Il film: Prendi il volo (Migration), 2023. Regia: Benjamin Renner. Cast: Kumail Nanjiani, Elizabeth Banks, Keegan-Michael Key, David Mitchell, Carol Kane, Awkwafina, Caspar Jennings, Tresi Gazal, Danny DeVito.
Genere: animazione, avventura, commedia. Durata: 83 minuti. Dove l’abbiamo visto: al cinema, in anteprima stampa, doppiato in italiano.
Trama: Una famiglia di anatre decide di partire per la Giamaica in vista dell’inverno, ma il viaggio non sarà facilissimo…
Non paga di aver fatto uscire nelle sale il film d’animazione più visto dell’anno (Super Mario Bros. – Il film), la Illumination chiude il 2023 con un secondo lungometraggio (preceduto in sala da un simpatico cortometraggio dedicato ai Minions e ambientato tra i primi due episodi di Cattivissimo me, con il ritorno in scena di Vector, l’antagonista del primo capitolo), un progetto che si ricollega alla matrice francese dello studio poiché è l’esordio in lingua inglese del regista transalpino Benjamin Renner, autore di Ernest e Celestine. Un progetto che avevamo già avuto modo di vedere in forma incompleta ad Annecy, e di cui possiamo ora parlare con il quadro completo in testa, tramite questa nostra recensione di Prendi il volo.
La trama: storie di paperi, ma che bei paperi!
I Mallard, una famiglia di anatre, vivono tranquillamente in uno stagno. O meglio, Pam e i due figli Dax e Gwen cercano di vivere tranquillamente, se non fosse che il capofamiglia Mack terrorizza periodicamente la prole con storie su quanto sia pericoloso il mondo esterno. Poi, un giorno, spronati da un altro stormo di volatili, gli altri convincono Mack a tentare l’esperienza della migrazione. Destinazione: la Giamaica. Accompagnati da Dan, lo zio di Mack, i membri della famiglia danno inizio non privo di ostacoli, innanzitutto perché sarà necessario sopravvivere a qualcosa di mai visto prima: la città. E non una città qualsiasi, ma New York City, i cui grattacieli potrebbero dimostrarsi fatali, per non parlare degli abitanti…
Il cast: voci pennute
Come sempre, consigliamo a chi ne ha modo di vedere il film in lingua originale, per apprezzare i talenti vocali reclutati da Benjamin Renner, a cominciare da un nevrotico Kumail Nanjiani nel ruolo di Mack e una più pragmatica Elizabeth Banks in quello di Pam. A loro, affiancati dai più giovani Caspar Jennings (Dax) e Tresi Gazal (Gwen), spetta la non indifferente componente emotiva del film, mentre sul fronte umoristico ci pensano caratteristi come Danny DeVito (alla seconda collaborazione con Illumination dopo essere stato il Lorax) che presta la voce allo zio Dan, Awkwafina che doppia un agguerrito piccione e Carol Kane che si (e ci) diverte con la parte di un airone un po’ eccentrico. Piccolo dettaglio interessante: al di fuori di sparuti versi non propriamente verbali, nessuno dei personaggi umani parla, lasciando i dialoghi interamente in bocca al regno animale.
L’avventura che mette le ali
Anche se viene un po’ a mancare la grazia semplice del tratto di Renner che è il marchio di fabbrica dei suoi fumetti e film francesi (salvo alcune sequenze in cui riesce a inserire dei momenti tradizionali nel contesto altrimenti interamente digitale), la sua poetica è rimasta intatta nella transizione hollywoodiana, grazie a un copione solido di Mike White (The White Lotus) che trova il giusto equilibrio tra avventura, humour e introspezione (con anche una piccola dose di brivido forse non interamente adatta ai bambini più piccoli, soprattutto quando si manifesta quello che è effettivamente l’antagonista della storia) e fornisce gli spunti giusti per un’estetica che è sempre ad altezza anatra, trasformando la già imponente Grande Mela e altri ambienti in qualcosa di autenticamente gigantesco, impressionante e a tratti inquietante. Un’unione di elementi che genera quello che a oggi è il lavoro più compiuto della Illumination, quello che più di tutti si spinge oltre la comfort zone delle gag a manetta (come amano ricordarci i titoli di testa di questi film, i Minions sono la mascotte dello studio) e scava veramente più nel profondo, fondendo l’eccellenza tecnica con un’intelligenza emotiva stratificata e mai banale. Creando così un ritratto di famiglia che, nel contesto delle uscite Universal, è quello a cui vorrebbero aspirare Vin Diesel e i suoi colleghi veloci e furiosi.
La recensione in breve
Benjamin Renner porta i suoi mondi animali in un contesto produttivo americano e se ne esce con la solita avventura incantevole, con il suo tratto solo in minima parte penalizzato dall'estetica tridimensionale.
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Voto CinemaSerieTV