Oggi conosceremo il vincitore della 74.ma edizione del Festival di Sanremo, ma non possiamo certo far passare sotto silenzio la serata delle cover (a volte autocover) che ieri ha entusiasmato il pubblico dell’Ariston e quello a casa. Almeno fino all’esito della contestata votazione che ha visto come vincitore Geolier e solo seconda Angelina Mango. Come tradizione vuole è stato un tour de force massacrante, quello ordito da Amadeus (172 artisti si sono avvicendati sul palco).
Al fianco del presentatore si è vista Lorella Cuccarini, ineccepibile fino ai limiti di guardia. Poi si sono esibiti tutti i big in gara che a loro modo hanno reinterpretato classici della canzone italiana e non solo. C’è chi ha puntato sulla nostalgia, chi sulla simpatia, il risultato non è sempre stato all’altezza delle aspettative ma le giurie hanno comunque decretato una top 5 guidata come detto da Geolier e Angelina Mango, con alle spalle Annalisa, Ghali e Alfa. Rispecchia effettivamente quanto visto, ma forse avremmo mescolato le carte. Lo vedremo nelle pagelle della quarta serata del Festival di Sanremo 2024.
La serata, voto: 8
Non c’è niente da fare, quando arriva il momento delle cover e dei duetti il Festival cambia faccia, diventa uno spettacolo diverso, un kolossal musicale più entusiasmante e ricco. E Amadeus ha saputo cavalcare bene l’onda, con al suo fianco una signora co-conduttrice come Lorella Cuccarini. Insomma, difficile mandare a monte una serata così ricca di talenti, ben strutturata attorno all’idea che i bei tempi andati forse non ritorneranno più, ma puoi sempre cantarci sopra.
Tanta nostalgia, quindi, ma anche tanti momenti di emozione purissima come l’esibizione di Angelina Mango (commovente) e di Ghali che cantando in arabo ha di fatto cambiato la storia del festival, come detto da più parti. Peccato per quel voto finale che pur valorizzando i migliori della serata, non ha premiato la strepitosa Mango. Belli potenti i fischi della platea, non tanto per Geolier (che con ogni probabilità vincerà il Festival), quanto per la decisione in sé.
Lorella Cuccarini, voto: 6,5
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L’entrata in scena sulle note delle sigle più note di Fantastico (con Fiorello nel corpo di ballo) è stato un tocco di classe. E detto da noi, che da sempre apparteniamo al team Heather Parisi, è tutto dire. Sulla bravura e la presenza scenica di Lorella Cuccarini, quindi, poco si può dire. Intelligente anche la scelta di portare abiti storici, come omaggio ai grandi della moda italiana, da Dolce & Gabbana a Gianfranco Ferrè. Momento dolcissimo: la consegna di una bambola, una mini Lorella, tutta per lei, in ricordo di quanto faceva per lei la sua mamma sarta. Brava come sempre, forse però, un po’ sottotono rispetto agli altri co-co.
Gli altri ospiti, voto complessivo: 6
Perdonateci, ma con Gigi D’Agostino abbiamo mollato il PC e ci siamo messe a ballare. Non è un’informazione necessaria, giusto, ma rende bene il senso della serata e anche la felicità di saperlo di nuovo in forze dopo la malattia che lo aveva colpito qualche anno fa.
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Margherita Buy ed Elena Sofia Ricci hanno presentato Volare, esordio registico di Buy (che abbiamo recensito qui). Il particolare più bello, il look matchy-matchy. Nota anche per Pecco Bagnaia, campione mondiale delle moto GP. Sicuramente per lui è più facile sfrecciare in pista che essere al fianco di Amadeus. Insomma. Finale rutilante per i Jalisse e la loro Fiumi di parole, tornati all’Ariston dopo una lunga serie di rifiuti ai brani presentati (con tanto di guerra a distanza con Amadeus). Farli cantare intorno alle 2.00 è stata forse perfidia, ma tant’è. Ah, c’era anche Beppe Vessicchio.
La gara, voto: 8
La serata delle cover è una delle più amate (e criticate), perché i big in gara si mettono alla prova con pezzi storici o semplicemente tirano fuori un lato inedito. Ecco perché, al netto di qualche blasfemia di cui parleremo, è stata davvero bella.
Le danze si sono aperte con Sangiovanni che si è esibito con la cantautrice spagnola Aitana cantando Farfalle, il suo tormentone più noto, presentato a Sanremo nel 2022. Effetto Ibiza garantito, ma a parte questo poco altro (voto 6). Annalisa, invece, ha scelto Sweet Dreams degli Eurythmics e la compagnia strategica di La Rappresentante di Lista per far scatenare la platea. La canzone è un classico del pop anni ’80. E Annalisa l’ha fatta sua con trasporto e passione (voto 8,5). Rose Villain è stata sovrastata dalla presenza magnetica di Gianna Nannini, assieme alla quale ha cantato Scandalo, Meravigliosa creatura e Sei nell’anima. Voce non perfetta quella di Rose Villain, anzi diciamo pure stonata (voto 5), ma almeno uno po’ di grinta si è vista. Ed è stato tutto merito di Gianna Nannini.
Il momento accendino lo abbiamo vissuto con Gazzelle e Fulminacci che hanno omaggiato Antonello Venditti e Notte prima degli esami. Il duo non ha voluto strafare, rispettando lo spirito e la dolcezza del pezzo originale. Non gli diamo torto, non serve molto per farci emozionare davvero (voto 6,5).
Furbissimi i The Kolors che assieme ad Umberto Tozzi hanno presentato Ti amo, Tu e Gloria, tre pezzi che non si possono non cantare (magari di nascosto). La sinergia ha funzionato (voto 6). Forse uno dei momenti più attesi della serata, il duetto tra Alfa e Roberto Vecchioni sulle note di Sogna, ragazzo sogna, non ha deluso le aspettative (voto 8). Un bel regalo, davvero (da lacrime).
Vedere Pino D’Angiò sul palco assieme ai Bnkr44 ci ha rese felici. Ma quale idea è ancora un pezzo favoloso (sia sempre protetto il giro di basso funk). Ci sono piaciuti un sacco anche per il modo di interagire (voto 7).
Le emozioni sono proseguite con il duetto Cocciante-Irama e Quando finisce un amore. Una canzone bellissima, che all’inizio Irama non ha saputo acchiappare, rifacendosi però sul finale (voto 6).
Fiorella Mannoia e Francesco Gabbani, opposti nel 2017 a Sanremo, con il toscano vincitore e Mannoia seconda, hanno portato Che sia benedetta e Occidentali’s Karma. Il risultato è stato straniante. Quel che è peggio è che l’armonia tra i due interpreti non è stata tangibile (voto 5).
Prendete una canzone come Hallelujah di Leonard Cohen. Fatela cantare da Skin. Che ci siano anche i Santi Francesi sarebbe un dettaglio, no? Invece, con nostra sorpresa, il risultato è stato buono (voto 6,5). La missione era quasi impossibile, ma con la voce di Skin (voto 9), tagliente come una lama, non si poteva sbagliare.
Dopo il momento accendino di Gazzelle e Fulminacci è arrivato anche quello ‘party a mezzanotte in pieno agosto’ con il duetto Ricchi e Poveri/Paola e Chiara. Che confusione, certo, forse un po’ sottotono, ma l’accoppiata Sarà perchè ti amo/Mamma Maria fa sempre la sua figura (voto 6,5, perché comunque avremmo voluto più energia).
Ghali (uno dei nostri preferiti fino ad oggi) si è esibito con Ratchopper in un super medley, con un omaggio finale a Toto Cutugno. La partenza in arabo è stata da brividi. Davvero bellissimo (voto 9).
Per la serie, “Ci piace vincere facile“, Clara e Spagna hanno cantato Il cerchio della vita dalla colonna di Il re Leone. D’effetto, ma soporifera (voto 6). Loredana Bertè, invece, assieme a Venerus, ha portato a Sanremo Ragazzo mio di Luigi Tenco, nell’arrangiamento che Ivano Fossati fece per la Bertè nel 1984. Peccato per qualche imperfezione, ma la grinta di Loredana non ha rivali (voto 7). La collaborazione più originale? Geolier, Luché e Gigi D’Alessio (voto 7).
L’esibizione di Angelina Mango che ha interpretato La rondine, una delle canzoni più belle di suo papà, è stata come una carezza da parte di chi ami. Bellissimo anche l’arrangiamento classico sostenuto dal Quartetto d’archi dell’Orchestra di Roma. Sublime (voto 9). Amiamo Geolier, ma nel caso specifico, privarla del primo posto ciha lasciate perplesse. Alessandra Amoroso omaggia le sue radici salentine con i Boomdabash. Energica (voto 6). Dargen D’Amico tenta l’impensabile citando Ennio Morricone con la Babelnova Orchestra. Apprezziamo lo sforzo, ma… (voto 6).
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Altro momento altissimo, l’esibizione di Mahmood (voto 9) con i Tenores di Bitti, che hanno proposto una meravigliosa rilettura del brano di Lucio Dalla, Com’è profondo il mare. Semplicemente incantevole per l’armonia vocale raggiunta dagli interpreti, la potenza di Mahmood e anche la meraviglia del brano. Mr. Rain, con i Gemelli Diversi, ha cantato Mary, mentre le Farfalle azzurre della ritmica si sono esibite alle loro spalle (voto 6). Non poteva mancare l’altro Lucio nazionale, il grande Battisti, omaggiato dai Negramaro che assieme a Malika Ayane hanno portato una nuova versione de La canzone del sole (voto 6).
Discreto il medley dedicato a Tiziano Ferro condotto da Emma e Bresh (voto 6). Uno dei red alert della serata è stato quando Il Volo, con Stef Burns, ha proposto l’immortale Who Wants To Live Forever dei Queen. Le loro voci sono pulite, intonate, potenti. Burns trascinante. Eppure tutto resta freddo. Belli ma boh (voto 6). Bellissima, invece, l’esibizione di Diodato e Jack Savoretti che hanno cantato Amore che vieni, amore che vai di Fabrizio De Andrè (voto 8).
Lamette della strepitosa Donatella Rettore, sul palco coi La Sad, è stata una botta d’energia (voto 6,5). Meno travolgente, ma ben confezionata, l’esibizione di Il Tre con Fabrizio Moro (6,5). Ci è piaciuta tantissmo BigMama, scatenata con Gaia, La Niña e Sissi, per una Lady Marmelade divertentissima, sensuale, trascinante. Ben fatto (voto 8).
Non mi avete fatto niente è il titolo della canzone che ha visto la vittoria di Ermal Meta a Sanremo nel 2018 ed è stata riproposta da Maninni. Pulito. (voto: 6). Dopo Gigi D’Agostino, sono stati gli Eiffel 65 a portare in alto la bandiera della dance d’autore al fianco di Fred De Palma (voto 7). Chiusura dedicata a Renga e Nek con un medley dei loro successi più grandi. Per carità, bravi. Ma un po’ d’originalità? (voto 6).