Dino Grandi, l’uomo che propugnò la sfiducia di Benito Mussolini presso il Gran Consiglio del Fascismo 1943, ponendo di fatto fine al ventennio di dittatura, ebbe dalla moglie Antonietta i figli Franco (1925 – 2004) e Simonetta. Portatori di un cognome tanto pesante, inviso alla destra in quanto “traditore” e alla sinistra in quanto fascista, i figli di Grandi non si sono mai, comprensibilmente, esposti troppo alla luce dell’opinione pubblica, e di conseguenza, ben poco si sa della loro vita privata durante e dopo l’epoca del regime.
Franco Grandi, nato nel 1925, dopo gli anni passati in esilio insieme al padre nella penisola iberica e poi in Brasile, avrebbe sposato la nobildonna Edvige Rangoni Machiavelli, che gli avrebbe dato tre figli; Andrea, Ginevra (morta prematuramente nel 2013) e Allegra. In un’intervista al Corriere rilasciata nel 2003, un anno prima della morte, il primogenito avrebbe ricordato così i convulsi momenti seguiti alla seduta del Gran Consiglio che destituì il Duce; suo padre Dino, infatti, era stato condannato a morte dalle autorità fasciste e non c’era, letteralmente un minuto da perdere
“Ricominciammo da tre valigie, tutto quello che ci fu consentito portare nel viaggio in aereo, un trimotore Savoia Marchetti, che ci portò dall’aeroporto romano del Littorio a Siviglia, tappa intermedia verso il Portogallo. Era la mattina del 17 agosto 1943, in piazza Esedra c’era una pattuglia di SS. I nazisti non si accorsero che su una delle macchine posteggiate in piazza stava salendo Dino Grandi con la sua famiglia; l’autista, Remo Petruccioli, fece finta di non riconoscerci. Sull’aereo, assieme ad altri passeggeri, c’era un generale inglese prigioniero della guerra d’Africa che era stato rilasciato: si chiamava Carlton De Wiart e anche lui non salutò mio padre, che pure aveva conosciuto benissimo durante gli anni in cui Dino Grandi era stato ambasciatore a Londra. Quando arrivò in Inghilterra, l’ufficiale commentò con alcuni giornalisti: very embarassing, molto imbarazzante”.

La necessità della fuga, però, era stata vissuta dai figli come un fulmine a ciel sereno:
“Noi figli non avevamo nessun sentore di quel che stava avvenendo, mio padre non ci diceva nulla… Se con noi si confidava poco, parlava con mia madre Antonietta”.
Franco Grandi, divenuto nel frattempo, imprenditore, sarebbe morto il 16 marzo 2004 a Modena.
La secondogenita Simonetta Grandi è invece sempre rimasta nell’ombra, e solo di recente, attraverso un’intervista concessa dalla nipote Nina Bufferli, il mondo ha potuto conoscere l’enorme suo talento artistico di fotografa e pittrice; le opere di Simonetta Grandi, infatti, sono state esposte in molte parti del mondo e oggi rivivono, anche dopo la morte della loro autrice, attraverso un account Instagram gestito dalla stessa Nina, che offre a Quinna Hadley un simpatico quadretto familiare:
“Da buona italiana, amava cucinare e preparare per noi piatti di ogni genere. Era una persona molto riservata, a cui piaceva passeggiare in giardino e trascorrere del tempo con la natura. Pur essendo più riservata, ho notato che con noi, i suoi nipoti, si abbandonava al divertimento. Amava anche raccontare storie e insieme creavamo fantasie su qualunque cosa descrivesse; una persona gentile, dolce e paziente”.
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La sottile arte fotografica di Simonetta nasceva proprio da questa sua estrema sensibilità:
“All’interno di questa sua personalità più riservata, albergava un mondo senza confini, in cui lei apprezzava con passione le bellezze dell’universo. Con lei tutto si trasforma in poesia. Credo che il modo di essere di Nonna l’abbia trasformata nell’artista che è diventata. Il mondo sensibile e intellettuale che portava con sé si fondeva direttamente con la sua arte, trasformandola in un’artista che “dipingeva” con la sua macchina fotografica e infondeva i suoi sentimenti nella sua poesia; un’anima estremamente sensibile”. Altra caratteristica fondamentale del carattere di Simonetta, la curiosità: “ciò che ha sempre catturato la mia attenzione è stata la sua passione per svelare il mondo, fisico o immateriale. Amava viaggiare e scoprire le bellezze di ogni angolo del pianeta. Credo che questa percezione che aveva del mondo e dell’universo fosse qualcosa di poetico e unico.”
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Ricordiamo che la madre di Franco e Simonetta Grandi era Antonietta Brizzi, che restò accanto al marito fino alla fine. Alcuni dei nipoti di Dino Brizzi si sono raccontati in alcune interviste, svelando anche il nonno portò nella tomba alcuni segreti in merito al suo ruolo nella politica italiana.