La serie: Operazione Speciale: Lioness, del 2023 Creato da: Taylor Sheridan. Cast: Zoe Saldaña, Laysla De Oliveira, Nicole Kidman, Morgan Freeman. Genere: guerra, spionaggio. Durata: 40 minuti/6 episodi. Dove l’abbiamo visto: su Paramount Plus.
Trama: Joe e la nuova recluta Cruz appartengono al programma Lioness: il loro obiettivo è avvicinarsi a mogli, figlie e fidanzate di terroristi mediorientali, stringere amicizia e individuare l’ubicazione del bersaglio per eliminarlo.
Taylor Sheridan non si ferma più: dopo il successo di Tulsa King e del neo-western Yellowstone (di recente trasformatosi in un universo narrativo esteso anche a 1883, 1923 e vari altri futuri spinoff), questa volta il produttore e sceneggiatore americano torna su Paramount Plus con una serie che coniuga azione, adrenalina, guerra e spionaggio, promettendo di mantenere ancora una volta gli spettatori incollati alla tv.
Il cast è davvero affollato di star: oltre alla valida Laysla De Oliveira di Lock and Key ci sono Zoe Saldaña (Avatar e Guardiani della Galassia), Michael Kelly (House of Cards, Man of Steel) e, soprattutto, due premi Oscar del calibro di Nicole Kidman e Morgan Freeman.
Pur facendo ampio affidamento alla fervida immaginazione dell’autore, la narrazione trae spunto da un progetto militare realmente messo in atto dall’intelligence USA durante l’ultimo ventennio di guerra in Medio Oriente, a partire dall’11 settembre 2001.
Il nome in codice è Lioness, e le “leonesse” in questione sono alcune unità femminili d’élite reclutate nei ranghi dei Marines: la loro missione è quella di infiltrarsi sotto copertura, familiarizzare con le mogli o le figlie dei più pericolosi leader del terrorismo islamico, localizzare il nascondiglio del bersaglio e eliminarlo.
Non c’è spazio per la pietà, l’esitazione o il benché minimo errore: ecco la nostra recensione di Operazione Speciale: Lioness.
La trama: come nasce una Lioness
Kobanî, Siria settentrionale. Joe (Zoe Saldaña) è costretta a una decisione impossibile: una agente sotto copertura è stata appena scoperta dagli jihadisti dell’Isis a causa di un tatuaggio di cui nessuno conosceva l’esistenza, e ora si trova in pericolo di vita.
Tentare di sferrare un attacco di terra e liberarla dagli aguzzini, o scatenare un bombardamento aereo ed eliminare l’intero sito, portando a termine la missione a costo della vita della ragazza?
La scelta di Joe avrà gravi ripercussioni, con le quali la protagonista dovrà fare i conti anche dopo il duro debriefing a cui sarà sottoposta dal direttore Byron Westfield (Michael Kelly) e le parole di incoraggiamento della sua superiore Kaitlyn Meade (Nicole Kidman).
Nel frattempo, la giovane e spavalda Cruz Manuelos (Laysla De Oliveira) riesce a fuggire da alcune frequentazioni davvero pericolose, si arruola come Marine, primeggia per grinta e tenacia tra le altre reclute e viene infine selezionata per il programma Lioness.
La sua missione, svolta sotto il diretto coordinamento di Joe, sarà quella di fare amicizia con la figlia di un miliardario mediorientale, ben noto alla CIA per essere uno dei maggiori finanziatori del terrorismo islamico.
Per impedirle di tradirsi, Cruz non potrà conoscere nulla del suo bersaglio: dovrà apprendere tutto dalla sua nuova “amica”, fino a scoprire la posizione del ricercato e consentire agli americani di eliminarlo.
Quando la situazione si farà critica, però, sarà Kaitlyn Meade a spronare Joe e Cruz a non fermarsi, anche a costo di infrangere le regole…
“Truth, Justice, and the American Way”
Ancor più di Yellowstone e Tulsa King, Operazione Speciale: Lioness è una serie orgogliosamente americana.
Ciò è senz’altro sinonimo di attrici e attori di serie A, scene d’azione mozzafiato, coreografie molto curate, validi effetti speciali e tante altre qualità tecniche e narrative di sorta.
Però, inevitabilmente, ci tocca anche fare i conti con dosi massicce di retorica a stelle e strisce che potrebbero rimanere indigeste a chi è particolarmente allergico a questo tipo di approccio ideologico.
Non c’è spazio per le zone d’ombra, o le sfumature: i Marines sono “coloro che proteggono i deboli“, la “guerra al terrore” è ciò giustifica persino le operazioni più spietate, e le vere eroine sono le donne che decidono di mettersi al servizio degli Stati Uniti, anche a costo di sacrificare la propria vita privata.
Certo, le figure femminili sotto i riflettori della serie sono forti ed emancipate, ma la loro iconicità passa fisiologicamente per l’archetipo della donna che brandisce un’arma, e non c’è alcun modo di spezzare questo binomio, né di elaborare soluzioni più umane e raffinate.
Non si tratta di superficialità narrativa, sia chiaro: Operazione Speciale: Lioness è una serie matura, profonda e ben consapevole della propria identità reazionaria, che rientra a pieno titolo nell’immaginario culturale, politico e sociale tratteggiato da Taylor Sheridan.
Si tratta di un difetto o un pregio? Di un limite ideologico o un’anticonformistica prova di coraggio?
Non è certo questa la sede per azzardare una risposta, e men che meno per addentrarci nella politica: indubbiamente si tratta di un telefilm lucido, fiero e coerente con le idee del suo autore, seppur privo della sottigliezza di Yellowstone, e dell’autoironia di Tulsa King.
Un limite che, tuttavia, non impedisce a Operazione Speciale: Lioness di coinvolgere e intrattenere nel migliore dei modi.
Personaggi solidi e convincenti
Il vero punto di forza della serie risiede senza ombra di dubbio nelle ottime doti del suo cast e nella capacità di Sheridan di dar vita a una galleria di personaggi femminili memorabili, autentici e tridimensionali, che la sceneggiatura pone costantemente di fronte alle conseguenze delle loro azioni.
La Joe di Zoe Saldaña, in particolare, è una figura profondamente umana, costretta a camminare sempre in equilibrio sulla sottile linea di confine tra due mondi lontani e inconciliabili: la sua famiglia e il progetto Lioness.
Parimenti, anche la spavalda Cruz di Laysla De Oliveira lascia trasparire un enorme potenziale, e siamo pronti a scommettere che la sua indole ribelle causerà più di un grattacapo al programma Lioness.
Se la serie funziona, convince e riesce a differenziarsi nettamente da alcuni recenti e insipidi flop di matrice spy-action (sì, Citadel, parliamo proprio di te!), il merito sta tutto nel sapiente processo di costruzione dei personaggi a cui assistiamo nel corso del primo episodio: sono sufficienti appena 41 minuti per stabilire una solida connessione con lo spettatore, e a rivelarci il vero volto delle nostre eroine, le loro origini e le loro identità più profonde.
Una partenza sprint che riesce a toccare tutte le corde giuste, e ci lascia in attesa di saperne di più sulle sorti di quest’insolito duo.
A rappresentare la proverbiale ciliegina sulla torta è il carismatico personaggio di Nicole Kidman, creato su espressa richiesta dell’attrice, la quale in origine doveva limitarsi a vestire il ruolo di produttrice accanto a Sheridan.
A quanto pare, nelle prossime puntate la sua Kaitlyn Meade dovrà relazionarsi con il segretario di stato (Morgan Freeman) per difendere a ogni costo il progetto Lioness: il formidabile talento dell’attrice è fuori discussione, e per lasciare il segno le è stata già sufficiente una manciata di scene.
Stiamo a vedere…
Sul nostro verdetto finale, tuttavia, incombe una grossa spada di Damocle: in occasione delle anteprime riservate alla stampa, infatti, Paramount Plus ha messo a nostra disposizione soltanto il primo dei due episodi che apriranno la serie, la cui prima stagione è formata in totale da otto puntate.
Risulta quindi obiettivamente assai difficile azzardare un parere complessivo sulla serie, che al termine del suo episodio pilota pone il commentatore di fronte a un dilemma non indifferente: certo, le nostre eroine sono state magistralmente delineate da interpreti e sceneggiatori, la qualità tecnica del prodotto è davvero elevata – così come lo è la cura impiegata nella ricostruzione delle ambientazioni, e l’attenzione nella messa in scena delle sequenze action – ma tutto ciò sarà sufficiente a plasmare una storia destinata a espandersi per altre sette tappe, e forse anche oltre?
Per ora non siamo in grado di rispondere, non avendo ancora avuto modo di esaminare il progetto narrativo d’insieme, o di capire dove si andrà a parare: a conti fatti, la missione di Cruz e Joe è appena iniziata, e il personaggio di Morgan Freeman – ad esempio – non è ancora neppure entrato in scena! Al momento la serie è più che promossa, ma siamo soltanto alle prime battute.
In mancanza di un assaggio più sostanzioso, non possiamo che raccomandarvi di proseguire la visione nel corso delle prossime puntate: potrebbe davvero valerne la pena, e il nostro giudizio con riserva potrebbe anche cambiare al rialzo…
La recensione in breve
Il primo episodio di Operazione Speciale: Lioness delinea sapientemente le sue eroine e non perde tempo per proiettarci nel cuore dell'azione. Purché si sia disponibili ad accettare l'immaginario ideologico di Taylor Sheridan - di certo non esente dalla retorica! - la serie per ora promette di intrattenerci ed emozionarci nel migliore dei modi…
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Voto CinemaSerieTv