La terza serata del Festival di Sanremo 2024 ha mostrato tutte le luci e ombre di un’edizione che continua a far parlare di sé per gli ascolti altissimi e anche per il brutto incidente diplomatico con John Travolta, ridotto a giullare dalla premiata ditta Amadeus-Fiorello. Già, Amadeus. Rispedite le critiche ai tantissimi mittenti (in primis lo stesso Travolta), si è rimboccato le maniche, facendosi accompagnare sul palco da Teresa Mannino.
Per la seconda serata consecutiva a decidere le sorti della gara è stato il lavoro sinergico di pubblico e rappresentanti delle radio, che, dopo aver ascoltato 15 dei 30 big in gara, insieme hanno portato a una top 5 guidata da Angelina Mango che si candida tra i vincitori (sarà una lotta a tre con Geolier e Irama). Al secondo posto Ghali, Alessandra Amoroso, Il Tre e Mr. Rain (incomprensibile la sua presenza nel quintetto). Ospiti d’onore al teatro Ariston Russell Crowe, con Gianni Morandi, Eros Ramazzotti, Sabrina Ferilli ed Edoardo Leo. Vediamo allora le pagelle della terza serata del Festival di Sanremo.
La serata, voto 6
Le cose sono andate un po’ meglio rispetto alla seconda serata. Merito anche di Mannino (di cui parleremo più avanti) e del suo umorismo. Amadeus, però, è apparso però un po’ affaticato da tutte le polemiche su Travolta e questo ha pesato un po’ sull’atmosfera generale. Tuttavia, il conduttore ha incassato il colpo, lanciando qualche frecciatina all’attore. Più positiva e meno cervellotica anche la gestione degli ospiti. Bellissimo il momento con Stefano Massini e Paolo Jannacci, con la loro canzone dedicata alle morti sul lavoro. Politico nel senso più alto della parola (e Dargen D’Amico ci perdonerà). Per il resto, la gara non ha visto clamorosi colpi di scena. Sapevamo che il volere popolare avrebbe premiato anche canzoni ‘improbabili’, ma è il pegno che si paga ogni anno al Festival. Possiamo solo sperare per il meglio.
Teresa Mannino, voto: 7
Mannino è stata una coco all’altezza col suo brio, ha portato una ventata di comicità fin dal suo arrivo sulle famigerate scale dell’Ariston. Forse serviva la sua simpatia. Brava anche a cambiare tono nei momenti che richiedevano più ‘solennità’. Divertente anche il look ispirato alla disco (forse un po’ troppo ripetitivo, meglio il vestito da alga che ha indossato alla fine). Mannino ha avuto la possibilità di declamare un monologo, un excursus sulla storia dell’umanità e sull’evoluzione. Focalizzandosi sul concetto di potere. Meglio il ‘potere di’ far ridere, che il ‘potere su’ che si esercita sugli esseri umani, sui bambini, sulla natura.
Russell Crowe, voto: 6,5
Con questi chiari di luna, lo immaginavamo vestito da Massimo Decimo Meridio, invece no (anche se la frase cult, “Al mio segnale scatenate l’inferno“, Amadeus gliel’ha fatta dire). Crowe è arrivato sul palco con la sua band e ha cantato con grande passione (forse non tantissima voce, ma va bene così). Dopo la dichiarazione d’amore di rito nei confronti del Belpaese, Crowe ha raccontato la storia del suo avo italiano, originario di Ascoli Piceno. E, in grande leggerezza, si è concesso il lusso di prendere in giro Travolta, per la reazione dell’altra sera (facendo la papera con le mani e sospirando un simbolico “What the Fu…“). Tutte e tutti a sganasciarsi e in effetti era buffo. Però il trattamento riservato a Travolta resta comunque inaccettabile (se volete recuperare, qui vi raccontiamo tutto).
Gianni Morandi, voto: 7
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Solo un anno fa pulì il palco dell’Ariston devastato dall’arrivo del ciclone Blanco. Stavolta il Gianni nazionale non ha imbracciato alcuna scopa ma ha semplicemente fatto quello che sa fare meglio: essere sé stesso. Su richiesta di Teresa Mannino si è esibito in C’era un ragazzo, quanto mai appropriata in questi tempi difficili. Poi, verso il gran finale ha regalato al pubblico dell’Ariston, Apri tutte le porte, tormentone sanremese del 2022, scritto da Jovanotti. Semplice, pulito, efficace.
Eros Ramazzotti, voto: 6,5
40 anni di Terra promessa? Non è possibile! Tralasciando il fatto che ricordiamo quasi perfettamente il momento in cui si esibì il cantante capitolino, Eros Ramazzotti invecchia con grazia (non è mai stato un campione di travolgente entusiasmo). Eppure quel ragazzo nato ai bordi di periferia è sempre lì, da qualche parte. Non è la nostra cup of tea, come direbbero quelli bravi, ma alla fine è giusto che ritorni lì, dove la sua carriera è iniziata. E il suo messaggio contro le guerre ci è piaciuto tanto.
Gli altri ospiti, voto: 6,5
Sabrina Ferilli sul palco dell’Ariston si trova praticamente a casa e l’ha usato come trampolino di lancio prossima fiction di Rai1, diretta da Fausto Brizzi, Gloria. Se è divertente quanto il racconto della trama che lei ha fatto, un’occhiata la possiamo anche dare.
Anche Edoardo Leo sarà protagonista di una fiction nuova di zecca, Il clandestino, in arrivo ad aprile, in cui veste i panni di un improbabile investigatore privato. Leo si è esibito in un monologo sulla forza delle parole, della poesia, delle canzone e dell’umorismo. Bravo.
La gara, voto: 6
La sensazione, ma è solo un pensiero non un giudizio, è che i pezzi forti siano stati lanciati nella seconda serata. La griglia di partenza di ieri ha visto poche stelle in pista. Un paio di queste possono assicurarsi il Festival. Ma andiamo con ordine.
I 15 big che si sono esibiti nella seconda serata hanno restituito il favore ai colleghi, presentandoli e sostenendoli. Come ha fatto la strepitosa Loredana Bertè con Il Tre. La sua Fragili, però, non migliora, pur rimanendo godibile (e in qualche modo familiare). Alfa (che secondo noi si farà) si è occupato di Maninni e di Spettacolare, un pezzo romantico un po’ fotocopia a tanti altri in gara. Mentre Fred De Palma ha fatto da portafortuna ai Bnkr44 che con Governo Punk se non altro hanno divertito la platea con il loro outfit country (ma non ci aspettiamo sorprese).
I Santi francesi, invece, presentati da Clara, hanno riproposto L’amore in bocca. Una canzone che non presenta particolari qualità musicali o liriche, ma che saprà ritagliarsi un suo spazio sul mercato.
Non so quale destino beffardo abbia deciso l’accostamento ma Mr.Rain, che ha proposto Due altalene, presentato da Il Volo è quanto di peggio potessimo pensare (in ambito musicale, si capisce). Rose Villain, con Click boom!, è arrivata invece con Gazzelle (che a momenti si liquefaceva al suo cospetto). Rose è un personaggio interessante e siamo certe di non averla capita fino in fondo, ma il suo brano si dimentica in un soffio.
Alessandra Amoroso, presentata da Dargen D’Amico, continua a cercare quel salto di qualità artistico che forse sfugge ancora. Fino a qui è un pezzo che sta piacendo molto (televoto docet), ma non una canzone travolgente. Li abbiamo adorati la prima sera e continuiamo a farlo. I Ricchi e Poveri, presentati da BigMama, hanno uno dei pezzi più trascinanti, Ma non tutta la vita. Escludiamo che possano vincere, ma li ascolteremo a iosa. Angelina Mango con La noia, e il suo presentatore Irama sono invece tra i possibili vincitori. Mango ha funzionato molto bene come sempre e anche il look, in corto, l’ha valorizzata rispetto alla prima apparizione. In più, ha una grande umiltà. Brava!
Diodato, presentato dai The Kolors, ha una canzone bellissima, Ti muovi, la cui forza non è stata forse ancora pienamente apprezzata. Ma davvero merita tanto. Uno tra i migliori, per noi, Ghali ha riproposto Casa mia sotto l’amorevole supervisione di Mahmood. Bravissimo. I Negramaro, con Ricominciamo tutto, presentati da Emma hanno puntato sul classico, proponendo qualcosa a uso e consumo strettissimo della loro fanbase. Questo genere di sonorità non ci fanno impazzire, ma la voce di Giuliano Sangiorgio è potente.
Una sempre splendida Fiorella Mannoia ha lanciato ancora la sua Mariposa, presentata da Annalisa. Il pezzo è trascinante, ricco, l’interpretazione di Mannoia sopraffina, ma non riusciamo ad amarlo appieno. Sangiovanni, autore di Finiscimi, presentato da Renga e Nek, continua a farci tenerezza, ma la sua canzone non resta incollata ai neuroni (pochissime in verità quelle che lo fanno). La Sad, punk dal cuore tenero con la loro Autodistruttivo, presentati da Geolier, sono una piacevole scoperta, ma di memorabile hanno poco.