Lasciano una traccia dietro di sé. Sfuggono ai parametri comportamentali utilizzati dagli investigatori. I serial killer hanno costituito, quasi dalla nascita del cinema, un tropo fondamentale per impostare il concetto di mistero nei film. Dall’espressionismo tedesco all’epoca contemporanea, una moltitudine di registi ha esplorato questo lato non convenzionale del crimine per parlare delle ultime frontiere morali che gli esseri umani possono affrontare. Abbiamo selezionato in questo articolo 16 migliori film con serial killer, pellicole fondamentali per gli appassionati del genere ma anche alcune proposte meno conosciute e piuttosto valide, che ruotano intorno a questo tipo di figura.
1. Il mostro di St. Pauli (2019)
Quartiere di St. Pauli, Amburgo, anni Settanta: un quartiere notturno frequentato da bevitori, prostitute, giocatori d’azzardo e altre anime solitarie. A prima vista, Fritz “Fiete” Honka (Jonas Dassler) è un perdente. L’uomo dal volto deforme si aggira di notte in cerca di donne sole nel club Der Goldenen Handschuh. Nessuno tra i clienti abituali sospetta che l’apparentemente innocuo Fiete sia in realtà un mostro. Questo ritratto crudo e senza compromessi girato da Fatih Akin e ispirato al romanzo dello scrittore Heinz Strun mette in luce la mostruosità, tutto ciò che di malandato e squallido c’è oltre la superficie dell’animo umano.
2. La casa di Jack (2018)
Stati Uniti, anni ’70. In questo film di Lars Von Trier seguiamo Jack (Matt Dillon) per un periodo di 12 anni, alla scoperta degli omicidi che segneranno la sua evoluzione come serial killer. La storia è vissuta dal punto di vista di Jack, che considera ogni suo omicidio come un’opera d’arte in sé. Crudele ed esasperante, La casa di Jack risulta la provocazione più scioccante di cui sia capace un autentico film horror. Affascinante nella sua totale assenza di pregiudizi, una mistura di gioco perverso, commedia nera, thriller naturalistico e ritratto di un pazzo compulsivo.
3. Funny Games (1997)
Funny Games è un film austriaco del regista Michael Haneke, uscito nel 1997. Questo horror psicologico segue una famiglia che si trova in una situazione estrema quando due giovani disturbati, Paul e Peter (Frank Giering e Stefan Clapczynski), si introducono nella loro casa di vacanza e iniziano a torturarli fisicamente e mentalmente. Ciò che rende questo film particolarmente inquietante è il modo in cui sfida le aspettative del genere, poiché i villain sono consapevoli di essere in un film e rompono la quarta parete interagendo direttamente con il pubblico. L’unico obiettivo è quello di immergere lo spettatore nella crudeltà e nella provocazione sadica e terribile dei suoi personaggi in queste quasi due ore di cinema cult.
4. Nightmare – Dal profondo della notte (1984)
Un giorno, Nancy (Heather Langenkamp) e i suoi amici iniziano ad avere lo stesso incubo: una persona con il volto sfigurato li perseguita nei loro sogni. L’uomo ha una caratteristica che lo rende molto pericoloso: ha delle lame al posto delle unghie. Li tormenta in modo così angosciante che finisce per uscire dal sogno e uccidere due dei ragazzi. Nel frattempo, nel quartiere di Elm Street, conoscono il segreto dell’incubo, ma nessuno di loro vuole parlarne. Solo Nancy può fermare il sogno e il susseguirsi di morti violente ma, per farlo, deve riuscire a svegliarsi in tempo. Il film, per la regia di Wes Craven, è il primo capitolo di una delle serie di film horror più popolari degli anni ’80, nonché prodotto di gran lunga superiore ai suoi sequel, che hanno sfruttato la formula fino allo sfinimento. Il personaggio iconico di Freddy Krueger (Robert Englund) risalta in una dimensione di sogno spietato ma anche ammantato da un’ironia graffiante che caratterizza il villain; Nightmare – Dal profondo dela notte è il perfetto equilibrio fra film del terrore crudele e pellicola grottesca che enfatizza le uccisioni volutamente esagerate.
5. Non aprite quella porta (1974)
Per cinque amici, un tipico e caldo pomeriggio estivo si trasforma in un incubo inimmaginabile. Uno dopo l’altro, i ragazzi diventano vittime di una famiglia assetata di sangue. Non aprite quella porta, precursore di un cinema dell’orrore che prende di mira gli adolescenti, a trent’anni di distanza è ancora un classico dell’horror. Sebbene sia stato commercializzato come una storia vera per attirare un pubblico più vasto – anche attraversando un sottile commento sul clima politico dell’epoca – la sua trama è interamente fittizia, poiché nessuno degli eventi si è mai verificato nella vita reale; tuttavia, Leatherface, l’antagonista principale del film, è stato ispirato dai raccapriccianti crimini dell’assassino Ed Gein, realmente esistito. Dai dettagli di una scenografia spoglia, arida e abbandonata ai caratteri coinvolti per animare la famiglia Sawyer, Non Aprite Quella Porta continua ad essere un horror impeccabile e privo di sostanziali difetti.
6. Zodiac (2007)
Thriller sul famoso “Zodiac Killer“, un serial killer che, tra il 1966 e il 1978, uccise numerose persone a San Francisco, inviando nel contempo lettere con indizi ai media. Nel film, il caso Zodiac diventerà un’ossessione per quattro persone: due giornalisti del San Francisco Chronicle (Jake Gyllenhaal e Robert Downey Jr.) e due ispettori (Mark Ruffalo e Anthony Edwards), le cui carriere e vite sono dedicate a seguire ogni indizio e lettera in codice lasciata dal criminale. David Fincher stravolge ancora una volta il genere con Zodiac, una reinvenzione dell’indagine criminale votata all’impegno totale dell’autore nei confronti del materiale che sta trattando. Un magnifico esercizio cinematografico per un thriller, in realtà, praticamente inesistente: Fincher riesce a mantenere lo spettatore inquieto per tutto il film, così come Zodiac ha fatto con la polizia.
7. Monster (2004)
Basato su una storia vera. Aileen Wuornos (Charlize Theron) è una prostituta che incontra Selby Wall (Christina Ricci), una giovane lesbica mandata dai genitori a vivere con la zia per “curare la sua omosessualità”. Wuornos, vittima di un’infanzia tragica e piena di abusi, si innamora rapidamente di Selby, trovando in lei una ragione di vita. Non riuscendo a trovare un lavoro decente, Wuornos continua a prostituirsi. Quando uno dei suoi clienti abusa di lei, lo uccide per legittima difesa, innescando una tragica catena di omicidi. Con Monster, Patty Jenkins racconta non solo la storia di un’assassina, ma anche di una storia d’amore tra due disadattati; questa vigorosa e tremenda storia di morte e amore controcorrente non sarebbe stata la stessa senza l’immensa presenza di Charlize Theron, vincitrice dell’Oscar alla miglior attrice per l’interpretazione.
8. Il silenzio degli innocenti (1991)
L’FBI è alla ricerca di “Buffalo Bill”, un serial killer che uccide le sue vittime, tutte adolescenti, dopo averle accuratamente adescate e scuoiate vive. Per catturarlo si rivolgono a Clarice Starling (Jodie Foster), una brillante laureata, esperta di comportamenti psicopatici, che aspira a entrare nell’FBI. Seguendo le istruzioni del suo capo, Jack Crawford, Clarice visita il carcere di massima sicurezza in cui il governo detiene il dottor Hannibal Lecter (Anthony Hopkins), ex psicanalista e assassino con un’intelligenza superiore alla norma. La sua missione sarà quella di cercare di estrarre informazioni sui modelli di comportamento dell’assassino che stanno cercando. Con Il silenzio degli innocenti, basato sull’omonimo romanzo di Thomas Harris, Jonathan Demme ha introdotto dispositivi visivi e narrativi che hanno cambiato per sempre il thriller e l’horror psicologico. Il film si è aggiudicato ben cinque Oscar nelle categorie più importanti: miglior film, regia, sceneggiatura, attore e attrice.
Se desiderate approfondire questo titolo, una volta terminata la visione, ecco la nostra spiegazione del finale.
9. Seven (1995)
Il veterano tenente Somerset (Morgan Freeman) sta per andare in pensione ed essere sostituito dall’ambizioso e impulsivo detective David Mills (Brad Pitt). I due devono collaborare per risolvere una serie di omicidi commessi da uno psicopatico (Kevin Spacey) basati sui sette peccati capitali: gola, accidia, superbia, avidità, invidia, lussuria e ira. I corpi delle vittime, su cui l’assassino compie una vendetta ruffiana, diventeranno un enigma per la polizia, costringendola a viaggiare verso l’orrore e la barbarie più assoluta. Seven è un film cupo, dalla sceneggiatura torbida ma arguta, impreziosito da scene d’azione che funzionano magistralmente. Uno dei più importanti film polizieschi della storia del cinema firmato da David Fincher, le cui immagini vivono nella memoria.
10. American Psycho (2000)
In un mondo moralmente piatto in cui i vestiti hanno più senso della pelle, Patrick Bateman (Christian Bale) è un esemplare perfettamente realizzato che soddisfa tutti i requisiti di Master of the Universe, dal design del suo guardaroba ai prodotti di bellezza che usa. È praticamente perfetto, come quasi tutti gli altri nel suo mondo, e cerca disperatamente di adattarsi. Più cerca di essere come tutti gli altri ricchi di Wall Street, più diventa anonimo e meno controlla i suoi terribili istinti e la sua inestinguibile sete di sangue, che lo trascina in un vortice in cui gli oggetti valgono più del corpo e dell’anima di una persona. Bateman, il padrone dell’universo, uccide selvaggiamente senza trascurare il suo lavoro di broker, il suo culto del corpo o la sua passione per i marchi di lusso. Adattamento cinematografico dell’agghiacciante romanzo di Bret Easton Ellis, un bestseller degli anni ’80 che ha sorpreso il pubblico per il suo mix di modernismo, violenza e nichilismo, ci regala una magnifica e inquietante interpretazione di Christian Bale.
Ad American Psycho abbiamo dedicato diversi approfondimenti, tra cui una dettagliata spiegazione del finale.
11. M – Il mostro di Düsseldorf (1931)
Il film di Fritz Lang è ambientato nella Germania della fine degli anni Venti. Uno psicopatico sessuale (Peter Lorre) ha terrorizzato la popolazione di Düsseldorf, uccidendo crudelmente sette bambine. Nonostante gli intensi sforzi di sorveglianza e ricerca, la polizia non riesce a localizzarlo. Allo stesso tempo, la malavita della città, gravemente danneggiata dalle continue incursioni della polizia, decide di agire da sola per trovare il mostro di Düsseldorf e consegnarlo alla giustizia. Nel suo primo film sonoro, Lang abbandona ogni ambiguità ideologica per schierarsi contro l’incombente nazismo. La storia di uno psicopatico che finirà per essere catturato dalla malavita, a fronte dell’inefficienza della polizia, è un’accurata radiografia di una società in decadenza il cui destino era ben chiaro al regista. La sua lucidità analitica è accompagnata da un’impressionante composizione formale.
12. Memorie di un assassino (2003)
Corea del Sud, 1986. Una giovane donna viene trovata brutalmente violentata e uccisa. Due mesi dopo, una serie di stupri e omicidi si verificano in circostanze simili. Per cercare l’assassino, viene organizzata una task force speciale, guidata da un detective della polizia locale (Park Doo-man) e da un detective della polizia di Seoul (Seo Tae-yoon), che ha chiesto di essere assegnato al caso. Memorie di un assassino nasce come un’opera destinata ad abbattere le barriere dell’apprezzamento culturale, soprattutto grazie alle interpretazioni superbe del suo cast e alla capacità di Bong Joon-Ho di combinare toni e ritmi diversi. Più di due ore di intensa indagine vi aspettano in questo thriller, in assoluto uno dei più brillanti degli ultimi anni.
13. Snowtown (2011)
Il debutto al lungometraggio dell’australiano Justin Kurzel segue Jamie, un sedicenne che vive con la madre e i fratelli in un sobborgo della città australiana di Adelaide: è un sobborgo degradato dove la criminalità e la tossicodipendenza sono all’ordine del giorno, mentre le autorità se ne lavano le mani. L’arrivo di John in famiglia, che riempie il vuoto della figura paterna assente, sembra portare ordine nel caos. Ben presto, tuttavia, John userà il suo carisma per manipolare le anime perdute di questa famiglia a suo piacimento. Basato su fatti realmente accaduti, Snowtown ritrae in modo crudo la storia di uno spietato assassino ed è stato uno dei più drammatici e innegabili successi del recente cinema australiano grazie alla sua trama e alla sua ambientazione, tanto straziante e violenta quanto avvincente.
14. Assassini nati – Natural Born Killers (1994)
Micky e Mallory (Woody Harrelson e Juliette Lewis), una coppia di giovani amanti non convenzionali, sentono di essere nati per uccidere: sono due spietati criminali che terrorizzano il pubblico. Il presentatore di un programma sensazionalistico decide di sfruttare il fascino che la loro personalità esercita sul pubblico per trasformare gli assassini in eroi televisivi. Febbrile, psichedelico, estremamente sanguinoso: Natural Born Killers è un altro film controverso di Oliver Stone, realizzato dopo la fine della sua trilogia critica sulla guerra del Vietnam. Qui, affronta il tema della diffusione della violenza negli Stati Uniti, che iniziava ad aumentare in modo brutale e inarrestabile. A tal fine, sovverte la narrazione tradizionale del cinema americano, combinando nel suo racconto fumetti, film TV, documentari e immagini subliminali.
15. I Saw the Devil (2010)
Kyung-chul (Choi Min-sik) è un pericoloso psicopatico che uccide per piacere e ha commesso diversi omicidi con metodi diabolici e difficili da immaginare. Le sue vittime sono giovani ragazze e la polizia sta cercando di catturarlo da tempo. Un giorno, la figlia di un capo della polizia in pensione viene trovata uccisa. Il fidanzato della ragazza, un agente segreto (Lee Byung-hun), giura vendetta. Violento, sanguinoso e brutale come pochi altri, I saw the devil di Kim Ji-woo vanta uno dei finali più clamorosi del cinema contemporaneo. Senza volerlo, lo spettatore viene rapito nell’accanimento feroce di questo killer in cui non manca nulla: dallo smembramento al cannibalismo fino al semplice nonsense.
16. Creep (2014)
Alla ricerca disperata di denaro, Aaron (Patrick Brice) accetta un lavoro che promette 1.000 dollari al giorno per girare un film su Josef (Mark Duplass), un uomo che abita in una baita sperduta nel bosco. Con l’avanzare della giornata, tuttavia, le cose si complicano e le richieste dell’uomo diventano sempre più bizzarre. Poiché il film si basa su una serie di conversazioni tra Patrick Brice – che recita e dirige il film – e Mark Duplass, la maggior parte del suo copione è stato improvvisato. Questo ha fatto sì che il film si trasformasse da una commedia psicologica nera in un horror imprevedibile. L’intera trama è un gioco al gatto e al topo tra i due, con la particolarità che i due partecipanti iniziano ad avere un particolare legame sentimentale: una storia d’amore perversa, una relazione tossica tra un bugiardo patologico e, come Josef stesso descrive Aaron, “la persona migliore del mondo”.