità tecniche dell’interprete capitolina non si può dubitare. Vedremo se già da stasera qualcosa cambierà.
Colapesce Dimartino, voto: 7
Saliranno, saliranno, saliranno fino a quando non saranno un puntino lontano. È una delle caratteristiche principali di Colapesce e Dimartino che con Splash puntano a bissare il clamoroso successo di Musica leggerissima. La canzone acchiappa le orecchie e non le lascia più sin dal primo ascolto. Hanno trovato la formula perfetta.
Shari, voto: 5
Aveva solo 12 anni quando si è esibita per la prima volta su un palco a Tú Sí Que Vales. Oggi Shari, in attillatissimo vestito animalier, con la sua Egoista parla di chi cerca l’amore per alleviare la sua solitudine. Canzone ambiziosa in partenza, ma che si affloscia per un’interpretazione non perfettamente a fuoco.
Madame, voto: 7
Madame torna sul palco dell’Ariston, dopo l’exploit del 2021, con Il bene nel male, storia d’amore tra una prostituta e il suo cliente. Il groove fa presa, il resto lo fa lo stile vocale di un’interprete che può piacere o meno, ma che possiede un suo stile riconoscibile. Una delle migliori prove della serata.
Levante, voto: 5,5
Incomprensibilmente biondo mais (ma siamo certe si farà una ragione del commento), con un look da aliena techno, Levante presenta Vivo, una canzone in cui affronta il saliscendi di emozioni provate dopo la nascita di sua figlia Alma Futura. Non esattamente il pezzo più gradevole della puntata. L’autrice catanese va rivista.
Tananai, voto: 6,5
Tananai, che dalla sua ultima partecipazione al Festival nel 2021, con Sesso occasionale, è diventato un piccolo fenomeno musicale, propone Tango su un amore a distanza. Una botta di romanticismo che si farà apprezzare dal pubblico, ne siamo certe. Intanto, conquista la sala stampa.
Rosa Chemical, voto: 7
Per riprendere l’atto di Fedez di cui abbiamo scritto all’inizio, neanche noi capiamo le polemiche sul gender che hanno preceduto l’esibizione di Rose Chemical (di cui è stata chiesta addirittura l’eliminazione dal Festival di Sanremo), ma tant’è. Il rapper di Voghera con la sua Made in Italy parla allegramente di sesso e questo forse è ancora tabù. Il brano però decolla e si balla che è un piacere.
LDA, voto: 5
LDA, ovvero Luca D’Alessio, figlio di Gigi D’Alessio, e “prodotto” del vivaio di Amici. Nome pesante, il suo, che tuttavia il diciannovenne porta senza troppe ansie. E con una canzone, Se poi domani, che più classica non si può. E tanto romantica (con più di un tocco di Perfect di Ed Sheeran).
Paola & Chiara, voto: 6,5
Un tuffo al cuore per le ragazze e i ragazzi degli anni ’90 che nelle due sorelle milanesi hanno visto un simbolo di leggerezza. Oggi non sono più le dolci interpreti di Amici come prima, brano che le ha viste vincitrici nel 1997, ma due donne adulte, felici di essere tornate sul palco più importante della loro carriera, con due vestiti quasi catarinfrangenti. Furore sprizza anni ’90 da ogni nota ed è proprio questa nota nostalgica il suo punto di forza.
Black Eyed Peas, voto: 6,5
Un gradevole ritorno il loro, con un medley dei loro successi più importanti a partire da Mamacita, passando per Don’t You Worry e I gotta feeling e la loro ultima hit, Simply the best. Il gruppo formato da will.i.am, apl.de.ap e Taboo fa quanto promesso: far ballare tutte e tutti. Può bastare.
Angelo Duro, voto: 3
Abbiamo deciso alla fine di dedicargli qualche riga, solo per ribadirne la sostanziale inutilità. Un monologo, quello del comico siciliano celebre soprattutto sui social, che infila banalità e sciocchezze una dopo l’altra. Per ridere beffardamente dei rapporti di coppia senza un minimo di intelligenza. “Può darsi che la sua carriera cominci oggi e la mia finisca oggi” dice Amadeus. No, Amadeus rischia zero, figuriamoci. Ma se il tempo è prezioso, con Angelo Duro ne abbiamo perso abbastanza.