Il film: Ehrengard – L’arte della seduzione (Ehrengard: Forførelsens kunst), 2022. Regia: Bille August. Cast: Mikkel Boe Følsgaard, Sidse Babett Knudsen, Alice Bier Zandén, Jacob Hauberg Lohmann, Sara-Marie Maltha, Emilie Kroyer Koppel, Emil Aron Dolph.
Genere: commedia, drammatico, romantico. Durata: 95 minuti. Dove l’abbiamo visto: su Netflix, in lingua originale.
Trama: Il pittore danese Cazotte, sedicente esperto di seduzione, cerca di impartire il suo sapere a un giovane principe, con conseguenze inattese.
“È bello avere una monarca che si interessa all’arte”, ha detto Bille August al Festival di Göteborg nel febbraio del 2022, parlando del film che avrebbe girato pochi mesi dopo, nel periodo estivo. Alludeva al fatto, sottolineato nei titoli di testa come prima menzione di una persona associata al progetto, che le scenografie e i costumi del suo adattamento di un romanzo postumo di Karen Blixen sarebbero state realizzate da Margrethe II, la regina di Danimarca, da sempre grande appassionata di varie forme d’arte (sotto pseudonimo ha firmato le illustrazioni delle edizioni danesi dei romanzi di J.R.R. Tolkien, con reazione positiva di quest’ultimo). Un dettaglio, oggetto di apposito speciale che accompagna il debutto del lungometraggio su Netflix, che ha imposto un calendario di lavorazione molto rigoroso – le sei settimane di riprese sono state quelle in cui Margrethe ha le ferie estive – nel portare sullo schermo le parole di una delle grandi autrici scandinave, tramite il film di cui parliamo nella nostra recensione di Ehrengard – L’arte della seduzione.
La trama: scåndalo a cørte
È in corso una guerra dinastica tra cugini appartenenti a diverse famiglie nobiliari danesi, e tra queste famiglie c’è quella della Granduchessa di Babenhausen, la quale è recentemente divenuta amica del pittore Cazotte. Quest’ultimo è un sedicente esperto di seduzione, ragion per cui lei lo ingaggia per rendere suo figlio, il principe Lothar, più aperto al fascino femminile. La cosa va a buon termine, ma per evitare potenziali ripercussioni scandalose Cazotte è costretto a escogitare un piano che lo porterà ad essere a stretto contatto con la virginale Ehrengard, e con la fanciulla inizia un perverso gioco di seduzione in base al quale egli intende farla capitolare senza mai neanche toccarla. Ma sarà possibile tenere sotto controllo tutti gli inganni che ha ordito, mischiando dovere e piacere?
Il cast: nobiltà recitativa
L’intreccio ruota essenzialmente attorno a tre personaggi: Cazotte, Ehrengard e la Granduchessa. Il primo ha il volto di Mikkel Boe Følsgaard, lanciato nel 2012 da un altro film in costume, A Royal Affair (che gli valse il premio come miglior attore alla Berlinale, riconoscimento di un certo peso per un esordiente assoluto), e qui in un contesto altrettanto comico ma senza la connotazione antagonistica della sua precedente performance nei panni del folle re danese. L’oggetto del suo desiderio ha le fattezze della figlia d’arte Alice Bier Zandén (sua madre è la nota regista Susanne Bier), in delicato bilico tra innocenza e personalità calcolatrice. E la nobildonna all’origine di tutto l’ambaradan che si va a creare è nientemeno che Sidse Babett Knudsen, che per l’occasione, oltre alla sua aura di autorevolezza, riesce anche a dare maggiore sfogo al lato comico della propria personalità.
Contributo regale
I titoli di testa esplicitano la natura speciale del progetto menzionando prima la regina e poi Bille August, attirando sin dall’inizio l’attenzione sui costumi e sulle scenografie. Palesemente il prodotto di una persona che quegli ambienti li conosce bene, nonché di un’artista di talento (Margrethe è nota anche per il fatto che si crea da solo gran parte dell’abbigliamento), e un elemento che contribuisce notevolmente al fascino di una ricostruzione verosimile ma comunque nutrita dall’energia comica della premessa e delle interpretazioni (siamo più dalle parti di un Bridgerton che di The Pact, precedente incursione di August nel mondo di Karen Blixen raccontando un dettaglio poco noto della sua attività letteraria). Elegante e vivace, ennesimo tassello di una sorta di riabilitazione artistica del regista che ha ritrovato l’energia creativa da quando ha ricominciato a girare film in patria, lasciandosi alle spalle un percorso hollywoodiano a dir poco altalenante. Certo, difficilmente Netflix ha accettato di finanziare il film (insieme al colosso nordico SF Studios) senza un ragionamento algoritmico (“Adorano i reali”, ha detto lo stesso August nel 2022), ma c’è una spinta vitale, ricca di humour, che trascende il mero calcolo dell’associazione di idee per arricchire un catalogo streaming.
La recensione in breve
Aiutato dalla regina di Danimarca, Bille August porta sullo schermo con gusto e simpatia il romanzo postumo di Karen Blixen e mette in scena una divertente rete di scandali a corte.
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Voto CinemaSerieTV