I film horror non devono necessariamente coinvolgere case infestate, serial killer o mostri soprannaturali per essere inquietanti: quando è qualcosa di apparentemente innocuo e molto vicino a noi a prendere vita, scapperemmo tutti a gambe levate! Il genere del terrore lo ha capito subito e ha giocato sull’antitesi tra giocattoli per bambini e il male personificato in questi oggetti dal 1938 con La bambola del diavolo (The Devil-Doll) di Todd Browning, primo film con protagonista un giocattolo assassino. Nel corso della storia del genere cinematografico, pupazzi e bambole si sono trasformati da amici fedeli ad assassini psicopatici e figure demoniache, da compagne di gioco con cui svagarsi e lasciar correre l’immaginazione al peggior incubo immaginabile per i proprietari dell’oggetto.
Il successo dei film horror con giocattoli è rimasto inarrestabile e si è reinventato più volte, da personaggi come Chucky e Anabelle, tra i più noti, all’ultima evoluzione tecnologia del tropo, come nel caso di Megan, un robot umanoide guidato dall’intelligenza artificiale. Sono però i classici giocattoli, nello specifico un “tenero” teddy bear, a tornare sul grande schermo con Imaginary, nuovo film horror targato Blumhouse (gli stessi di M3gan e Five Nights at Freddy’s!) in uscita il 12 marzo nelle sale italiane e ultima proposta del sottogenere con protagonisti giocattoli infernali. Proprio in occasione dell’uscita del film, vogliamo rivisitare assieme a voi altri giocattoli per bambini diventati icone horror, che si sono distinti per la devastante spietatezza con cui agiscono come veicoli del male.
Teddy – Imaginary (2024)
Anche se possiamo considerarla la new entry del genere, Teddy si colloca perfettamente sullo scaffale dei giocattoli inquietanti della storia del cinema. In Imaginary – film in cui appare questo orsacchiotto malefico – seguiamo Jessica e la sua famiglia trasferirsi di nuovo nella casa della sua infanzia, dove la figliastra Alice scopre il suo vecchio orsacchiotto Teddy in cantina (mai un buon segno!) e vi si affeziona profondamente, arrivando perfino a interagire con un amico immaginario che è incarnato da Teddy. Non ci vuole molto perché questa comune esperienza infantile diventi sinistra: i giochi di Alice e del suo orsetto passano rapidamente dalla semplice ora del tè a inaspettati atti di violenza. In questo scenario horror, Jessica deve salvare la figliastra prima che le cose vadano troppo oltre e capire cosa sta succedendo al suo giocattolo d’infanzia.
“Può un orsacchiotto essere la porta d’accesso a un mondo di terrore? Questo è il lato oscuro dell’immaginazione“, si legge nella sinossi del film, prodotto da Blumhouse. Effettivamente, attraverso l’inquietante orsetto peluche Teddy, Imaginary trasforma il concept dell’amico immaginario in qualcosa di semplicemente oscuro e sinistro, omaggiando gli horror camp degli anni ’80 e la tradizione di giocattoli indemoniati che hanno terrorizzato il pubblico, prima fra tutti La bambola assassina.
Chucky – La bambola assassina (1988)
Con la bambola assassina Chucky, diverse generazioni di bambini hanno scoperto cosa significa avere paura di un giocattolo, temendo che qualche bambola o pupazzo nella loro camera prenda vita di notte e cerchi di ucciderli. Nel classico racconto del terrore di Tom Holland, un’innocente – e desideratissima – bambola diventa posseduta dall’anima di un serial killer, Charles Lee Ray, dopo che un rituale voodoo va storto. Ossessionato dall’idea di trasferire la sua anima a una persona, il pupazzo con vita propria e molta sete di sangue perseguiterà il suo nuovo proprietario, un povero ragazzo di nome Andy, che vivrà un incubo claustrofobico nel suo appartamento, il luogo perfetto per Chucky e i suoi nuovi crimini.
Il design della bambola Chucky è stato in parte ispirato dai Cabbage Patch Kids della Coleco, il giocattolo pù richiesto della stagione 1983-1986 e, in parte, dalla popolare bambola My Buddy: alto un metro e mezzo, capelli castani e occhi azzurri, lentiggini, tuta blu e scarpe da ginnastica rosse, incarna perfettamente il prototipo del giocattolo natalizio più richiesto di quegli anni. Non a caso, all’epoca i giornali erano pieni di articoli successo delle bambole e sulle rivolte causate dai genitori che cercavano di acquistarle. Infastiditi da questa frenesia, gli sceneggiatori del film Don Mancini, John Lafia e Holland hanno pensato di trasformare la bambola più voluta in quella più temuta, puntando su credibili effetti animatronici che hanno regalato agli spettatori horror un’esperienza cinematografica unica nel suo genere. Per questo, La bambola assassina è tra i capisaldi del sottogenere horror con protagoniste bambole assassine, che ha dato vita a numerosi sequel e persino a un remake nel 2019, Child’s Play, e a una serie tv.
Annabelle – The Conjuring/Annabelle (2014)
L’aspetto più vincente del primo The Conjuring targato James Wan è la figura imponente e terrificante della bambola Annabelle, una vera presenza oscura che si cela dietro un volto difficile da dimenticare. Si sa che è importante concentrarsi principalmente sulla presenza e sul design di una bambola per renderla efficace sul grande schermo, e Annabelle si è assicurata ben tre spin-off per questi motivi. Abito semplice e raffinato di un colore che contrasta la sua reale natura, lineamenti minuti per contenere un male insidioso: basta inserirla all’improvviso in angoli e parti meno illuminate di una location per far gelare il sangue agli spettatori!
Non è tutto: con Annabelle, non solo lo sceneggiatore/regista Gary Dauberman ha dato vita a un’interpretazione agghiacciante e intelligente di una bambola posseduta da un demone, ma ha anche reso popolare la vera storia dei demonologi Ed e Lorraine Warren, terrorizzando ulteriormente il pubblico proprio per il suo essere così radicata nella realtà. Annabelle, l’agghiacciante prequel di The Conjuring, scatena lo spirito antico e maligno della bambola nella casa di un’ignara coppia in attesa del primo figlio. Mentre l’entità demoniaca diventa sempre più forte e violenta, la coppia si trova a dover lottare per la propria vita nel tentativo di contenere il male che si è impossessato dell’ormai iconica bambola Annabelle. Non vi libererete facilmente di questa bambola, anzi: qui potete scoprire dove si trova oggi la vera Annabelle.
Brahms – The Boy (2016)
Pelle di porcellana, abbigliamento elegante e occhi espressivi: Brahms sembra quasi un ragazzo vero, il che rende la convivenza con lui un’esperienza assolutamente angosciante. William Brent Bell ha portato sullo schermo questa terrificante bambola con il film The Boy, soffermandosi sul terrore da incutere attraverso una semplice bambola dalle fattezze umane, che trasforma il soggiorno nella casa di una ricca famiglia in un incubo per la protagonista Greta, interpretata da Lauren Cohan. Greta accetta l’incarico di tata per Brahms, una bambola apparentemente innocua che rappresenta il figlio defunto della coppia. Tuttavia, i comportamenti inquietanti della bambola e il modo in cui viene trattata come una persona reale dai suoi “genitori” contribuiscono a rendere più spaventosa la sua immagine, come evidenziato anche dalla nostra spiegazione del finale di The Boy. Sono stati rilasciati due film diretti dallo stesso regista ma cambiando protagonisti e dinamiche, ponendo sempre al centro della scena Brahms e il suo modo di catturare l’attenzione con fare composto e insospettabile.
M3GAN (2023)
Primo grande fenomeno cinematografico horror del 2023 ed evoluzione 2.0 del tropo della bambola assassina, M3gan non è tecnicamente una bambola malvagia posseduta o maledetta da uno spirito demoniaco. È un’intelligenza artificiale trasformata in un robot umanoide costruito da Gemma, che lavora per Funki, un’azienda tecnologica avanzata (vi parliamo più approfonditamente del film nella nostra recensione). M3gan ha un solo scopo: proteggere Cady, la nipote di Gemma, da qualsiasi potenziale danno non fosse che, nel processo di salvaguardia del suo utente principale, è diventata lei stessa una minaccia. È una bambola intelligente con la capacità di evolversi e di ampliare le proprie conoscenze per migliorare ma, con qualche deviazione lungo il percorso, impara a conoscere la morte e sceglie di essere un’assassina, dimostrando quanto in là potrebbe spingersi nel ruolo di genitore horror, tra tecnologia e umano.
M3gan, in quanto tutrice di Cady, riesce a sviluppare un legame con la bambina e a prendersi cura di lei: ciò che la distingue dalle altre bambole maledette è proprio il non essere controllata da un’energia malvagia, nè creata per perseguitare. È solo un esempio di ciò che può accadere quando un’impressionante invenzione umana creata con buone intenzioni va storta. L’intelligenza artificiale e la robotica hanno permesso di dare nuova vita alle bambole malvagie nel cinema e nella televisione e M3GAN ne è un chiaro esempio. Molto probabilmente, nel futuro dell’audiovisivo conosceremo sempre più “bambole infernali” che si connettono con le nuove generazioni e le nuove tecnologie, come dimostra la loro viralità su piattaforme come TikTok.