Il 29 ottobre 1922 il re Vittorio Emanuele III incaricò Benito Mussolini di formare un nuovo governo, ponendo fine al tentativo di colpo di stato prima che degenerasse in modo violento. Un attacco al potere esemplificato, nell’immaginario collettivo, dalla famigerata Marcia su Roma, un evento indelebile nella Storia dell’Italia che continua a riecheggiare dopo un secolo. Un evento che ha anche avuto un certo impatto sul cinema, come ci hanno ricordato in questi mesi la Mostra di Venezia e la Festa del Cinema di Roma. Vediamo come.
La Marcia documentata
Il primo film sulla Marcia fascista fu praticamente un instant movie: si tratta di A Noi!, documentario di Umberto Paradisi la cui prima presentazione pubblica avvenne già nel novembre del 1922, pochi giorni dopo l’ascesa di Mussolini. Un’opera dalla durata contenuta – 54 minuti – ma dall’impatto considerevole, poiché ancora oggi è ricordata per la sua restituzione visiva del trionfo fascista, anticipando le opere di propaganda di Leni Riefenstahl, anche se in questo caso c’è non poca mitopoietica da parte di Paradisi: come svelato da successive ricerche, la sequenza della Marcia stessa sarebbe stata ricreata a posteriori, poiché il giorno in questione era segnato dalla pioggia, incompatibile con l’immagine immacolata delle forze mussoliniane. Liberamente disponibile in rete tramite l’archivio dell’Istituto Luce, il film è stato presentato in versione restaurata all’edizione 2022 della Festa del Cinema di Roma.
Le risate con Risi
Nel 1962, quarant’anni dopo gli eventi, a mettere mano alla vicenda è Dino Risi, in ottica squisitamente comica. Nasce così La marcia su Roma, rilettura farsesca della realtà storica attraverso le disavventure di due fannulloni (Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi) che aderiscono al partito fascista per convenienza ma poi cercano a tutti i costi di evitare qualsiasi impegno attivo in nome della causa mussoliniana. Rimasto a lungo quasi invisibile, il film è ritornato in sala tramite la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, che ha presentato il restauro all’interno della sezione Venezia Classici per festeggiare il centenario della nascita di Tognazzi (“Basta che a ottobre non ci sia il remake”, ha ironizzato il figlio Ricky commentando la situazione politica italiana).
L’analisi di Mark Cousins
Sempre a Venezia, ma come evento d’apertura delle Giornate degli Autori, il nuovo lavoro di Mark Cousins, Marcia su Roma. Il cineasta britannico, da sempre interessato alla storia del cinema, si cimenta qui con il legame tra Storia e propaganda audiovisiva, sviscerando il film di Paradisi e mettendone a nudo le invenzioni, per poi sottolineare come quel lavoro abbia influito su altri dittatori (o aspiranti tali, come Donald Trump) e il modo in cui si presentano sul piano iconografico. È anche la dimostrazione di come gli eventi del 1922, tristemente, non siano una cosa strettamente limitata al passato: tra gli “eredi” dell’apparato visivo di allora su cui Cousins ironizza con materiale d’archivio più recente c’è anche una certa Giorgia Meloni, la cui inquadratura alla prima veneziana ha suscitato non poche risate. Adesso, quasi due mesi dopo, sono decisamente di meno.