L’attesa si è finalmente conclusa: dopo tre anni dall’uscita del primo capitolo del suo adattamento dell’opera di Frank Herbert, Denis Villeneuve ci regala finalmente il Dune – Parte 2, chiudendo così le vicende narrate del primo romanzo. Come vi abbiamo spiegato nella nostra recensione del film, si tratta di “un sequel che supera sia il capitolo precedente che le (pur altissime) aspettative, e si impone come una nuova pietra miliare del genere fantascientifico“. Se nel primo film eravamo stati portati per la prima volta su Arrakis, seguendo le sventurate vicende della famiglia Atreides, sterminata dai diabolici Harkonnen, qui ci troviamo ad assistere all’ascesa degli unici sopravvissuti al massacro, Paul Atreides e sua madre Lady Jessica. I due dovranno conquistare la fiducia dei nativi di Arrakis, i Fremen, occupati in una lotta decennale contro gli Harkonnen: se Paul si trasformerà in un guerriero sempre più abile e stimato, Lady Jessica diventerà un indispensabile leader spirituale per la comunità, guidando la coscienza collettiva nella certezza che suo figlio sia effettivamente il tanto atteso Lisan al-Gaib o Mahdi, il Messia che stavano aspettando. La convinzione da parte dei Fremen che Paul sia proprio colui che era stato profetizzato cambierà, sia in questo porzione della storia ma anche nel prossimo film della saga (di cui Villeneuve ha già quasi terminato la sceneggiatura) completamente le sorti del pianeta e dell’intero Universo.
Se nel primo capitolo i riflettori erano maggiormente puntati sui personaggi maschili della saga, in questa seconda parte Villeneuve fa la scelta di dare un grandissimo spazio alle donne dell’Universo di Herbert, distaccandosi in questo modo dal romanzo originale in cui, seppur di grande importanza, rimanevano un po’ più sullo sfondo delle vicende. Villeneuve – che è autore della sceneggiatura insieme a Jon Spaihts – fa della Lady Jessica di Rebecca Ferguson e della Chani di Zendaya, due poli narrativi fondamentali: da una parte la madre guidata dall’accecante sete di potere per il figlio, disposta a tutto pur di proteggerlo e al contempo decisa a dar forma al suo epico destino, dall’altra la donna da lui amata, che ne vede solo il lato umano e diventa la bussola morale dello spettatore, ferocemente convinta che ogni estremismo – anche quello che vede Paul come Messia – sia intrinsecamente sbagliato. Intorno a loro, poi, si muovono altra figure femminili di grande peso, a loro modo capaci di tirare le fila della politica dell’Impero: la Reverenda Madre delle Bene Gesserit (interpretata da Charlotte Rampling), le sue adepte come Lady Margot Fenring (Lea Seydoux), ma soprattutto la figlia dell’imperatore, la principessa Irulan di Florence Pugh, capace con il suo acuto intelletto di guidare suo padre nelle decisioni più importanti. Infine abbiamo anche un breve accenno al ruolo fondamentale che la sorella di Paul, Alia (Anya Taylor Joy), svolgerà in futuro.
Insomma, sono le donne il vero cuore pulsante di questa storia, che pur mettendo in primo piano il suo protagonista maschile, le dipinge come coraggiose e determinate, piene di risorse, furbissime e calcolatrici. Scopriamo insieme questi personaggi complessi, in certi casi moralmente grigi, ma per questo ancor più affascinanti.
Lady Jessica: la madre manipolatrice
“Stranamente Lady Jessica viene lasciata un po’ sullo sfondo nella seconda parte del romanzo, io ho pensato che non fosse giusto…perché lei è il principale architetto di questa storia“, ha recentemente dichiarato Denis Villeneuve in un’intervista, ed effettivamente nel suo Dune – Parte 2 il personaggio di Rebecca Ferguson è assolutamente centrale, fondamentale per il procedere della narrazione. All’arrivo insieme al figlio tra i Fremen, Jessica diviene subito la loro Reverenda Madre, spingendoli (e abilmente manipolandoli) a credere che Paul sia proprio il tanto atteso Lisan al-Gaib, collocando se stessa e suo figlio al centro di una profezia che le stesse Bene Gesserit (di cui lei fa parte) avevano impiantato e diffuso per secoli su Arrakis.
Rendere suo figlio il Messia è la chiave, secondo Lady Jessica, per garantire la sopravvivenza della sua discendenza in un mondo in cui il resto della sua famiglia è stato brutalmente sterminato, è l’unico modo per riacquistare il potere perso e collocarsi al di sopra di tutti coloro che le hanno fatto del male, gli Harkonnen e l’imperatore. In Dune – Parte Due Jessica subisce una trasformazione radicale, dopo aver bevuto l’acqua della vita (il veleno prodotto dai vermi della sabbie) assurge si al ruolo di Reverenda Madre e viene ammantata di un’aura sacra, magica e quasi folle. La stessa fisicità, tatuata e pesantemente incinta, la rende la rappresentazione corporea del ruolo che rappresenta: una guida spirituale materna e salvifica, ma al contempo inumana. Nel continuo dialogo con la sua bambina non ancora nata – che grazie ad all’acqua della vita ha acquisto la consapevolezza di un adulto – tira le fila dell’ascesa di Paul, capace di vedere solo il proprio obiettivo. Ad un certo punto, Jessica pare quasi perdere di vista che suo figlio è un essere umano, ancora pieno di dubbi ed incertezze, il ruolo che deve ricoprire in futuro è la cosa per lei più importante e il “Paul di adesso” diviene una pedina da muovere per raggiungere il suo scopo.
Chani: la bussola morale
È per questo che abbiamo bisogno di Chani che, amando Paul, vede il suo lato umano, quello che è adesso, non quello che potrebbe diventare. Chani è una guerriera che lotta per la liberazione del proprio pianeta ed è convinta che i Fremen non abbiamo bisogno di una guida spirituale, di un Messia, per vincere. Fin da subito afferma che la religione, se trasformata in estremismo, è solo un modo per sottomettere le masse, per renderle schiave. È attraverso di lei che Villeneuve ci trasmette il vero intento di questa storia (e di quella di Herbert): Dune è un chiaro ammonimento contro i rischi del “messianismo”, ossia del sostegno acritico a leader carismatici e dell’adesione cieca a certe ideologie.
Chani assume quindi il ruolo di bussola morale di questa storia, è lei che fa a capire al pubblico che quello che sta facendo Paul è in fin dei conti sbagliato: dare il via ad una Guerra Santa si concluderà sì con la vittoria sua e della sua famiglia, la sua discendenza sarà al sicuro come desidera Lady Jessica, ma quale sarà il costo in termini di vite umane? Quanti milioni di morti verranno fatti in suo nome?
Il personaggio di Chani e il suo percorso vengono cambiati in maniera piuttosto evidente da Villeneuve (ne abbiamo parlato nel nostro approfondimento sulle differenze principali tra film e romanzo): nel romanzo Chani rimane ferocemente fedele a Paul, gli da un figlio (il periodo tra l’arrivo tra i Fremen e la battaglia finale è molto più lungo nell’opera originale) e lo appoggia nelle sue scelte. Non funge da voce del dissenso. Il fatto che gli ultimi secondi del film siano incentrati su di lei e non su Paul è importantissimo per capire quanto il personaggio di Chani – e quello che rappresenta, nel suo andare “contro” al Paul Messia – sia fondamentale per trasmettere il messaggio ultimo del film. Nella nostra spiegazione del finale di Dune – Parte 2 ci siamo chiesti che pieghe prenderà la storia nel terzo film, se si distaccherà dal romanzo o se ne seguirà i binari, siamo però certi che Chani resterà assolutamente centrale e forse assumerà un ruolo ancor più decisivo.
Le altre donne di Dune
Le altre donne presenti nel film, anche se lo spazio che gli viene dato è decisamente minore rispetto a Jessica e Chani, hanno archi narrativi estremamente interessanti e che, in certi casi, preludono all’importanza che potrebbero acquistare nei prossimi capitoli della storia.
Florence Pugh fa la sua prima apparizione nella saga nel ruolo della Principessa Irulan, figlia dell’Imperatore. Addestrata dalle Bene Gesserit, ha il potere di influenzare il suo indeciso padre (interpretato da Christopher Walken). Lea Seydoux invece appare brevemente come Lady Margot, una giovane Bene Gesserit che mette alla prova e seduce il folle ed erratico Feyd-Rautha (uno splendidamente inquietante Austin Butler). Dune – Parte 2, ancor più del primo capitolo, ci permette di comprendere l’enorme potere in mano alle Bene Gesserit, “eminenze grigie” che con razionalità e distacco danno forma al destino dell’Universo: Gaius Helen Mohiam (Charlotte Rampling), la Madre Superiora imperiale, rivela con freddezza di essere stata proprio lei a decidere lo sterminio degli Atreides, preoccupata che la loro stirpe stesse acquistando troppo potere.
Come dicevamo inizialmente le donne sono il vero cuore di questa storia, sono intelligenti, calcolatrici, determinatissime. Se Paul urla, usa la “Voce”, si batte il petto nell’affermare il proprio potere; se Feyd-Rautha, uccide ripetutamente a capriccio, è tutto spettacolo ed slanci di crudeltà, ogni manifestazione del potere femminile nel film è. al contrario, silenziosa, ombrosa, misurata, ma, a lungo termine, decisamente efficace. Se l’Universo di Dune è guidato dagli uomini – imperatori, duchi, baroni e Messia – sono le donne quelle che detengono il vero potere, e tirano le fila del destino.