Il film: Riabbracciare Parigi (Revoir Paris), 2022. Regia: Alice Winocour. Cast: Virginie Efira, Benoît Magimel, Grégoire Colin, Maya Sansa, Amadou Mbow,
Genere: drammatico. Durata: 105 minuti. Dove l’abbiamo visto: al Toronto International Film Festival, in lingua originale.
Trama: Mia, traumatizzata dopo essere sopravvissuta a un attentato terroristico, cerca di riabituarsi alla vita a Parigi.
Come parlare del Bataclan senza parlare del Bataclan? È la sfida che si è imposta la regista Alice Winocour per il suo quarto lungometraggio, uno di quattro film usciti in Francia nel 2022 ad ispirarsi in un modo o nell’altro alla tragedia consumatasi a Parigi nel novembre del 2015. Un’operazione delicata e intelligente, che ha esordito a Cannes all’interno del programma della Quinzaine per poi frequentare altri eventi come i festival di Toronto e Göteborg. Un film che esibisce la progressiva maturazione artistica di Winocour, e di cui parliamo nella nostra recensione di Riabbracciare Parigi.
La trama: una notte impossibile da dimenticare
Mia lavora come interprete dal russo, mentre il compagno Vincent lavora in ospedale. Una sera, mentre sono a cena, lui deve assentarsi per un’emergenza, e lei si ritrova a tornare a casa da sola, in moto. Un temporale la costringe a rifugiarsi in un altro ristorante, dove beve un bicchiere in attesa che la pioggia si dilegui. E in un attimo tutto cambia per sempre, poiché improvvisamente degli attentatori prendono di mira proprio quel ristorante, uccidendo diverse persone. Mia ne esce fisicamente illesa ma con ricordi confusi della serata, e dopo tre mesi lontana dalla capitale torna a casa, per rivedere Parigi (come recita il titolo originale del film), ricreare il legame con la città e cercare di capire esattamente cosa le sia successo quella notte. Tra le persone con cui entra in contatto c’è Thomas, rimasto ferito durante la sparatoria ma con la memoria intatta.
Il cast: due anime in pena
Al centro di tutto c’è l’ennesima performance stratificata di Virginie Efira, volto simbolico di una nazione emotivamente devastata con un ruolo a base di moltitudini e allo stesso tempo di lacune, con un viaggio interiore – e parzialmente fisico – alla riscoperta dei frammenti mnemonici mancanti. Complementare il lavoro di Benoît Magimel, il cui personaggio invece ricorda tutto e deve capire come fare i conti con quella notte piena di dolore. Grégoire Colin, terzo incomodo sul piano emotivo, dà il massimo con un ruolo potenzialmente ingrato, e l’italiana Maya Sansa dà manforte nel suo piccolo con la parte di Sara, tramite la quale Mia entra in contatto con un’associazione dove le vittime dell’attentato si offrono sostegno reciproco.
Quattro approcci
Come dicevamo in apertura, questo è uno di quattro film a tema Bataclan che nel 2022 hanno esordito in festival maggiori e sono poi usciti in sala in Francia. Gli altri tre, in ordine di presentazione, erano: Un anno, una notte di Isaki Lacuesta (in concorso a Berlino), sulle differenti reazioni all’accaduto da parte di due vittime che vivono insieme; November di Cédric Jimenez (fuori concorso a Cannes), un thriller duro e puro sulla caccia all’uomo a opera delle forze dell’ordine transalpine nei giorni immediatamente successivi alla strage; e Vous n’aurez pas ma haine di Killian Riedlof (in Piazza Grande a Locarno), basato sulle esperienze di Antoine Leiris che, dopo aver perso la compagna in seguito all’attentato, espresse il proprio stato d’animo con una sorta di lettera aperta ai terroristi su Facebook, contenente la celebre frase “Eppure non avrete il mio odio”. Tutti film che affrontavano la questione di petto, direttamente.
Riabbracciare Parigi, invece, sposta l’azione altrove, ma la verità emotiva rimane, per quello che in realtà è il più personale dei quattro progetti: Winocour si è infatti ispirata ai ricordi del fratello, sopravvissuto all’attacco, rielaborandoli per creare un racconto dove il luogo preciso non c’è in senso stretto ma è comunque presente in ogni inquadratura, in ogni sguardo delle persone colpite dalla strage, in ogni conversazione dove si alternano grandi esternazioni e potenti non detti. Ed è presente soprattutto nel rapporto tra i protagonisti e la loro città, quel rapporto intimo a cui allude il titolo italiano e che fa di Parigi il vero personaggio centrale della pellicola, la vittima più grande di un attentato che ha scosso la Francia e il mondo. Il Bataclan non è mai menzionato, ma è lì, perché una situazione del genere non può essere cancellata, e proprio come Mia e Thomas il film stesso cerca di rivedere la capitale francese con occhi nuovi. Addolorati, ma sinceri nell’affetto per un macrocosmo che nemmeno la più orrenda delle azioni umane potrà mai distruggere.
La recensione in breve
Alice Winocour parte da uno spunto personale per dire la sua sugli eventi del Bataclan, entità assente e molto presente al tempo stesso, e lo fa con il supporto di una grandissima Virginie Efira.
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Voto CinemaSerieTV