Nell’arco di vent’anni, Zack Snyder ha realizzato undici lungometraggi, e quasi altrettante versioni alternative: solo quattro dei suoi film, a oggi, non hanno subìto ritocchi/allungamenti per il mercato home video o per lo streaming, rendendo Snyder l’immagine odierna della nozione del Director’s Cut, la versione preferita dal cineasta che differisce da quella distribuita nelle sale (un concetto spesso associato anche a Ridley Scott, ma nel suo caso a volte il termine è stato usato erroneamente per vendere dei semplici montaggi alternativi, come accaduto con Alien). Strategia di marketing o reale esigenza artistica? Ripercorriamo l’evoluzione della carriera del regista attraverso il fenomeno delle versioni estese dei suoi film, due delle quali (Rebel Moon – Parte 1 e Rebel Moon – Parte 2) ancora non disponibili.
In principio furono gli zombie
![Una scena de L'alba dei morti viventi](https://cinemaserietv.it/wp-content/uploads/2022/07/Alba_dei_morti_viventi.png)
Il primo Director’s Cut targato Snyder è quello del suo primo lungometraggio in assoluto: L’alba dei morti viventi (2004), remake di Zombi di George A. Romero. Uscito al cinema con una durata di circa 100 minuti, è arrivato in home video in versione unrated, con cinque minuti di materiale in più. Trattandosi di un horror, è quasi ordinaria amministrazione che esista il montaggio unrated, perché la censura americana è notoriamente severa con i film particolarmente cruenti (basti pensare a Eli Roth o Rob Zombie), chiedendo tagli per evitare il visto NC-17 (l’equivalente USA del nostro VM18), dato che altrimenti il film uscirebbe in pochissime sale (i multiplex statunitensi rifiutano di programmare pellicole con quel visto). Caso recente quello di Omen – L’origine del Presagio, che ha rischiato quel divieto – poi scongiurato con un minimo lavoro di lima – per l’inquadratura frontale di una mano demoniaca che esce da una vagina.
Passiamo ai fumetti
![300 di Zack Snyder](https://cinemaserietv.it/wp-content/uploads/2023/08/300-2.jpeg)
300 (2007), dal fumetto di Frank Miller, non richiede alcuna modifica, anche perché già nella versione esistente segue molto fedelmente l’originale (l’unica aggiunta è la sottotrama politica per dare maggiore spazio alla regina di Sparta, che nel fumetto è praticamente una comparsa). Diverso il discorso per Watchmen (2009), che esiste in ben tre versioni: il montaggio cinematografico di 163 minuti, il Director’s Cut di 186 e l’Ultimate Cut di 215, che include il cortometraggio animato I racconti del vascello nero, adattamento del fumetto all’interno del fumetto (e disponibile anche come film a sé in home video). In questo caso, come ha spiegato lo stesso Snyder qualche anno fa durante un incontro con i fan, il compromesso per l’uscita cinematografica nasce da lui: la Warner Bros. e la Paramount, che si erano spartiti le spese di produzione e i diritti di distribuzione, erano disposte a far uscire la versione di 186 minuti al cinema. Così facendo, però, non sarebbe stato possibile proiettare in pellicola IMAX, poiché all’epoca le copie fisiche non potevano avere una durata superiore ai 165 minuti (oggi, grazie a Oppenheimer, è stato alzato a 180).
I dolori DC
![Una scena di Batman v Superman: Dawn of Justice](https://cinemaserietv.it/wp-content/uploads/2023/01/batman-v-superman.jpg)
Il lungometraggio d’animazione Il regno di Ga’Hoole – La leggenda dei guardiani (2010) esce in un’unica versione, così come L’uomo d’acciaio (2013), mentre per Sucker Punch (2011) esiste un montaggio esteso che però non corrisponde al Director’s Cut, attualmente in una sorta di limbo distributivo. Batman v Superman: Dawn of Justice esce al cinema con una durata contrattuale di 152 minuti (per la succitata questione IMAX, e per avere un determinato numero di spettacoli al giorno), mentre in home video dura appena più di tre ore. E poi c’è quello che è stato l’inferno produttivo di Justice League (2017) : costretto ad alleggerire i toni e consegnare un montaggio di appena due ore (laddove i film degli Avengers, simili per ambizioni, hanno una durata minima di quasi due ore e mezza), Snyder getta la spugna durante la post-produzione perché, dovendosi occupare di un lutto in famiglia, non ha le energie per litigare con la Warner. Gli subentra Joss Whedon, che rigira quasi tutto il film e lo rimonta in meno di sei mesi, dovendo rispettare la data d’uscita prestabilita. In seguito alle proteste dei fan, e per arricchire il catalogo della piattaforma HBO Max, nel 2021 esce Zack Snyder’s Justice League, titolo su cui il cineasta ha insistito per chiarire che la versione del 2017 non è sua, pur essendogli attribuita per un cavillo contrattuale del sindacato dei registi.
Le lune ribelli
![Una scena di Rebel Moon](https://cinemaserietv.it/wp-content/uploads/2023/12/rebelmoonreview-blogroll-1702586399808.jpeg)
Accantonato (per ora) il sodalizio con gli studios tradizionali, Snyder passa a Netflix, prima con Army of the Dead (2021) e poi con il dittico di Rebel Moon (2023-2024). E nel secondo caso c’è un compromesso intrigante, frutto di una strategia concordata fra le due parti: per venire incontro alle esigenze commerciali della piattaforma, il regista ha accettato di montare prima due versioni più mainstream, di circa due ore ciascuna, e solo in un secondo momento (in estate) arriverà il duplice Director’s Cut, con un’ora in più per ognuno dei film e, in alcuni casi, versioni alternative di certe scene, al di là dell’aggiunta di sesso e violenza. Una decisione che ha fatto storcere il naso anche ad alcuni dei fan più sfegatati del cineasta, costretti ad aspettare diversi mesi prima di poter vedere ciò che Snyder aveva in mente dall’inizio. E al netto della natura consensuale dell’accordo con Netflix, laddove la Warner aveva biecamente sfruttato il proprio diritto al final cut per edulcorare in modo estremo il lavoro di uno dei suoi registi di punta, c’è chi pensa – e non del tutto a torto – che cercare di replicare l’immenso hype che ci fu per Zack Snyder’s Justice League, alias lo Snyder Cut, in maniera completamente artificiosa sia, a suo modo, una mossa dettata dallo stesso cinismo commerciale che portò al Justice League di Whedon.