Il film: Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo (Indiana Jones and the Kingdom of the Crystal Skull), 2008. Regia: Steven Spielberg. Cast: Harrison Ford, Cate Blanchett, Karen Allen, Shia LaBeouf, Ray Winstone, Jim Broadbent, John Hurt.
Genere: azione, avventura. Durata: 122 minuti. Dove l’abbiamo visto: su Disney+, in lingua originale.
Trama: Indiana Jones indaga su un misterioso teschio di cristallo, le cui presunte proprietà mistiche sono di interesse per i sovietici.
Ha senso rivisitare un Indiana Jones ormai anziano? Una domanda che gli autori del franchise si sono posti diverse volte, rispondendo una prima volta nel 2008 con un quarto episodio che con il senno di poi è la fine di un’era: l’ultimo con qualsiasi partecipazione creativa di George Lucas (che quattro anni dopo l’uscita si è ritirato dal cinema e ha venduto la Lucasfilm alla Disney), e l’ultimo diretto da Steven Spielberg, che per il successivo Indiana Jones e il quadrante del destino è rimasto a bordo solo come produttore, affidando la principale responsabilità creativa a James Mangold. E come uscita di scena sul piano registico c’è una sensazione quasi testamentaria, tra scene che rivaleggiano con il meglio della trilogia originale e una contaminazione digitale che segnala un cambio d’epoca (e forse non a caso, Spielberg ha poi abbracciato l’elemento tecnologico in pieno in film come Le avventure di Tintin e Ready Player One). Di tutto questo si parla nella nostra recensione di Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo.
La trama: vent’anni dopo
Siamo nel 1957, quasi due decenni dopo gli eventi del terzo film. Indy è ormai da solo, dopo la morte del padre e di Marcus Brody, ma la voglia di avventura è sempre la stessa. Questa volta, le su ricerche incrociano le strade dei sovietici, che stanno indagando sull’esistenza di teschi di cristallo in Perù. Anche un vecchio collega di Jones, Harold Oxley, stava facendo ricerche sui teschi, insieme alla madre di un giovane di nome Mutt Williams, il quale rintraccia Indy e lo convince a dargli una mano. Inizia così la consueta sequela di inseguimenti in giro per il mondo, alle prese con un nuovo nemico nella persona della spia russa Irina Spalko e almeno una vecchia conoscenza, perché nel mezzo della giungla salta fuori anche una tale Marion Ravenwood…
Il cast: i nemici cambiano, Indy no
Harrison Ford rimane convinto e convincente nei panni di Indiana Jones, affiancato da una grintosa Karen Allen che è l’unica altra presenza legata ai film precedenti: Sean Connery è andato in pensione qualche anno prima dell’inizio delle riprese, e la morte di Denholm Elliott nella realtà ha portato all’esclusione di Marcus Brody, sostituito simbolicamente dal nuovo rettore interpretato da un simpatico Jim Broadbent. Shia LaBeouf, all’epoca pupillo di Spielberg, rappresenta le nuove generazioni nei panni di Mutt, mentre Cate Blanchett è una strepitosa cattiva nel ruolo di Spalko. Oxley è un sempre ottimo John Hurt, e Ray Winstone completa il cast principale nella parte di Mac, un mercenario che a seconda delle circostanze è alleato o avversario di Indy.
#TeamFrigo
Spielberg ha più volte raccontato di come non fosse del tutto d’accordo con Lucas sull’inclusione di creature aliene (che, insieme ad alcuni animali in CGI, sono l’ingrediente principale di ciò che non funziona veramente nel film, dove le nuove tecnologie stonano con la tattilità vintage di altre sequenze), e ha poi chiarito che un’altra scena divisiva – quella del frigorifero, elemento centrale del momento spettacolare di inizio pellicola – è invece interamente e fieramente farina del suo sacco. Un commento che, soprattutto col senno di poi, riassume perfettamente lo spirito errabondo di un lungometraggio dove la passione genuina si alterna a trovate che sanno di lavoro su commissione. E se il secondo fattore rischia a volte di prendere il sopravvento, il primo ha comunque una dose sufficiente di sincerità che rende scorrevoli le due ore di un’operazione che, come Indiana Jones stesso, a volte arranca ma non demorde.
La recensione in breve
La CGI e gli elementi più fantascientifici stonano un po', ma lo spirito vintage è per lo più intatto e Harrison Ford rimane inossidabile nei panni di Indiana Jones.
- Voto CinemaSerieTV