Il film: Tartarughe Ninja – Caos mutante (Teenage Mutant Ninja Turtles: Mutant Mayhem), 2023. Regia: Jeff Rowe. Cast: Micah Abbey, Shamon Brown Jr., Nicolas Cantu, Brady Noon, Ayo Edebiri, Maya Rudolph, John Cena, Seth Rogen, Rose Byrne, Natasia Demetriou, Giancarlo Esposito, Jackie Chan, Ice Cube, Paul Rudd, Post Malone, Hannibal Buress.
Genere: Azione, fantascienza, commedia, animazione. Durata: 100 minuti. Dove l’abbiamo visto: al cinema, in anteprima stampa, in lingua originale.
Trama: Leonardo, Donatello, Raffaello e Michelangelo scoprono di non essere gli unici mutanti in città, con conseguenze inattese.
Dal 1987 le Tartarughe Ninja sono parte integrante della cultura popolare americana, anche se non sempre con gli esiti sperati sul grande schermo (basti pensare al recente dittico prodotto da Michael Bay, visivamente indistinguibile dai film dei Transformers che lui dirigeva all’epoca). Dopo una prima versione animata uscita nelle sale nel 2007 e non particolarmente apprezzata (forse anche perché fuori tempo massimo in quanto sequel della trilogia degli anni Novanta), è ora il turno di una rivisitazione scritta e prodotta da Seth Rogen – un eterno adolescente, come ci ricorda il marketing – e parte di una nuova strategia di Nickelodeon e Paramount per rivitalizzare il franchise. Un’avventura energica e intelligente di cui parliamo nella nostra recensione di Tartarughe Ninja – Caos mutante.
La trama: hasta la pizza, baby!
Baxter Stockmann, scienziato al soldo della misteriosa TCRI, ha inventato una sostanza capace di mutare gli animali. Quando la sua datrice di lavoro Cynthia Utrom decide di sbarazzarsi di lui, l’esplosione della sua casa porta alla circolazione della sostanza nelle fogne, il che a sua volta trasforma cinque animaletti in Splinter, ratto specializzato in arti marziali, e i suoi quattro figli adottivi, le tartarughe Leonardo, Donatello, Raffaello e Michelangelo.
Quindici anni dopo, i quattro fratelli escono dalle fogne solo per fare la spesa, poiché Splinter è convinto che coesistere pacificamente con gli umani sia del tutto impossibile. Una sera, per caso, si imbattono nell’aspirante giornalista April O’Neil, e tramite lei vengono a sapere di una banda criminale il cui arresto potrebbe portarli a essere considerati degli eroi. E così scoprono di non essere gli unici mutanti creati, direttamente o meno, dagli esperimenti di Stockmann…
Il cast: Seth e i suoi amici
Sfruttando la propria rete di conoscenze, Seth Rogen è riuscito ad assemblare uno strepitoso cast di contorno per i ruoli secondari, tra cui lui stesso e John Cena per Bebop e Rocksteady, Jackie Chan per Splinter, Ice Cube per Superfly, Paul Rudd (con annessa gag sulla sua età) per Mondo Gecko e Rose Byrne per Leatherhead. Questa strategia gli ha consentito di puntare maggiormente sull’aspetto teen dei protagonisti (esplicitamente parte del titolo originale del franchise), scegliendo quatto veri adolescenti per le voci delle Tartarughe, ed è uno dei maggiori punti di forza del lungometraggio, per lo meno in originale, sentire le interazioni di quattro attori professionisti che sono anche anagraficamente vicini ai ruoli, con annesse improvvisazioni incoraggiate da Rogen e dal regista Jeff Rowe (al secondo film incentrato su una stramba famiglia dopo I Mitchell contro le macchine). Kevin Eastman, co-creatore dei personaggi, ha un cameo vocale sulla falsariga di quelli di Stan Lee nei film Marvel, mentre il collega Peter Laird è omaggiato visivamente.
Spettacolo per gli occhi
All’energia anarchica delle performance dei quattro principali si aggiunge quella altrettanto potente dell’apparato visivo, chiaramente ispirato alle recenti incursioni nell’animazione del franchise cinematografico di Spider-Man e volto alla creazione di un universo dove tecniche e stili sono costantemente mutevoli, come i personaggi, e omaggiano in un colpo solo le varie incarnazioni delle Tartarughe, dai fumetti alle serie animate passando per i lungometraggi live-action (alcuni elementi di design richiamano il dittico prodotto da Bay).
È l’ideale mix di fan service (anche se la decisione di rimandare alcune cose al già annunciato sequel potrebbe far storcere il naso a chi si aspetta automaticamente certi elementi) e una storia capace di attirare nuove generazioni di spettatori, aggiornando la mitologia e l’iconografia di Leo, Donnie, Raph e Mike al 2023 senza però perdere di vista gli ingredienti essenziali irrinunciabili, come per una delle pizze di cui i nostri eroi sono particolarmente ghiotti. Dopo tre decenni, il grande schermo è finalmente riuscito a catturare al massimo lo spirito di quello che Chuck Lorre – coautore della mitica sigla originale della serie del 1987 – ha definito Turtle Power.
La recensione in breve
La felice intuizione di Seth Rogen e Jeff Rowe di puntare sull'aspetto adolescenziale dei protagonisti dà vita a un'avventura piena di humour, azione e anarchica energia, con in più un'attenzione strabiliante alla componente visiva.
- Voto CinemaSerieTV