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Home » Film » Recensioni film » Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1, recensione del penultimo film della saga

Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1, recensione del penultimo film della saga

La recensione di Harry Potter e i Doni della Morte - Parte 1, penultimo capitolo della saga basata sui romanzi di J.K. Rowling.
Max BorgDi Max Borg23 Febbraio 20235 min lettura
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Harry Potter e I Doni della Morte
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Il film: Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1 (Harry Potter and the Deathly Hallows – Part 1), 2010. Regia: David Yates. Cast: Daniel Radcliffe, Rupert Grint, Emma Watson, Helena Bonham Carter, Robbie Coltrane, Warwick Davis, Ralph Fiennes, Michael Gambon, Brendan Gleeson, Richard Griffiths, John Hurt, Jason Isaacs, Alan Rickman, Fiona Shaw, Timothy Spall, Imelda Staunton, David Thewlis, Julie Walters, Bonnie Wright, Tom Felton, Toby Jones, Helen McCrory, Bill Nighy, Rhys Ifans.
Genere: fantastico, avventura. Durata: 146 minuti. Dove l’abbiamo visto: su Netflix, in lingua originale.

Trama: Harry, Ron e Hermione partono alla ricerca degli Horcrux, la cui distruzione è l’unico modo per sconfiggere Voldemort, il quale nel frattempo ha preso il controllo del Ministero della Magia.


Col senno di poi, era forse questo il vero motivo per cui David Yates è diventato il regista fisso dei film del Wizarding World, al netto di due prime esperienze non felicissime: per motivi legati alla lunghezza del romanzo originale e l’impossibilità di tagliare la maggior parte del materiale (dato che, a differenza dei libri precedenti, non ci sono sottotrame che non impattano la vicenda principale), quello che doveva essere il settimo e ultimo film della saga principale è stato spezzato in due, rendendo il veterano catodico Yates il candidato ideale per gestire la versione da grande schermo di uno spettacolare, lungo finale di serie. Un finale di cui cominciamo a parlare in questa recensione di Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1.

La trama: fuga da Hogwarts

Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1

La morte di Albus Silente ha gettato la comunità magica nel caos, e Voldemort si prepara ora a prendere il controllo del Ministero della Magia e di Hogwarts, con l’intento di eliminare Harry Potter una volta per tutte. Il ragazzo, dal canto suo, è pronto a partire alla ricerca degli Horcrux, gli oggetti in cui Voldemort ha inserito frammenti della propria anima: solo distruggendoli sarà possibile sconfiggere definitivamente il villain. Dopo un breve incontro con il nuovo Ministro della Magia, incaricato di dare a Harry, Ron e Hermione degli oggetti lasciati al trio da Silente, e un attacco dei Mangiamorte durante il matrimonio di Bill Weasley e Fleur Delacour, i tre amici partono senza neanche mettere piede a Hogwarts, armati di pochi indizi per capire esattamente cosa distruggere. Nel corso del viaggio vengono anche a sapere della leggenda dei Doni della Morte, tre oggetti che renderebbero assolutamente invincibile chi li possiede tutti. E Voldemort è convinto di potersi impossessare di almeno uno di essi…

Il cast: la grande riunione

Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1

La struttura narrativa fa sì che i tre attori principali abbiano molto più spazio del solito, una scelta che arriva al momento giusto dato che Daniel Radcliffe, Rupert Grint ed Emma Watson, tutti e tre più o meno ventenni durante le riprese, hanno raggiunto la giusta maturità recitativa per reggersi gran parte del film sulle spalle. Le tre grandi novità, tutte con una manciata di scene a testa, sono Domhnall Gleeson (Bill Weasley), Bill Nighy (Rufus Scrimgeour, il Ministro della Magia, che doveva già apparire nel sesto film) e Rhys Ifans (Xenophilius Lovegood), mentre per il resto, insieme al cast consolidato, è una sorta di grande rimpatriata in occasione del gran finale, in particolare per quanto riguarda il ritorno di John Hurt nei panni di Ollivander (assente dai tempi del primo film, poiché le sue scene furono rimosse dal quarto) e Toby Jones come voce di Dobby (anche lui assente dopo il suo debutto nel secondo episodio anche se era apparso sporadicamente negli altri libri). Dato che Hogwarts non fa parte della trama in questo lungometraggio, questa è l’unica volta in tutta la saga che non appare Maggie Smith.

Maghetti on the road

harry potter e i doni della morte

Dopo una certa difficoltà a integrarsi nella struttura consolidata del franchise, associabile anche a scelte di adattamento un po’ discutibili, è proprio con questo film che apre la saga all’idea del road movie e comincia a tirare le somme di quasi un decennio di produzione pressoché ininterrotta (le riprese del settimo e ottavo capitolo sono iniziate prima che il sesto fosse uscito in sala) che Yates dimostra di essere a suo agio con la natura seriale del progetto, attingendo ai sei episodi precedenti per portare avanti una storyline a base di colpi di scena e cliffhanger e costruire la prima parte di un finale spettacolare capace di rendere giustizia a oltre dieci anni di successo e aspettative degli appassionati.

Un finale che scompiglia il tutto abbandonando la formula nota in attesa di recuperarla in seguito, e che in questa prima metà si prende il tempo, per la prima volta in modo serio dai tempi del terzo film, di lavorare sul mood e sulla psicologia e non solo sulle peripezie narrative, ed è così che, per la prima volta dal 2004, Harry – insieme ai due amici di sempre – è davvero al centro di tutto e non uno degli strumenti per alimentare la trama orizzontale da un lungometraggio all’altro.

La recensione in breve

8.0 Diverso

Al settimo giro, la saga di Harry Potter abbandona la formula consolidata e così facendo dà alla storia un respiro più intimo, rinunciando all'approccio frettoloso di gran parte degli episodi precedenti.

  • Voto CinemaSerieTV 8.0
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