Ryan Murphy è uno degli autori televisivi più influenti degli ultimi anni, noto per la sua straordinaria capacità di spaziare tra generi diversi e di trattare temi complessi e profondamente umani. Le sue serie esplorano una vasta gamma di genere, dal crimine alla commedia musicale, dall’horror alla critica sociale, sempre con un tocco innovativo e uno stile unico. Murphy è conosciuto per come porta alla luce questioni sociali rilevanti attraverso storie coinvolgenti e personaggi intensamente sviluppati. In questo articolo esploreremo quelle che per noi sono le sue migliori serie tv, spesso realizzate insieme al suo storico collaboratore Ian Brennan, analizzando cosa le rende speciali e perché sono rappresentative del suo talento autoriale.
1. American Horror Story
American Horror Story è il capolavoro antologico che ha ridefinito il genere horror in televisione, ed è rappresentativa del talento unico di Murphy nello sconvolgere le aspettative di chi guarda. Ogni stagione introduce un tema o un archetipo diverso dell’orrore—dalle case infestate ai manicomi, dai culti religiosi fino all’apocalisse—offrendo ambientazioni uniche e nuovi personaggi ogni volta. La serie è diventata iconica per la sua fusione di horror e dramma, ma anche per il modo in cui affronta questioni sociali, spesso utilizzando il terrore per evidenziare paure profonde e temi universali come il pregiudizio e l’isolamento. American Horror Story è una sfida continua per lo spettatore, che non sa mai cosa aspettarsi, e riesce a mantenere l’interesse vivo attraverso un cast di attori fenomenali (che molto spesso tornano da una stagione all’altra) e una narrazione che mescola il classico al nuovo.
2. MONSTERS: La storia di Lyle ed Erik Menendez
Con MONSTERS: La storia di Lyle ed Erik Menendez, Murphy si immerge in una delle vicende criminali più controverse della storia americana, raccontando la tragica storia dei fratelli Menendez, accusati di aver ucciso brutalmente i genitori. Come vi abbiamo spiegato nella nostra recensione, la serie non si limita a raccontare i fatti, ma esplora la psicologia dei protagonisti, cercando di capire il contesto familiare e i traumi che hanno segnato la loro vita. MONSTERS si distingue perché non cerca mai di glorificare il crimine; invece, scava nelle dinamiche disfunzionali che portano alla tragedia, offrendo allo spettatore uno sguardo complesso sul lato oscuro della famiglia e sulle problematiche sistemiche che l’affliggono. Murphy riesce a trasformare una storia di cronaca nera in un’analisi inquietante della società e delle sue ossessioni morbose per il crimine.
3. Dahmer – Mostro: La storia di Jeffrey Dahmer
La serie Dahmer – Mostro: La storia di Jeffrey Dahmer (qui trovate la nostra recensione) è un esempio della maestria di Murphy nel trattare argomenti delicati come la violenza e il trauma. Qui, il focus è sul famigerato serial killer Jeffrey Dahmer e su come le sue azioni abbiano sconvolto le vite di molte famiglie. La serie è narrata con rispetto, evitando di glorificare il crimine e ponendo l’accento sull’impatto devastante che le azioni di Dahmer hanno avuto sulle sue vittime e su chi è sopravvissuto. Inoltre, Murphy usa questa storia per fare luce sui fallimenti del sistema giudiziario e delle forze dell’ordine statunitensi, aprendo una riflessione su come le istituzioni a volte siano impotenti o addirittura negligenti nel proteggere i cittadini.
4. Glee
Glee è il perfetto esempio della grande versatilità di Murphy, dimostra infatti che l’autore può eccellere anche in un contesto apparentemente più leggero come il teen musical. La serie non si limita a intrattenere con esibizioni musicali, ma affronta temi importanti come l’inclusione, l’identità, e le sfide personali che molti giovani devono affrontare. Con un cast variegato e talentuoso, Murphy ha trasformato Glee in un fenomeno culturale, aprendo un dialogo su argomenti spesso tabù e ispirando una generazione.
5. The Watcher
The Watcher è un esempio del lato più oscuro e inquietante di Murphy come autore. Si tratta di una storia basata su eventi reali che esplora il terrore della persecuzione. La serie segue una famiglia perseguitata da un misterioso stalker, e Murphy utilizza questa premessa per giocare con i confini tra sicurezza e paranoia. L’atmosfera è carica di suspense, e ogni episodio porta lo spettatore a dubitare di ciò che vede e a temere l’ignoto. The Watcher è una dimostrazione della maestria di Murphy nel costruire una tensione narrativa senza mai svelare troppo, tenendo lo spettatore incollato allo schermo.
6. Feud
Con Feud, Murphy esplora le rivalità leggendarie di Hollywood, a partire dal conflitto tra Joan Crawford e Bette Davis. La serie riesce a offrire un ritratto intimo di queste figure iconiche, mostrando come la competizione possa trasformarsi in un’ossessione. Feud non è solo una storia di rivalità, ma anche una riflessione sulla solitudine e le insicurezze che accompagnano la celebrità. Murphy riesce a raccontare il glamour e la crudeltà della vecchia Hollywood, mettendo in luce l’umanità delle sue protagoniste e offrendo una prospettiva estremamente critica sull’industria cinematografica.
7. American Crime Story
American Crime Story è una serie antologica che analizza alcuni dei crimini più celebri della storia americana. Ogni stagione offre un’interpretazione unica di eventi che hanno segnato la società americana, come il processo di O.J. Simpson o l’omicidio di Gianni Versace. Murphy non si limita a raccontare i fatti, ma esplora le implicazioni sociali, legali e culturali che rendono questi casi emblematici di un’epoca. American Crime Story è una serie che offre uno sguardo critico sulla giustizia, la fama e il potere, facendo riflettere lo spettatore sulle dinamiche di una società complessa e imperfetta.
8. Hollywood
Hollywood è un omaggio all’industria cinematografica e un’ode all’inclusività, immaginando una versione alternativa della Hollywood degli anni ’40, più progressista e giusta. Murphy crea una storia che affronta temi come la discriminazione e la rappresentazione, mostrando come l’industria avrebbe potuto essere diversa se fosse stata più aperta. Hollywood è una celebrazione del cinema e della creatività, un sogno di speranza e progresso che invita a riflettere sul potere che i media hanno nella costruzione della società.
9. The Politician
Con The Politician, Murphy usa la satira per affrontare l’ambizione politica e le manovre dietro le quinte di chi aspira al potere. La serie è un ritratto ironico e tagliente della politica statunitense moderna, mostrando come l’apparenza e il controllo dell’immagine siano spesso più importanti dei valori reali. The Politician convince per come cattura il cinismo della politica, rivelando il lato oscuro dell’ambizione e dell’egoismo, e mostra una critica pungente delle dinamiche politiche contemporanee.
10. Scream Queens
Scream Queens mescola horror e commedia con un tocco di satira sulla cultura giovanile e le “sorellanze” universitarie. Murphy usa i cliché del genere slasher per creare una serie sopra le righe, ricca di umorismo nero e di situazioni assurde. Con una trama volutamente esagerata e personaggi sopra le righe, Scream Queens offre un divertimento macabro per chi ama il genere horror, dimostrando come Murphy sia capace di reinventare i generi in modo irriverente e originale.
11. Grotesquerie
L’ultimo nato dalla prolifica mente di Ryan Murphy è Grotesquerie: una storia più violenta ed inquietante che mai, in cui una navigata detective si metterò alla caccia di un crudelissimo serial killer. Come vi abbiamo spiegato nella nostra recensione, Murphy affronta temi importanti come la violenza alle donne, la decadenza della società in cui viviamo e il cambiamento dando vita sullo schermo ad una realtà apocalittica da incubo, in cui la realtà è grottesca e deviata. Una storia per spettatori dagli stomaci forti ma che rimarrà impressa per il messaggio che vuole trasmettere.