Il 7 novembre il giornalista Sigfrido Ranucci è stato convocato dalla maggioranza a riferire in commissione Vigilanza Rai riguardo un’inchiesta mandata in onda su Report sull’eredità Berlusconi quando erano ancora aperte le urne per le suppletive di Monza; l’incontro, però, è stato “animato” dall’intervento del Senatore Maurizio Gasparri che, utilizzando una bottiglia di cognac ed una carota, ha tentato di sminuire l’intervento di Ranucci.
Tutto nasce dal fatto che, una parte consistente dell’ambiente culturale si sia schierata a favore del giornalista e della trasmissione che rappresenta, accompagnandolo con una moderata manifestazione all’appuntamento con la commissione. Un particolare interpretato da Gasparri come un atto di pavidità da parte del giornalista, bisognoso del sostegno esterno. Per questo motivo, dunque, terminato l’intervento di Ranucci, che negli anni è stato anche sotto scorta, ha pensato bene di schernirlo prima utilizzando il cognac come fonte di coraggio e, poi, mostrando una carota per dare dei “conigli” a tutti coloro che hanno pensato di sostenere la causa di Report.
“Mi aspettavo più seguaci. È stata una marcetta di 40 persone. Comunque ho portato un cognac se ha bisogno di coraggio.”
Esibendo, poi, una carota, ha affermato che non c’è la volontà di censurare nessuno e che tutto andrà avanti come sempre. Al di là di questo siparietto dalla dubbia qualità comica e inopportuno, considerata l’occasione, l’intervento di Ranucci ha avuto lo scopo di difendere l’integrità di una trasmissione che, ormai, rappresenta un format storico per Rai3.
“Il successo della trasmissione si regge non su valutazioni ideologiche di appartenenza partitica, ma su criteri oggettivi di qualità, credibilità, attendibilità e pluralismo. E negli ultimi anni si è confermato il programma televisivo italiano per eccellenza per l’approfondimento. La qualità delle inchieste, per i temi trattati, per la qualità di riprese e montaggio, per la squadra di inviati. Un risultato che si deve al lavoro straordinario di inviate e inviati, freelance o dipendenti, che hanno messo a repentaglio la propria sicurezza e quella dei propri familiari per onorare il servizio pubblico. A cui io dico grazie. A loro e a tutte le eccellenti maestranze Rai che ci hanno consentito di andare in onda con una qualità altissima.”