Lasciano una traccia dietro di sé. Sfuggono ai parametri comportamentali utilizzati dagli investigatori. I serial killer hanno costituito, quasi dalla nascita del cinema, un tropo fondamentale per impostare il concetto di mistero nei film. Dall’espressionismo tedesco all’epoca contemporanea, una moltitudine di registi ha esplorato questo lato non convenzionale del crimine per parlare delle ultime frontiere morali che gli esseri umani possono affrontare. In questo articolo, abbiamo selezionato per voi 21 migliori film con serial killer, pellicole fondamentali per gli appassionati del genere ma anche alcune proposte meno conosciute e piuttosto valide, che ruotano intorno a questo tipo di figura.
1. Il mostro di St. Pauli (2019)
Questo ritratto crudo e senza compromessi girato da Fatih Akin e ispirato al romanzo dello scrittore Heinz Strun mette in luce la mostruosità, tutto ciò che di malandato e squallido c’è oltre la superficie dell’animo umano. Siamo nel quartiere di St. Pauli, Amburgo, negli anni Settanta, frequentato da bevitori, prostitute, giocatori d’azzardo e altre anime solitarie. A prima vista, Fritz “Fiete” Honka (Jonas Dassler) è un perdente. L’uomo dal volto deforme si aggira di notte in cerca di donne sole nel club Der Goldenen Handschuh. Nessuno tra i clienti abituali sospetta che l’apparentemente innocuo Fiete sia in realtà un mostro.
2. La casa di Jack (2018)
Crudele ed esasperante, La casa di Jack risulta la provocazione più scioccante di cui sia capace un autentico film horror. Affascinante nella sua totale assenza di pregiudizi, una mistura di gioco perverso, commedia nera, thriller naturalistico e ritratto di un pazzo compulsivo. Stati Uniti, anni ’70. In questo film di Lars Von Trier seguiamo Jack (Matt Dillon) per un periodo di 12 anni, alla scoperta degli omicidi che segneranno la sua evoluzione come serial killer. La storia è vissuta dal punto di vista di Jack, che considera ogni suo omicidio come un’opera d’arte in sé.
3. Funny Games (1997)
Ciò che rende questo film particolarmente inquietante è il modo in cui sfida le aspettative del genere, poiché i villain sono consapevoli di essere in un film e rompono la quarta parete interagendo direttamente con il pubblico. L’unico obiettivo è quello di immergere lo spettatore nella crudeltà e nella provocazione sadica e terribile dei suoi personaggi in queste quasi due ore di cinema cult. Funny Games è un film austriaco del regista Michael Haneke, uscito nel 1997. Questo horror psicologico segue una famiglia che si trova in una situazione estrema quando due giovani disturbati, Paul e Peter (Frank Giering e Stefan Clapczynski), si introducono nella loro casa di vacanza e iniziano a torturarli fisicamente e mentalmente.
4. Nightmare – Dal profondo della notte (1984)
Il film, per la regia di Wes Craven, è il primo capitolo di una delle serie di film horror più popolari degli anni ’80, nonché prodotto di gran lunga superiore ai suoi sequel, che hanno sfruttato la formula fino allo sfinimento. Il personaggio iconico di Freddy Krueger (Robert Englund) risalta in una dimensione di sogno spietato ma anche ammantato da un’ironia graffiante che caratterizza il villain; Nightmare – Dal profondo dela notte è il perfetto equilibrio fra film del terrore crudele e pellicola grottesca che enfatizza le uccisioni volutamente esagerate. Un giorno, Nancy (Heather Langenkamp) e i suoi amici iniziano ad avere lo stesso incubo: una persona con il volto sfigurato li perseguita nei loro sogni. L’uomo ha una caratteristica che lo rende molto pericoloso: ha delle lame al posto delle unghie. Li tormenta in modo così angosciante che finisce per uscire dal sogno e uccidere due dei ragazzi. Nel frattempo, nel quartiere di Elm Street, conoscono il segreto dell’incubo, ma nessuno di loro vuole parlarne. Solo Nancy può fermare il sogno e il susseguirsi di morti violente ma, per farlo, deve riuscire a svegliarsi in tempo.
5. Non aprite quella porta (1974)
Per cinque amici, un tipico e caldo pomeriggio estivo si trasforma in un incubo inimmaginabile. Uno dopo l’altro, i ragazzi diventano vittime di una famiglia assetata di sangue. Non aprite quella porta, precursore di un cinema dell’orrore che prende di mira gli adolescenti, a trent’anni di distanza è ancora un classico dell’horror. Sebbene sia stato commercializzato come una storia vera per attirare un pubblico più vasto – anche attraversando un sottile commento sul clima politico dell’epoca – la sua trama è interamente fittizia, poiché nessuno degli eventi si è mai verificato nella vita reale; tuttavia, Leatherface, l’antagonista principale del film, è stato ispirato dai raccapriccianti crimini dell’assassino Ed Gein, realmente esistito. Dai dettagli di una scenografia spoglia, arida e abbandonata ai caratteri coinvolti per animare la famiglia Sawyer, Non Aprite Quella Porta continua ad essere un horror impeccabile e privo di sostanziali difetti.
6. Zodiac (2007)
David Fincher stravolge ancora una volta il genere con Zodiac, una reinvenzione dell’indagine criminale votata all’impegno totale dell’autore nei confronti del materiale che sta trattando. Un magnifico esercizio cinematografico per un thriller, in realtà, praticamente inesistente: Fincher riesce a mantenere lo spettatore inquieto per tutto il film, così come Zodiac ha fatto con la polizia. Thriller sul famoso “Zodiac Killer“, un serial killer che, tra il 1966 e il 1978, uccise numerose persone a San Francisco, inviando nel contempo lettere con indizi ai media. Nel film, il caso Zodiac diventerà un’ossessione per quattro persone: due giornalisti del San Francisco Chronicle (Jake Gyllenhaal e Robert Downey Jr.) e due ispettori (Mark Ruffalo e Anthony Edwards), le cui carriere e vite sono dedicate a seguire ogni indizio e lettera in codice lasciata dal criminale.
7. Monster (2004)
Con Monster, Patty Jenkins racconta non solo la storia di un’assassina, ma anche una love story tra due outsiders; questa vigorosa e tremenda storia di morte e amore controcorrente non sarebbe stata la stessa senza l’immensa presenza di Charlize Theron, vincitrice dell’Oscar alla miglior attrice per l’interpretazione. Basato su una storia vera. Aileen Wuornos (Charlize Theron) è una prostituta che incontra Selby Wall (Christina Ricci), una giovane lesbica mandata dai genitori a vivere con la zia per “curare la sua omosessualità”. Wuornos, vittima di un’infanzia tragica e piena di abusi, si innamora rapidamente di Selby, trovando in lei una ragione di vita. Non riuscendo a trovare un lavoro decente, Wuornos continua a prostituirsi. Quando uno dei suoi clienti abusa di lei, lo uccide per legittima difesa, innescando una tragica catena di omicidi.
8. Il silenzio degli innocenti (1991)
Con Il silenzio degli innocenti, basato sull’omonimo romanzo di Thomas Harris, Jonathan Demme ha introdotto dispositivi visivi e narrativi che hanno cambiato per sempre il thriller e l’horror psicologico. Il film si è aggiudicato ben cinque Oscar nelle categorie più importanti: miglior film, regia, sceneggiatura, attore e attrice.
L’FBI è alla ricerca di “Buffalo Bill”, un serial killer che uccide le sue vittime, tutte adolescenti, dopo averle accuratamente adescate e scuoiate vive. Per catturarlo si rivolgono a Clarice Starling (Jodie Foster), una brillante laureata, esperta di comportamenti psicopatici, che aspira a entrare nell’FBI. Seguendo le istruzioni del suo capo, Jack Crawford, Clarice visita il carcere di massima sicurezza in cui il governo detiene il dottor Hannibal Lecter (Anthony Hopkins), ex psicanalista e assassino con un’intelligenza superiore alla norma. La sua missione sarà quella di cercare di estrarre informazioni sui modelli di comportamento dell’assassino che stanno cercando.
Se desiderate approfondire questo titolo, una volta terminata la visione, ecco la nostra spiegazione del finale.
9. Seven (1995)
Seven è un film cupo, dalla sceneggiatura torbida ma arguta, impreziosito da scene d’azione che funzionano magistralmente: uno dei più importanti film polizieschi della storia del cinema firmato da David Fincher, le cui immagini continuano a vivere nella nostra memoria.
Il veterano tenente Somerset (Morgan Freeman) sta per andare in pensione ed essere sostituito dall’ambizioso e impulsivo detective David Mills (Brad Pitt). I due devono collaborare per risolvere una serie di omicidi commessi da uno psicopatico (Kevin Spacey) basati sui sette peccati capitali: gola, accidia, superbia, avidità, invidia, lussuria e ira. I corpi delle vittime, su cui l’assassino compie una vendetta ruffiana, diventeranno un enigma per la polizia, costringendola a viaggiare verso l’orrore e la barbarie più assoluta.
10. American Psycho (2000)
Adattamento cinematografico dell’agghiacciante romanzo di Bret Easton Ellis, un bestseller degli anni ’80 che ha sorpreso il pubblico per il suo mix di modernismo, violenza e nichilismo, ci regala una magnifica e inquietante interpretazione di Christian Bale.
In un mondo moralmente piatto in cui i vestiti hanno più senso della pelle, Patrick Bateman (Christian Bale) è un esemplare perfettamente realizzato che soddisfa tutti i requisiti di Master of the Universe, dal design del suo guardaroba ai prodotti di bellezza che usa. È praticamente perfetto, come quasi tutti gli altri nel suo mondo, e cerca disperatamente di adattarsi. Più cerca di essere come tutti gli altri ricchi di Wall Street, più diventa anonimo e meno controlla i suoi terribili istinti e la sua inestinguibile sete di sangue, che lo trascina in un vortice in cui gli oggetti valgono più del corpo e dell’anima di una persona. Bateman, il padrone dell’universo, uccide selvaggiamente senza trascurare il suo lavoro di broker, il suo culto del corpo o la sua passione per i marchi di lusso.
Ad American Psycho abbiamo dedicato diversi approfondimenti, tra cui una dettagliata spiegazione del finale.
11. M – Il mostro di Düsseldorf (1931)
Nel suo primo film sonoro, Fritz Lang abbandona ogni ambiguità ideologica per schierarsi contro l’incombente nazismo. La storia di uno psicopatico che finirà per essere catturato dalla malavita, a fronte dell’inefficienza della polizia, è un’accurata radiografia di una società in decadenza il cui destino era ben chiaro al regista. La sua lucidità analitica è accompagnata da un’impressionante composizione formale.
Il film di Fritz Lang è ambientato nella Germania della fine degli anni Venti. Uno psicopatico sessuale (Peter Lorre) ha terrorizzato la popolazione di Düsseldorf, uccidendo crudelmente sette bambine. Nonostante gli intensi sforzi di sorveglianza e ricerca, la polizia non riesce a localizzarlo. Allo stesso tempo, la malavita della città, gravemente danneggiata dalle continue incursioni della polizia, decide di agire da sola per trovare il mostro di Düsseldorf e consegnarlo alla giustizia.
12. Memorie di un assassino (2003)
Memorie di un assassino nasce come un’opera destinata ad abbattere le barriere dell’apprezzamento culturale, soprattutto grazie alle interpretazioni superbe del suo cast e alla capacità di Bong Joon-Ho di combinare toni e ritmi diversi. Più di due ore di intensa indagine vi aspettano in questo thriller, in assoluto uno dei più brillanti degli ultimi anni.
Corea del Sud, 1986. Una giovane donna viene trovata brutalmente violentata e uccisa. Due mesi dopo, una serie di stupri e omicidi si verificano in circostanze simili. Per cercare l’assassino, viene organizzata una task force speciale, guidata da un detective della polizia locale (Park Doo-man) e da un detective della polizia di Seoul (Seo Tae-yoon), che ha chiesto di essere assegnato al caso.
13. Snowtown (2011)
Basato su fatti realmente accaduti Snowtown, debutto al lungometraggio di Justin Kurzel, ritrae in modo crudo la storia di uno spietato assassino ed è stato uno dei più drammatici e innegabili successi del recente cinema australiano grazie alla sua trama e alla sua ambientazione, tanto straziante e violenta quanto avvincente. Il debutto al lungometraggio dell’australiano Justin Kurzel segue Jamie, un sedicenne che vive con la madre e i fratelli in un sobborgo della città australiana di Adelaide: è un sobborgo degradato dove la criminalità e la tossicodipendenza sono all’ordine del giorno, mentre le autorità se ne lavano le mani. L’arrivo di John in famiglia, che riempie il vuoto della figura paterna assente, sembra portare ordine nel caos. Ben presto, tuttavia, John userà il suo carisma per manipolare le anime perdute di questa famiglia a suo piacimento.
14. Assassini nati – Natural Born Killers (1994)
Febbrile, psichedelico, estremamente sanguinoso: Natural Born Killers è un altro film controverso di Oliver Stone, realizzato dopo la fine della sua trilogia critica sulla guerra del Vietnam. Qui, affronta il tema della diffusione della violenza negli Stati Uniti, che iniziava ad aumentare in modo brutale e inarrestabile. A tal fine, sovverte la narrazione tradizionale del cinema americano, combinando nel suo racconto fumetti, film TV, documentari e immagini subliminali.
Micky e Mallory (Woody Harrelson e Juliette Lewis), una coppia di giovani amanti non convenzionali, sentono di essere nati per uccidere: sono due spietati criminali che terrorizzano il pubblico. Il presentatore di un programma sensazionalistico decide di sfruttare il fascino che la loro personalità esercita sul pubblico per trasformare gli assassini in eroi televisivi.
15. I Saw the Devil (2010)
Violento, sanguinoso e brutale come pochi altri, I saw the devil di Kim Ji-woo vanta uno dei finali più clamorosi del cinema contemporaneo. Senza volerlo, lo spettatore viene rapito nell’accanimento feroce di questo killer in cui non manca nulla: dallo smembramento al cannibalismo fino al semplice nonsense.
Kyung-chul (Choi Min-sik) è un pericoloso psicopatico che uccide per piacere e ha commesso diversi omicidi con metodi diabolici e difficili da immaginare. Le sue vittime sono giovani ragazze e la polizia sta cercando di catturarlo da tempo. Un giorno, la figlia di un capo della polizia in pensione viene trovata uccisa. Il fidanzato della ragazza, un agente segreto (Lee Byung-hun), giura vendetta.
16. Creep (2014)
Alla ricerca disperata di denaro, Aaron (Patrick Brice) accetta un lavoro che promette 1.000 dollari al giorno per girare un film su Josef (Mark Duplass), un uomo che abita in una baita sperduta nel bosco. Con l’avanzare della giornata, tuttavia, le cose si complicano e le richieste dell’uomo diventano sempre più bizzarre. Poiché il film si basa su una serie di conversazioni tra Patrick Brice – che recita e dirige il film – e Mark Duplass, la maggior parte del suo copione è stato improvvisato. Questo ha fatto sì che il film si trasformasse da una commedia psicologica nera in un horror imprevedibile. L’intera trama è un gioco al gatto e al topo tra i due, con la particolarità che i due partecipanti iniziano ad avere un particolare legame sentimentale: una storia d’amore perversa, una relazione tossica tra un bugiardo patologico e, come Josef stesso descrive Aaron, “la persona migliore del mondo”.
17. Trap (2024)
Un concerto come operazione di cattura di un serial killer terrificante: il maestro dei colpi di scena M Night Shyamalan torna al cinema con il ritratto di un assassino tanto spietato quanto, apparentemente, amorevole. Josh Hartnett è l’inquietante Cooper, padre di famiglia che accompagna la figlia al concerto della sua idola, la popstar Lady Raven, ignaro del fatto che durante l’evento si troverà letteralmente in trappola. Il divertimento è al massimo in quest’ultimo esperimento del regista de Il sesto senso, che abbiamo ampiamente lodato nella nostra recensione: tra Cooper e gli altri personaggi sulla scena scatterà un gioco tra il gatto e il topo, in cui i due ruoli si invertiranno ripetutamente arrivando a farci credere che, forse, la vera trappola è stata orchestrata proprio da questo abile assassino.
18. Henry – pioggia di sangue (1986)
All’apice del decennio delle saghe horror slasher come “Halloween”, “Venerdì 13” o “Nightmare on Elm Street”, inclini insieme ai loro numerosi imitatori e satelliti a indulgere giocosamente nel body count, con Henry – pioggia di sangue, John McNaughton ha realizzato uno dei film più inquietanti di sempre, puro terrore fisico e palpabile come non si vedeva dai tempi di Non aprite quella porta. Girato in 16 mm. e con un budget da guerriglia, il film segue la routine quotidiana di Henry, un serial killer psicopatico, e di Otis, suo amico e complice che finirà per diventare una delle sue vittime, dal momento in cui Becky, la sorella di quest’ultimo, arriva a Chicago per vivere con loro.
Ispirato alla storia di Henry Lee Lucas, un ex galeotto americano che confessò più di seicento omicidi e che generò un grande scandalo sulla stampa americana, anche per una biografia che mescolava il Sud del Paese e un’uscita anticipata dal carcere, nel 1970, a causa del sovraffollamento.
19. Il mistero della donna scomparsa (1992)
Stanley Kubrick lo definì il film più terrificante che avesse mai visto: effettivamente, The Vanishing è una macchina perfetta di suspense, ansia e angoscia dai risultati stravolgenti. George Sluizer, senza artifici o sensazionalismi, con un ritmo costante e una tensione sorprendente che si sviluppa gradualmente, realizza un thriller incredibilmente efficace in cui, in maniera analoga al più recente Trap, il serial killer è un padre di famiglia insospettabile. Il successo fu tale che lo stesso regista ne fece un remake negli Stati Uniti, con Kiefer Sutherland, Jeff Bridges e Sandra Bullock.
Rex e Saskia sono una coppia olandese in vacanza in Francia. In una stazione di servizio, Saskia scompare senza lasciare traccia. Rex passa tre anni della sua vita a cercare di ritrovare la sua ragazza senza successo. Un giorno inizia a ricevere cartoline da qualcuno che promette di rivelare cosa è successo a Saskia. Il presunto rapitore, un certo Raymond Lemorne (un indimenticabile Bernard-Pierre Donnadieu), è un personaggio inquietante con il quale Rex sta al gioco nella sua ossessione di scoprire la verità sulla scomparsa della sua amata. E questa, forse, è più sinistra di quanto abbia mai osato immaginare…
20. Longlegs (2024)
Tra i film più terrificanti dell’anno corrente, Longlegs ha fatto parlare di sè fin dalla brillante campagna marketing, che ha accuratamente evitato di mostrare il suo killer – un agghiacciante Nicolas Cage – fornendo al pubblico soltanto alcuni inquietanti indizi. Così, l’aura demoniaca dell’antagonista ha terrorrizzato gli spettatori ancor prima di palesarsi sullo schermo e svelare il suo terribile piano. Senza alcun dubbio, la performance di Cage nel film di Oz Perkins rimarrà negli annali: il suo Longlegs è un’entità indecifrabile che, sulla stregua dei personaggi incontrati nei precedenti film del regista, infrange la linea tra reale e sovrannaturale, una rockstar glamour entrata nel diabolico abisso della gloria.
21. Black Christmas (1974)
Ha rivoluzionato per sempre il concetto di slasher anche grazie al ritratto del suo serial killer, una figura a metà tra il reale e la sfera dell’irrealtà, che aleggia su un’intera casa pur rimanendo in soffitta, un genio del male talmente astuto da farci credere di essere qualcuno che conosciamo molto bene. Uno stalker che continua a telefonare alle ragazze di una sorellanza, infarcendo ogni chiamata con frasi oscene e voci diversi. Antesignano del più puro cinema femminista, Black Christmas soprende ancora oggi per la tenacia della sua protagonista, una splendida Olivia Hussey, final girl concentratissima che mette in discussione il suo intero mondo nel cercare di dare un senso al nerissimo Natale che si è trovata ad affrontare.