La serie: Human Resources, 2022. Creata da: Kelly Galuska, Nick Kroll, Andrew Goldberg, Mark Levin, Jennifer Flackett. Cast: Aidy Bryant, Randall Park, Keke Palmer, David Thewlis, Brandon Kyle Goodman, Maya Rudolph, Nick Kroll, Maria Bamford, Hugh Jackman, Thandiwe Newton, Miley Cyrus, Florence Pugh, Jason Mantzoukas.
Genere: animazione, commedia. Durata: 28 minuti ca. /10 episodi Dove l’abbiamo visto: su Netflix (screener), in lingua originale.
Trama: I mostri affrontano nuove difficoltà sul posto di lavoro, tra complicazioni con i clienti umani e rivalità in ufficio.
Tutte le cose belle, prima o poi, finiscono. E in un ecosistema produttivo dove le serie arrivano addirittura a sparire nel nulla senza lasciare traccia o quasi (come avvenuto di recente con la rimozione di titoli da Disney+ e, negli Stati Uniti, la piattaforma un tempo nota come HBO Max), è davvero notevole che Netflix abbia dato ampio preavviso in merito, confermando con oltre un anno di anticipo che Big Mouth, presto la più longeva di tutte le produzioni originali del servizio streaming, si concluderà nel 2024 con l’ottava stagione. Stagione che servirà da commiato per l’intero universo creato da Nick Kroll e Andrew Goldberg, poiché gli episodi conclusivi faranno anche da capolinea per i personaggi che popolano lo spin-off dello show. Spin-off che chiude i battenti con questo secondo ciclo di dieci capitoli, di cui parliamo nella nostra recensione di Human Resources 2.
La trama: un ufficio sempre più mostruoso
Continuano le vicende dell’ufficio dove le personificazioni delle emozioni e degli ormoni passano il loro tempo in attesa di essere assegnati a nuovi clienti umani. Connie e Maury devono fare i conti con l’evoluzione inattesa del figlio Montel, che non vuole diventare come i genitori e invece sceglie di essere l’apprendista di Lionel, il mago della vergogna. Emmy ha invece una nuova cliente che è costantemente contesa fra cuore, logica e speranza, con il primo elemento in netta minoranza. Pete, dal canto suo, è attratto da Rochelle, ma lei sta ancora con Dante, il quale ce l’ha a morte con il collega roccioso per gli eventi traumatici del finale della prima stagione.
Il cast: gruppo in continua espansione
Come nella serie madre, il cast vocale in inglese è una collezione notevole di grandi talenti comici, a partire dal gruppo principale composto da Aidy Bryant (Emmy), Randall Park (Pete), Keke Palmer (Rochelle), David Thewlis (Lionel), Maya Rudolph (Connie) e Nick Kroll (Maury e altri personaggi), a cui si aggiungono in questa sede nomi del calibro di Helen Mirren, esilarante in un’apparizione breve ma molto appagante, Florence Pugh e, lontana dalla propria comfort zone e di conseguenza quasi una rivelazione, Miley Cyrus. Torna anche Hugh Jackman, strepitoso nei panni di Dante, l’angelo delle dipendenze, ancora traumatizzato dopo che nella scorsa stagione gli hanno dovuto amputare un pene (adesso ne ha “solo” due). Uno dei tanti motivi per cui la serie andrebbe vista rigorosamente in lingua originale, insieme a vari giochi di parole che andrebbero persi nel doppiaggio internazionale.
Altre cinque ore in ufficio
Che la serie finisca qui è palese (la sequenza di commiato sa tanto di “chiudiamo in bellezza”), anche se si poteva facilmente intuire a priori che alcuni elementi ritorneranno in Big Mouth (la sesta stagione conteneva diversi rimandi allo spin-off, con tanto di rottura della quarta parete per chiedere al pubblico se l’aveva visto). Ma non per questo c’è quel sentore quasi funereo che ha accompagnato altre stagioni finali, anzi: gli autori trattano il tutto come se fosse ordinaria amministrazione, ma con un numero maggiore di esplosioni e gag falliche (con tanto di organo zombie che omaggia Die Hard e Alien nello stesso episodio).
Ma anche con una maggiore sincerità, la stessa che ha consentito alla serie madre di avere una maturità emotiva crescente col passare degli anni, laddove all’inizio era soprattutto una sitcom animata ormonale con situazioni molto esplicite. E così, tra improbabili orge e modi sempre più creativi di rappresentare i conflitti emozionali interni, questi simpatici mostri escono di scena dimostrando di essere diventati, un po’ a sorpresa, le figure più umane di questo strambo, sboccato universo, ricordandoci che il titolo dello show non era ironico. E da quel punto di vista, anche se mancano due stagioni per chiudere l’intero franchise, è un po’ la fine di un’era.
La recensione in breve
Lo spin-off di Big Mouth chiude i battenti con una seconda stagione ancora più folle, sboccata, esilarante e umana. Notevoli le nuove voci nel cast originale, in particolare Miley Cyrus.
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Voto CinemaSerieTV