The Crown è arrivata al suo epilogo e, secondo molti critici, lo ha fato con una sesta stagione decisamente a favore della Regina Elisabetta II. Andando oltre questo giudizio, però, l’ ultimo step di uno dei prodotti di maggior successo realizzati da Netflix, può essere riassunto anche come la narrazione delle principesse. In effetti, per una che esce di scena tragicamente, un’altra fa la sua apparizione alla ribalta prospettando il futuro che verrà.
I primi quattro episodi della sesta stagione, infatti, sono tutti dedicati all’ultimo mese di vita di Lady Diana, amata, perseguitata, adorata e perfino santificata. Per l’opinione pubblica nessuno come lei ha vestito il ruolo di Principessa del Galles con grazia, eleganza e assoluto diritto. Non è un caso, dunque, che la sua tragica scomparsa avvenuta il 31 agosto 1997 sotto il ponte dell’Alma a Parigi, abbia gettato nello sconforto tutto il paese. E non solo. Un sentimento che appare per molti anni inconsolabile fino a prospettare l’impossibilità di avere un’altra Pincipessa altrettanto nota e sostenuta. Ma la storia ha dimostrato che non è andata esattamente così.
Negli ultimi episodi di The Crown 6 disponibili in streaming dal 14 dicembre, infatti, fa la sua prima comparsa colei che il gossip e la cronaca mondana per anni ha chiamato “Waity Katie” con una certa derisione e che oggi, invece, ha assunto il titolo di nuova Principessa del Galles. Ma come si è svolta questa lunga evoluzione e, soprattutto, quale significato può avere un personaggio come quello di Kate Middleton, diviso tra tradizione e modernità? Le risposte potrebbero essere rintracciate proprio in alcuni momenti della seconda parte di The Crown 6. Qui, infatti, ci si sofferma sulla conoscenza con il Principe William, l’inizio della loro amicizia e quel fatidico abito trasparente che, a quanto pare, ha catturato la reale attenzione. Tutti aspetti che aiutano a definire il ritratto di una ragazza diventata principessa.
Chi è Kate Middleton?
Questo non è assolutamente un interrogativo con risvolti filosofici o psicologici. Più che altro si tratta della domanda che produttori, e gran parte del pubblico, ha sollevato nei momenti precedenti le riprese della sesta stagione di The Crown. Per comprendere, infatti, come il personaggio di Kate viene descritto ed utilizzato ai fini narrativi dalla serie, è bene partire proprio dalle basi. Ossia l’interprete ed il volto scelto. Un percorso non semplice perché, andando oltre la ricerca di una certa assonanza fisica, gli autori hanno puntato anche alla riproduzione di una musicalità linguistica che, in qualche modo, racconta molto sull’educazione della giovane donna pronta ad entrare in scena. Ovviamente si tratta di un particolare, quest’ultimo, apprezzabile se si decide per una visione in lingua originale.
Stando a tutto questo, dunque, la scelta è caduta su Meg Bellamy, una perfetta sconosciuta che, con la giovane Kate, condivide non solo una somiglianza estetica, ma anche la provenienza, essendo anche lei del Berkshire. E come l’attuale Principessa del Galles, anche la sua può essere definita una favola moderna. Non è da tutti, infatti, essere selezionati per una delle serie tv di maggior impatto degli ultimi anni in fatto di audience. E lo è ancora di meno se si è molto giovani, solo 19 anni, con un curriculum scarno e, all’attivo, un lavoro da Legoland.
Ma come riesce una ragazza qualsiasi, appena diplomata e con nessuna esperienza in campo artistico ad arrivare a Palazzo, anche se si tratta di quello riprodotto da Netflix? Sembra che molto si debba ad un vicino di casa che, grazie alla sua somiglianza con la principessa Kate, l’abbia spinta a rispondere all’annuncio pubblico lanciato dalla produzione. Una storia che ha il sapore della favola, anche se nell’abito dello spettacolo, e che potrebbe essere stata perfino costruita a tavolino per aumentare la connessione tra la reale protagonista della vicenda e la sua interprete.
Qualunque sia la verità, comunque, non ha molta importanza. Ciò che conta è che Meg Bellamy abbia la stessa freschezza della Middleton ai tempi del suo incontro con William alla St. Andrews University e che sia in grado di utilizzarla per conferire romanticismo ad una vicenda che la cronaca ha spesso arricchito con qualche interferenza materna di troppo per garantire un futuro reale alla propria figlia.
Come sposare un principe
Nel 2001 Kate Middleton fa i suoi primi passi all’interno dell’esclusiva St. Andrews, l’università frequentata da molti nobili e rampolli di buona famiglia. La scelta indubbiamente non è casuale ma non cela nemmeno strategie particolari stabilite a tavolino dalla madre Carole, come hanno riportato alcune cronache del tempo. Non stupisce, dunque, che i produttori di The Crown abbiano scelto proprio una linea più morbida e romantica per narrare l’incontro con il principe William e, soprattutto, la successiva storia ‘d’amore.
Ovviamente l’intento è quello di normalizzare il rapporto ammantandolo di quella iniziale magia che si vive durante le fase iniziali di qualsiasi storia d’amore. In tutto questo, dunque, Kate e William sono raccontati come dei ragazzi normali, qualsiasi. E, probabilmente, lo sono stati veramente all’interno del contesto protetto dell’università. Ad agevolare il tutto, poi, le origini comuni dell’attuale Principessa del Galles che vanno a estrapolare quei momenti dall’ingessata formalità regale.
Tutto questo, però, ha lo scopo di culminare nel momento essenziale, quello che le cronache ricordano come lo scoppio della scintilla. L’esatto secondo in cui William si è reso conto della bellezza di Kate, trasformando un’amica in una possibile relazione. Ovviamente il riferimento è all’ormai famoso vestito trasparente indossato durante la sfilata di beneficienza Don’t Walk charity fashion show. Momento che la serie tv di Netflix ha cercato di ricostruire nel migliore dei modi, senza rinunciare ad una riproduzione perfetta del vestito incriminato. Ma chi è la stilista che realizzò la creazione cui l’attuale principessa deve tanto? Prima dei brand d’alta moda e del vestito da sposa firmato dalla maison Alexander McQueen, nella vita di Kate è arrivata Charlotte Todd.
La giovane stilista inviò il modello che rientrava nella sua tesi laurea, conseguita nel 2000 sul tema The art of seduction. Di certo non aveva idea del ruolo che l’abito avrebbe avuto nella storia d’amore reale e, soprattutto, di come sarebbe stato riutilizzato dalla serie The Crown per riassumere uno degli snodi essenziali all’interno della relazione tra Kate e William. Oltre a questo, poi, racconta anche il carattere deciso e volitivo della giovane e futura Principessa del Galles. Stando ai soliti ben informati, infatti, sembrerebbe che fosse stata proprio lei a voler indossare il capo, pensato come una gonna, a modo di vestito, lasciando decisamente poco spazio all’immaginazione.
Kate, Cenerentola moderna?
Kate Middleton è spesso stata definita una ragazza qualunque, sconosciuta alle cronache mondane e del tutto avulsa dall’ambiente reale. Ed è esattamente in questo modo che la seconda parte della sesta stagione di The Crown la introduce al pubblico. Evidenziando anche un certo disinteresse nei confronti di tutte queste questioni. Nonostante le sue origini da commoner, però, Kate non può essere certo definita come una moderna Cenerentola.
A discostarla da questa figura ormai mitologica e simbolo di una sfacciata fortuna in amore con notevoli risvolti sociali, è la condizione economica della sua famiglia. I Middleton, infatti, hanno costruito la loro fortuna grazie ad una società di vendita per corrispondenza di accessori per le feste. Una ricchezza grazie alla quale hanno garantito alla figlia l’accesso a dei luoghi altrimenti esclusivi e la possibilità di un’evoluzione sociale.
L’aspetto economico, però, non viene utilizzato in modo funzionale all’interno della vicenda narrata negli ultimi episodi di The Crown. Piuttosto si tende ad evidenziare il potere rivoluzionario di una relazione che, però, è poco percepito dai due protagonisti. In effetti, stando agli esperti di corte e protocollo, non era mai accaduto che un erede al trono di Gran Bretagna sposasse una ragazza priva di blasone.
Per questo motivo, che lo si voglia o meno, la relazione tra Kate e William rappresenta una profonda innovazione del costume che, in qualche modo, si collega a Diana. La sua presenza, secondo alcuni, avrebbe indirizzato i figli a cercare delle unioni basate sull’amore. E, osservando la questione da tale punto di vista, il sesto capitolo potrebbe trovare una sua circolarità proprio in un legame sottile e a tratti invisibile tra le due donne, diventando la stagione delle principesse.