La società della neve è l’ultimo film diretto da Juan Antonio Bayona, che ha scelto di girare il film soprattutto in location invece che in studio; la conseguenza di questa decisione è che la crew è stata impegnata negli stessi luoghi dove nel 1972 è accaduto il disastro sulle Ande che viene raccontato in questo titolo. “Una delle nostre decisioni principali è stata quella di puntare all’autenticità e al realismo” ha raccontato il filmmaker.
Come riportato da Independent, questo ha significato principalmente girare sulle montagne delle Ande, in Cile e in Sierra Nevada. Il regista ha raccontato: “Nessun membro del team ha girato in circostanze così estreme”. Per prepararsi alle riprese e immergersi nella storia realmente accaduta, il regista ha visitato il luogo dell’incidente sulle Ande, dove ora si trova un monumento commemorativo. La crew ha trascorso oltre 100 ore con i 15 sopravvissuti, che ora hanno tutti più di 70 anni, e con le famiglie di coloro che sono morti. Assicurarsi che fossero pienamente a bordo è stato fondamentale, dice J.A. Bayona.
Nell’agosto del 2021, la seconda unità, guidata da Alejandro Fadel, ha girato dei paesaggi in Cile da utilizzare per la produzione virtuale sul set e in post-produzione. In Sierra Nevada, la produzione è stata messa a dura prova dalla scarsità di neve e dallo strato di aria sahariana che ha ricoperto le montagne di polvere arancione. Sono state utilizzate tre repliche di relitti di fusoliere: una è stata collocata in un hangar costruito in un parcheggio, un’altra è stata sepolta nella neve artificiale e sostenuta da una gru idraulica che ha permesso di spostare la fusoliera, e l’altra è stata collocata sopra un laghetto a 3.000 m di altezza. Nell’hangar, uno schermo alto 30 metri mostrava le riprese della seconda unità sulle Ande. La terza unità era incaricata di effettuare riprese di montagna più pericolose. Le tre unità erano composte da circa 300 professionisti.
“Gli attori sono stati coraggiosi e si sono impegnati a fondo nelle loro interpretazioni, sperimentando una piccola parte del freddo e della fame che i sopravvissuti avrebbero dovuto sopportare”, ha dichiarato J.A. Bayona. Anche i costumi del film sono stati curati nei minimi dettagli, assicurando che la tavolozza dei colori e i tessuti fossero autentici degli anni Settanta e che l’usura dei vestiti nel corso del tempo fosse realistica.
Il film (di cui abbiamo parlato nella nostra recensione di La società della neve) è stato presentato in anteprima mondiale durante l’80esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia.