Maestro, film diretto e interpretato da Bradley Cooper per Netflix, è incentrato su una storia vera, quella del famoso direttore d’orchestra Leonard Bernstein, concentrandosi in particolare sulla sua relazione con la moglie Felicia Montealegre (Carey Mulligan); ma quanto la finzione scenica restituisce la realtà storica? L’aderenza della sceneggiatura, scritta dallo stesso Cooper in collaborazione con Josh Singer, ai fatti realmente accaduti è generalmente buona, con qualche eccezione. Vediamo, in una veloce panoramica, cosa c’è di vero e cosa c’è di meno vero in Maestro.
Come detto, l’architrave del film è la relazione sentimentale tra Lenny e Felicia; i due si conobbero nel 1947, ma il grande amore non portò immediatamente alle nozze; dopo una prima rottura, Felicia si fidanzò infatti con l’attore Richard Hart, che però sarebbe morto di lì a poco. Così, nel 1951 la conoscenza fra i due si intensificò di nuovo, portando finalmente al matrimonio, nell’agosto 1951.
Nel film, la relazione tra Felicia e Hart è velocemente menzionata durante un furibondo litigio tra marito e moglie durante la festa del Ringraziamento; stando al co-sceneggiatore Singer la lite si ispira a un fatto vero, citato dalla figlia Jamie Bernstein nella sua autobiografia: “Sapevamo di voler inserire una scena di questo tipo nel secondo atto; Jamie ne parla nel suo libro, e se ben ricordo, parla anche dello Snoopy gigante.”
Avrebbe scritto Lenny in una lettera alla sorella, riguardo i suoi sentimenti per Felicia: “Da quando ho lasciato l’America lei ha occupato i miei pensieri ininterrottamente, e sono arrivato a una consapevolezza chiara e definita di ciò che lei significa – e ha sempre significato – per me. L’ho amata, veramente e profondamente fin dall’inizio, nonostante tutti i blocchi che hanno costantemente compromesso il mio meccanismo amoroso. Solo sul mare, i miei pensieri erano solo per lei. Le altre ragazze (e/o ragazzi) non significano nulla“.
![Maestro](https://cinemaserietv.it/wp-content/uploads/2023/09/maestro-1-1024x682.jpg)
La bisessualità di Bernstein, storicamente accertata, viene indagata nel film mostrando le relazioni con il giovane clarinettista David Oppenheim prima e il pupillo Tommy Cothran poi. Felicia, in una lettera indirizzata al marito poco dopo l’inizio del loro matrimonio, gli offre completo supporto, confessandogli tutto il suo amore disinteressato: “Sei omosessuale e forse non cambierai mai: non ammetti la possibilità di una doppia vita, ma se la tua tranquillità, la tua salute, il tuo intero sistema nervoso dipendono da un certo modello sessuale, cosa puoi mai farci? Sono disposta ad accettarti per come sei, senza diventare una martire o sacrificarmi sull’altare di L.B.(Ti amo moltissimo: potrebbe essere una malattia e se lo è quale cura migliore?)… I sentimenti che provi per me ora ti saranno più chiari e più facili da esprimere: il nostro matrimonio non è basato sulla passione ma sulla tenerezza e sul reciproco rispetto“.
Il matrimonio tra i due trascorre così, per molti anni, tra le piccole infedeltà di Leonard ben tollerate dalla moglie; a un certo punto, però, le voci delle scappatelle si allargano e arrivano persino alle orecchie di Jamie, che nel frattempo frequenta il college a Tanglewood. Preoccupata dai pettegolezzi, Felicia ordina a Lenny di rassicurare la figlia e l’uomo, pur volendo ad ogni costo raccontare la verità, minimizza. Quanto mostrato nel film trova riscontro in un brano dell’autobiografia di Jamie, in cui si legge: “Mio padre era un uomo radicalmente onesto; non mi avrebbe mai fatto un cosa del genere. Scommetto che è sta mia madre ad obbligarlo a dirmi quelle cose“.
Nonostante tutte le accortezze, però, la relazione tra Lenny e Felicia arriva al capolinea; i due si separano e la donna inizia addirittura a vedersi con un altro uomo; è a questo punto che si innesta la scena madre del film, la ricostruzione dell’epica performance di Bernstein alla Cattedrale di Ely a Londra; l’interpretazione della Second Sinfonia di Mahler garantisce a Bernstein una lunghissima ovazione, ma allo stesso tempo convince anche la moglie che nella sua vita ci potrà essere spazio solo per Lenny; i due si riconciliano con un bacio appassionato.
![bernstein Londra 1973](https://cinemaserietv.it/wp-content/uploads/2023/12/Bernstein_web-1024x687.jpg)
Siamo di fronte alla licenza poetica più grande del film; l’esibizione, infatti, è avvenuta nel 1973, quando Lenny e Felicia erano ancora una coppia; la separazione sarebbe avvenuta solo tre anni più tardi, nel 1976, e sarebbe durata pochi mesi, fino alla diagnosi di cancro al seno a Felicia che, una volta per tutte, ravvicinò i due coniugi. Bernstein rimase davvero accanto alla moglie per tutto il periodo della malattia, come mostrato nel film, dimostrando di amarla genuinamente, al di là della sua passione per i giovani ragazzi. Su questo sembra esserci totale accordo tra i biografi del compositore, come riporta Time: “Bernstein l’amava assolutamente, su questo non c’erano dubbi“, afferma ad esempio Laird. “Fu il matrimonio più sincero che si possa trovare tra un omosessuale maschio e una donna, in un’epoca in cui molti omosessuali maschi sposavano donne.”
In questo quadro, la musica, quella che secondo molti era la vera imperitura passione di Bernstein non trova molto spazio; il film infatti fa solo brevi cenni alla luminosa e poliforme carriera del compositore, interprete e direttore. Uno dei momenti sicuramente più memorabili in questo senso si pone all’inizio della narrazione, quando il giovane Leonard viene cooptato all’ultimo minuto per sostituire Bruno Walter, l’allora direttore della prestigiosa New York Philarmonic, di cui Bernstein era assistente; l’episodio è realmente accaduto, anche se a differenza di quanto mostrato, Leonard nella realtà ebbe il tempo di andare a casa di Walter, influenzato, per farsi dare alcuni consigli ed esercitarsi prima del grande debutto.
Il film si conclude con Leonard, intervistato da una troupe televisiva, seduto sul suo pianoforte, mentre ricorda Felicia; la pellicola non mostra quindi nel dettaglio gli ultimi anni di vita del compositore, che sarebbe morto nel 1990, a 71 anni.
Maestro, ancor prima della sua uscita, è stato travolto dalle polemiche per l’uso di un naso finto sul volto del protagonista; altrettanto clamore ha suscitato la dichiarazione di Cooper secondo cui per girare la scena della cattedrale, che dura circa sei minuti, siano stati necessari quasi sei anni di studio